E’ scomparso domenica scorsa per cause naturali all’età di 81 anni nella sua casa di Varina, in Virginia. Jimmy Dean (in una recente foto AP qui a lato e, subito sotto, in una degli anni ’80), nato nel 1928 a Plainview, Texas, negli ultimi 50 anni era diventato famoso anche grazie all’industria della salsiccia, specie surgelata, di cui egli era considerato il “re” (nella foto in basso potete vedere una classica pubblicità). Sua mamma gli aveva insegnato a suonare il pianoforte ed in seguito aveva imparato da solo a suonare l’arpa e la fisarmonica, con la quale si esibiva in un locale vicino alla base aerea di Bolling, vicino Washington, quando negli anni ’40 stava prestando servizio militare nell’esercito. Nel 1948, una volta congedatosi, formò la band dei Texas Wildcats, con cui ebbe un certo seguito. Di lì a breve incise il suo primo successo a livello nazionale, dal titolo “Bummin’ Around”.
Ma il nome di Jimmy Dean (il cui nipote è nientemeno che Billy Dean, star del Voghera Country Music Festival del 2009), prima di essere legato a questo business, era divenuto notissimo nel mondo della musica country già negli anni ’50 specie per una canzone, “Big Bad John”, una sorta di rap country scritto dallo stesso Dean in cui si parla di un operaio in una miniera di carbone che salva diversi suoi compagni di lavoro quando la volta di una galleria sotterranea cede. Il brano divenne un enorme successo nel 1961, quando Jimmy si era già dedicato al commercio della salsiccia, arrivando al primo posto della classifica dei singoli country più venduti (ove rimase per due settimane) ed in cima a quella pop (dove stette per 5) superando le 500mila copie e facendogli conquistare un Grammy. In seguito Dean divenne il primo artista country ad esibirsi sulla strip di Las Vegas.
Egli conduceva anche un programma televisivo di notevole popolarità, “The Jimmy Dean Show”, precursore di trasmissioni quali “Hee Haw”, che negli anni ’50 era trasmesso sulla rete locale della ABC nella provincia di New York. Il successo era tale che i produttori decisero di lanciarlo a New York City ma dall’alto della loro saggezza pensarono che, così com’era, il programma fosse troppo da “campagnoli” per il più sofisticato e snob pubblico newyorkese, che difficilmente avrebbe gradito uno show così concepito. Quindi convinsero il riluttante Jimmy Dean ad apportare alcuni – sostanziali – cambiamenti per adattare il format alla città togliendo per esempio lo humour country alla Little Jimmy Dickens ed inserendo una enorme orchestra di accompagnamento con tromboni e trombe al posto dei soli violini che fino a quel momento avevano accompagnato Dean. Il format fu stravolto, gli ascolti scesero sotto la linea di galleggiamento e – ovviamente – lo show nel 1966 fu cancellato dal palinsesto. Grazie alla saggezza di quei produttori.
Il talento non si può però fermare così semplicemente e così Dean aveva continuato a incidere dischi e ad esibirsi dal vivo, regalando ancora tanti successi ai fan: da “The First Thing Ev’ry Morning (And The Last Thing Ev’ry Night)” (numero uno nelle country charts, entrata anche nelle classifiche pop) a “Sweet Misery”; da “A Thing Called Love” a “Slowly”, cantata in duetto con Dottie West.
Negli anni ’80 vendette la sua azienda di salsicce a Sara Lee (anche se saggiamente mantenne la percentuale sulle royalties) e rimase attivo sui palchi fino ad un paio di anni fa, quando ancora l’esecuzione di “Big Bad John” (ancorché eseguita sulla sedia a rotelle) mandava in visibilio il pubblico. Tra le sue numerose citazioni ricordo quella che diceva: «Devi tentare la fortuna almeno una volta al giorno, perché potresti esserci vicino tutto il tempo e neanche saperlo».
Jimmy Dean era stato già ufficialmente dichiarato membro della Country Music Hall of Fame: la cerimonia di investitura ufficiale era pronta per il prossimo ottobre a Nashville.
I suoi funerali si sono svolti lunedì a Richmond, in Virginia, e il suo corpo riposa in un mausoleo di granito a forma di pianoforte sulle rive del fiume James, su di un terreno che Dean aveva comperato a tal proposito anni fa; un epitaffio sulla sua tomba recita “Here lies the Hell of a Man”, qui riposa un diavolo d’uomo.
Riposa in pace, Jimmy.