KENNY ROGERS al 21° COUNTRY NIGHT festival
Dopo l’edizione del ventennale, che deludendo non poco ha visto in cartellone due soli big americani (Clint Black e Ricky Skaggs, costui tra l’altro al suo secondo passaggio al festival), COUNTRY NIGHT 2009, la più famosa kermesse country dell’Europa continentale, conferma la tendenza al risparmio ormai consolidata da un quinquennio in qua da parte dell’organizzazione.
La sola vera stella a risplendere i prossimi 11 e 12 settembre in quel di Gstaad, Svizzera, nell’ambito di un tour europeo che lo vedrà poi esibirsi in Danimarca, Isole Faroe e Norvegia, sarà quella di Kenny Rogers, che con i suoi 71 anni di certo non rappresenta quanto di meglio oggi sul mercato ma altrettanto certamente, con 65 album pubblicati in carriera e più di 100 milioni di dischi venduti (che lo pongono all’8° posto della classifica degli artisti di ogni tempo in fatto di vendite) rappresenta come pochi ormai la figura dell’artista a tutto tondo, la superstar capace di passare dal country al pop, dal blues all’R&B, fino ad arrivare al jazz. Un personaggio completo, con una biografia tale da essere difficile ridurla per una presentazione, affascinante e carismatico come pochi oggi riescono ad essere (e non soltanto in ambito country), che ha incarnato a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 l’ideale di artista completo e di uomo ideale, capace di circondarsi sempre di belle donne (tra l’altro è stato sposato quattro volte) sia nel privato che in pubblico. Kenny Rogers, i cui esordi furono addirittura rockabilly con la sua prima band, The Scholars, ha alle spalle una carriera cinquantennale che lo vide esordire con due singoli incisi per la Carlton Records nel 1958 con il suo vero nome, Kenneth Rogers. Il successo di uno di questi in particolare, “That Crazy Feeling”, fu tale da portarlo alla ribalta al programma tv per nuovi talenti American BandStand, condotto dal famoso Dick Clark.
Nel 1959 fece appena in tempo ad iscriversi all’Università del Texas, a Houston (dove è nato il 21 agosto 1938), prima di mollare tutto per seguire il gruppo jazz The Bobby Doyle Trio, dove suonava il basso, con cui incise un disco per la
Columbia Records. Nel 1966 entrò a far parte dei New Christy Minstrel prima di fondare, nel 1967, la sua band, The First Edition, centrando diverse hit per la Reprise Records tanto che, dopo un paio d’anni, la band era nota col nome di Kenny Rogers and The First Edition. Proprio nel ’67 Rogers scalò per la prima volta la classifica country con “Ruby, don’t Take Your Love To Town”, scritta da Mel Tillis, che nessun altro era paradossalmente riuscito a portare al successo (era stata incisa tra gli altri anche da calibri quali Waylong Jennings e Roger Miller). Il singolo entrò a dire il vero anche nella classifica pop e la stessa cosa accadde due anni dopo con “Ruben James”, che amplificò successo e notorietà (e poi con tantissimi singoli a venire, cosiddetti “crossover hits” proprio perché superano le barriere di un genere musicale).La band incise per la Reprise Record fino al 1972. In questo periodo alcune hit pop furono “Something’s Burning” e “Tell it All Brother” e per un anno ebbero anche un loro programma in televisione, dal titolo Rollin’ on the River e poterono girare il mondo per suonare la loro musica. Passato alla etichetta Jolly Rogers, il gruppo si sciolse nel 1975 con un solo vero successo nel carniere, una vecchia hit country di Merle Haggard e Bonnie Owens, “Today I Started Loving You Again”. Nel 1975 Kenny Rogers, diventato solista e passato alla United Artists (poi Giant/Liberty Records) con Larry Butler come suo produttore, si orientò decisamente verso il mercato country e cominciò a sfornare diversi singoli di discreto successo. Fu però “Lucille”, nel 1977, a consacrarlo definitivamente come star: il brano arrivò numero uno nelle classifiche country americane, scalò anche quelle pop (arrivando in quinta posizione) e il successo debordò in Europa, dove arrivò in cima alla classifica pop inglese. “Lucille” fu “Singolo dell’anno” per la CMA e prima della fine di quell’anno vendette più di 500mila copie, così come il primo omonimo album da solista di Rogers, uscito un anno prima. Dalla Liberty Records alla RCA e poi di nuovo alla Liberty, l’ascesa della stella di Kenny Rogers fu folgorante e inarrestabile: per un altro quindicennio, fino al 1991, la sua popolarità continuò a crescere senza soluzione di continuità. In quell’anno per l’ultima volta un suo singolo country entrò in classifica (dovrà attendere altri 8 anni per il successivo).
Dopo aver fondato nel 1999 la sua casa discografica, la Dreamcatcher Entertainment, è tornato nelle classifiche country con un suo nuovo brano, “The Greatest”: un grande ritorno per un artista che non si è mai fermato e che ama a dismisura il suo lavoro. “Puoi gettarmi via, ma puoi star certo che io ritorno. Per me non è tutto legato al successo, non è importante essere la stella più famosa al mondo. Se mi guardo indietro mi rendo conto che nella mia vita ho realizzato tutto quello che volevo realizzare. Rifarlo non mi darebbe la stessa soddisfazione. Ma essere presenti, e vedere persone che tengono a te e per le quali tu rappresenti qualcosa quando registri un disco, questo è il miglior regalo che io posso avere”.
L’ultimo disco in studio è “Water & Bridges” (Capitol Records, 2006) mentre quest’anno ha editato un disco celebrativo dei suoi 50 anni di attività esclusivamente reperibile sul mercato americano tramite la catena di ristoranti Cracker Barrel (purtroppo gli ordini online vengono almeno per il momento spediti solo all’interno del territorio USA) in cui si possono trovare 12 brani di cui 3 nuovi. Una cosa è quindi certa: a Gstaad si attende di vedere esibirsi sul palco una vera e propria leggenda, in uno show che scommetto sarà davvero indimenticabile. Assieme a Kenny Rogers in cartellone sono previsti gli americani Lady Antebellum e i tedeschi Texas Lightning. Altro spessore, altra storia. Ma qualcuno doveva pur aprire lo show, no?
Sito ufficiale del festival COUNTRY NIGHT di Gstaad:
http://www.countrynight-gstaad.ch/pages/
(solo in lingua inglese e tedesca)
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Massimo
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