“I’m Gonna Love You Through It” ha riportato Martina nella Top10 country
Non succedeva dai tempi di “Anyway”, il primo singolo scritto insieme ai Warren Brothers che Martina McBride estrasse dal suo allora imminente nuovo nono album ”Waking Up Laughing” nel 2006. Quell’anno il brano scalò la classifica fino a piazzarsi al quinto posto della classifica dei singoli country di Billboard.
Questa volta Martina ha fatto ancora meglio. “I’m Gonna Love You Through It”, il primo singolo del suo ultimo “Eleven”, disco uscito a fine 2011, è arrivato infatti al quarto posto dandole una particolare soddisfazione. La canzone, che tratta del delicato tema del cancro al seno, è stata scritta da Ben Hayslip (foto in basso), vincitore 2011 del premio ASCAP Autore dell’Anno (ASCAP è l’acronimo di American Society of Composers, Authors and Publishers, la più famosa società no-profit americana che tutela i diritti d’autore e che annualmente assegna dei premi suddivisi tra sette diverse categorie musicali). Hayslip ha co-scritto la canzone con Jimmy Yeary e sua moglie Sonya Isaacs, la vera ispiratrice del tema del brano.
«Sonya arrivò un giorno con questa idea» ha detto Hayslip in una intervista a TasteOfCountry «Essendo questa una canzone sul cancro ed essendo io uno che scrive brani veloci da tre minuti che vanno bene in radio, devo ammettere che non ero molto entusiasta all’idea di sviluppare una canzone attorno a questo argomento. Sonya mi raccontò di sua mamma che aveva un cancro al seno. Io le chiesi se ci fosse il modo di chiamarla e metterla in vivavoce per farci raccontare la sua storia. E’ una cosa che non avevo mai fatto. La chiamammo ed ella ci raccontò la sua storia, dalla diagnosi al trattamento che aveva seguito. Passai dal non voler scrivere quella canzone al volermici immergere completamente. Quella era la canzone che quel giorno Dio voleva che scrivessimo. Tutte le reazioni che abbiamo avuto a quel brano come autori sono state potenti … sia da parte di sopravvisuti al cancro che da parte di familiari che hanno perso persone care a causa di esso. E’ risultata essere davvero una canzone speciale nella mia carriera».
Mettere la firma su brani che scalano la classifica country non è comunque una novità per Ben Hayslip, del quale ricordo le recenti “Honey Bee” e “All About Tonight” di Blake Shelton, “I Don’t Want This Night To End” di Luke Bryan, “Gimme That Girl” di Joe Nichols e “All Over Me” di Josh Turner (ma ha scritto tra gli altri anche per Trace Adkins, Brooks & Dunn, Jack Ingram, Jeff Bates, Trent Willmon e Rodney Atkins). «Il fatto che possa sedere e comporre una canzone come “I’m Gonna Love You Through It” su un tema così serio che poi arriva al primo posto delle classifiche è una cosa enorme. non tanto per me stesso o per la confidenza che mi da’ come autore, ma soprattutto per la soddisfazione che mi dà vedere quante vite questa canzone arriva a toccare. Più saliva in classifica, più voleva dire che la gente la ascoltava. Ora so che milioni di persone hanno ascoltato il brano e attraverso Facebook e le email ho sempre il ritorno da parte di tutte loro. Questa è la cosa speciale per un autore di canzoni. Lo fai perchè ti piace guadagnare e ti piace scrivere, ma in questi casi ti rendi conto che cambi anche le vite e fai provare qualcosa alle persone che ascoltano la tua musica».
Nato nel 1970 in Georgia, Ben ha sempre avuto fin da giovanissimo il sogno di trasferirsi a Nashville e scrivere canzoni. Ma sarebbe tornato nella natìa Evans se non fosse stato per Jeff Bates, che nel 2005 incise la sua canzone “Long, Slow Kisses” catapultandola nelle Top Ten country e permettendogli di guadagnare i primi soldi per stare a Music City. Da allora Hayslip non si è fermato un attimo: solo nel 2009, 26 delle sue canzoni sono state incise da altrettanti cantanti. Da diversi anni è membro del famoso trio The Peach Pickers composto – oltre che da lui – da Rhett Akins e Dallas Davidson, premiato anche l’anno scorso a Nashville. Con i ragazzi Ben si incontra ogni giorno: c’è molto cameratismo tra di loro, e non potrebbe essere altrimenti. «Quando fai questo lavoro per vivere ogni giorno, è così noioso sedere al tavolo da solo per scrivere. Il cameratismo ci permette di buttare fuori tutte le idee per una melodia che ci vengono. Per alcune delle nostre migliori canzoni abbiamo impiegato da 45 minuti a un’ora per scriverle; per altre avevo il cervello fuso quando sono arrivato a casa» ammette Ben a proposito dell’intensità del processo creativo. «Ci sono solo tra le 250 e le 300 persone che vengono pagate per scrivere canzoni, in questa città, e questo non può essere un hobby. E’ un lavoro a tempo pieno!»
M.A.