E’ proprio Patty Loveless a far tornare a risplendere alla grande il palco della Country Night 2010: originaria del Kentucky, dove nacque con il nome di Patty Lee Ramey 53 anni fa, e’ un’artista completa e poliedrica passata dal country pop al neo-tradizionalismo, al country-rock, al bluegrass con la nonchalance propria di una grande professionista senza mai deludere le aspettative dei critici, che a dispetto dei risultati di vendita (spesso purtroppo considerati unico metro di valutazione) le hanno sempre riconosciuto un enorme talento ed una classe che hanno pochi eguali a Nashville. Accostata da molti a Patsy Cline, Loveless ha in realta’ definito negli anni del suo maggiore splendore artistico – vale a dire gli anni 90 - una propria connotazione musicale differenziandosi da tutte le artiste sue contemporanee ed affrancandosi via via da ogni possibile confronto. Proprio in quegli anni sono arrivati i riconoscimenti per una carriera che ha meritato di essere gratificata con il premio della Academy of Country Music come migliore vocalista femminile sia nel 1996 che nel 1997, mentre la Country Music Association le riconobbe il premio di album dell’anno per “When Fallen Angels Fly” nel 1995, quello di vocalista femminile dell’anno nel 1996 e, in coppia con George Jones, le assegno’ quello per l’evento vocale dell’anno grazie all’interpretazione di “You don’t Seem To Miss Me”. Ma aveva gia cominciato nel 1989, quando aveva fatto suo anche il riconoscimento quale migliore nuova artista country per gli American Music Awards mentre l’anno precedente era stata ufficialmente invitata a far parte della famiglia del Grand Ole Opry.
Ripercorrendo la sua biografia mi convinco una volta di piu’ che il destino e’ certo orientato dalle nostre scelte piu’ determinate ma non puo’ compiersi del tutto se non ti trovi al posto giusto al momento giusto. Curioso pensare che probabilmente la persona che da la prima svolta decisiva alla vita dell’allora 12enne Patty Ramey (qui a sinistra in una foto degli anni ’70) e’ la sorella maggiore Dottie, aspirante cantante country che all’epoca si esibiva con il loro fratello Roger nei country club del Kentucky dell’est. Quando nel 1969 Dottie decide di sposarsi e smettere quella vita d’artista Roger, trovatosi solo, convince la giovanissima Patty a sostituire la sorella.
E’ l’inizio. Pochi anni dopo, trasferitisi a Nashville, Roger entra nel gruppo manageriale del Porter Wagoner Show e con uno stratagemma fa in modo che Porter Wagoner incontri Patty (qui sotto i tre in una foto dell’epoca: da sinistra Roger, Patty e Porter Wagoner). A Wagoner Patty piace a tal punto che decide di farla cantare con l’allora sua partner, tale Dolly Parton (…), a patto pero’ che cio’ accada solo durante i weekend e l’estate poiche’ – a suo dire – e’ necessario che ella termini prima assolutamente i suoi studi a Louisville.
Il 1973 e’ l’anno della seconda importante svolta per Patty: i Wilburn Brothers, Jean Shepard e altri artisti una sera sono attesi proprio a Louisville nell’ambito di un tour col Grand Ole Opry. La Shepard, bloccata dal maltempo, da forfeit. La notizia arriva alle orecchie di Roger e Patty Ramey che si precipitano offrendosi di riempire il “buco” ed ottenendo 15 minuti di esibizione sul palco con i Wilburn Brothers. Anch’essi rimangono colpiti dal talento della giovane Patty: tanto che Doyle Wilburn decide di prenderla sotto la sua ala facendola cantare con loro nei weekend e durante l’estate per via via sostituire la loro solista, tale Loretta Lynn (…). Prosegue in questo modo per due anni, tra il 1973 ed il 1975, fino a quando Patty finalmente si diploma e diventa a tutti gli effetti un membro a tempo pieno dei Wilburn Brothers.
E’ il tempo in cui arriva nel gruppo un nuovo batterista, Terry Lovelace, con cui Patty instaura una profonda amicizia che diventa poi amore. Poco dopo i due decidono di lasciare il gruppo e nel 1976, a soli 19 anni, Patty sposa Terry Lovelace cominciando a suonare con lui (soprattutto materiale rock) per clubs e locali nel Nord Carolina. Non e’ un periodo felice per Patty: la coppia non riesce a sbarcare propriamente il lunario e spesso ella, che deve lavorare anche come cameriera nel ristorante della suocera, si riconosce in molti degli avventori tristi, alcolizzati senza un futuro e scontenti della loro esistenza che, terminata la giornata di lavoro, giungono nei locali dove i due si esibiscono e si ubriacano con l’unica intenzione di dimenticare tutto per una sera. La stessa Loveless, che si era sposata contro la volonta’ della famiglia, in una intervista qualche anno fa usava parole precise ricordando la fase trascorsa in Nord Carolina: «…Penso che mio padre fosse convinto che io ero diventata pazza… “questa musica ti rovinera’ la vita”, continuava a ripetermi… Ma e’ stata una musica dalla quale ho imparato tanto… […] Voi non credereste se vi raccontassi che tipo di gente veniva in quei club: uscivano dal lavoro e non andavano neanche a casa, venivano direttamente la’ e bevevano o ballavano o quello che era… anche gente che stava davvero toccando il fondo… E a volte pensai che stavo facendo la stessa fine e mi chiedevo perche’ mai avessi lasciato cio’ che avevo per quello… Ma la realta’, che allora non comprendevo, era che stavo scoprendo me stessa, fuori e dentro». Il matrimonio ormai e’ in crisi e il culmine Patty lo tocca quando suo papa’ muore nel 1979 per una malattia polmonare mentre lei si trova lontana miglia e miglia. Nel 1985 decide di divorziare dal marito (un divorzio assolutamente “amichevole”, che ottiene l’anno successivo) e di tornare a Nashville dove chiede aiuto al fratello Roger per cercare di rientrare nel giro country.
Il fratello si fa di nuovo in quattro per lei e, fattole realizzare un demo-tape di cinque brani, fa il giro delle sette chiese per le case discografiche inclusa (allora) la piu’ potente, la MCA gestita a quel tempo dal presidente Jimmy Bowen. Con uno stratagemma Roger si fa introdurre nell’ufficio di Tony Brown (negli anni ’70 a capo della sezione che si occupava dei nuovi talenti) e nei trenta secondi di tempo che Brown gli concede Roger gli fa ascoltare un brano di quel demo scritto da Patty dal titolo “I Did”. Tony Brown e’ colpito e chiede a Roger di lasciargli il nastro, di modo che egli possa farlo ascoltare ad altri dirigenti; Roger si rifiuta rispondendo che si aspetta di uscire da quell’ufficio con un contratto in mano oppure andra’ a proporre quella nuova cantante ad un’altra casa discografica con cui ha appuntamento piu’ tardi. E’ solo un bluff, ma ottiene l’effetto desiderato: mentre Roger attende nel suo ufficio, Tony Brown entra in quello del presidente Jimmy Bowen e gli propone Patty Ramey. Ne esce con un contratto a breve termine valido per produrre alcuni singoli. Da qui la stella di Patty Lee Ramey, che d’ora innanzi decidera’ di chiamarsi Patty Loveless in omaggio al primo marito, comincia la sua ascesa.
Tony Brown le affianca un suo produttore di fiducia, Emory Gordy jr., per affinare e sviluppare al meglio le doti della nuova cantante, il quale nel 1989 diventera’ il suo secondo marito e con cui a tutt’oggi condivide una vita privata e professionale piena di grandi soddisfazioni. Nel 1985 “Lonely Days, Lonely Nights”, il primo singolo MCA di Patty Loveless, rimane per 8 settimane nella classifica (pur non andando mai oltre il 46esimo posto). Pensarla ad aprire concerti per George Strait, Reba McEntire e George Jones oggi fa sorridere ma questo e’ cio’ che Patty Loveless (giustamente) fece ad inizio carriera. Non ha mai realizzato grandi numeri in fatto di vendite, tanto che Emory Gordy jr. arrivo’ ad incolpare la MCA di fare scarsa promozione ai suoi dischi mentre per quelli di altre artiste (ad esempio Trisha Yearwood, Reba e Wynonna) si spendeva senza problemi.
Comunque, dopo cinque album in sette anni (“Patty Loveless”, 1986; “If My Heart Had Windows” e “Honky Tonk Angel”, 1988; “On Down The Line”, 1990; “Up Against My Heart”, 1991) e nonostante il suo nome sia ormai diventato popolare sulla scena del mainstream country, il 1992 vede la amichevole dipartita di Loveless dalla MCA a favore della Epic/Sony, dove con altri nove album in 13 anni realizza i numeri piu’ grandi della sua carriera infilando 3 dischi di platino, 2 dischi d’oro, portando a casa i riconoscimenti dell’industria discografica di cui parlavo all’inizio ed incidendo – fatto inusuale in una major - ben due interi album bluegrass (quello natalizio dal titolo “Bluegrass & White Snow: A Mountain Christmas” del 2001, e ”Mountain Soul” del 2002).
Nel passaggio tra le due case discografiche anche un momento drammatico, nel 1992, quando quello che sembra un piccolo disturbo alle corde vocali che ne indebolisce progressivamente la potenza e che era stato trattato per due anni con steroidi e cortisone degenera in una malformazione di un vaso sanguigno che in ottobre la costringe ad una operazione chirurgica alla gola (peraltro senza garanzia di riuscita).
Lo stop dura circa cinque mesi ed è totale; per le quattro settimane successive all’operazione Patty non può proferire parola. Quando torna sulle scene musicali per uno show dal vivo al Grand Ole Opry, nel gennaio 1993, la sua voce e’ cambiata per sempre: ora ha una tonalita’ piu’ bassa che tuttavia arricchisce lo spettro del suo potenziale (confrontate due incisioni pre e dopo operazione: il cambio e’ piuttosto netto).
Nel 2005 la Epic chiude i battenti e Loveless, senza piu’ un contratto, si ferma due anni per tornare nel 2008 con una nuova casa discografica, Saguaro Records, e un nuovo disco tributo ai grandi classici, “Sleepless Nights”, che ottiene anche una nomination ai Grammy Awards come miglior disco country. La seconda produzione con la Saguaro (che e’ anche il suo piu’ recente lavoro) e’ uscita l’anno scorso e riprende esplicitamente il primo album bluegrass prodotto con la Epic otto anni fa. Non per nulla l’ha intitolata “Mountain Soul II”. A Gstaad, di sicuro, sara’ una pregiata lezione di stile.