Garth Brooks membro della Country Music Hall of Fame. Dopo Las Vegas? “Forse torno in tour…”
Fra tre settimane Garth Brooks (nella foto AP a destra) saluterà il palco del Casino Wynn di Las Vegas e partirà per altri lidi. Il 17 novembre prossimo, infatti, avrà luogo l’ultimo “one man show” dell’ex re Mida di Music City che chiuderà i tre anni di esclusiva che firmò con Mr. Wynn e che nel dicembre 2009 vide Brooks uscire dal ritiro in cui si era chiuso nel 2001 per raccontarsi in una lunga serie di concerti intimistici uomo e chitarra definiti dal Las Vegas Weekly “quanto di meglio mai apparso su di un palco di Las Vegas” ad una platea di fortunati fan. «Mi sono assolutamente divertito durante tutto questo periodo al Wynn» ha detto Garth in un’intervista «Mr.Wynn mi aveva detto che il pubblico del Wynn era uno dei migliori del mondo e aveva ragione. Per quanto riguarda Steve Wynn, è uno dei tipi più brillanti con cui abbia mai avuto il piacere di parlare o che abbia mai avuto il piacere di ascoltare. Fa tutto al meglio ed è il boss migliore e più alla mano per cui abbia mai lavorato. Semplicemente lo adoro!» Forse lo adorerà anche perchè a fine 2010 era riuscito a far lievitare il prezzo dei biglietti del suo spettacolo da 147 dollari a oltre 250, il che generò non poche polemiche su quanto valesse la pena di pagare per la “intimità” di quei concerti. Wynn si giustificò dicendo che era come trovarsi con Garth nel salotto di casa sua; anche se il Wynn Theatre non è la sala più grande del mondo ci si chiese quanto potesse essere grande il salotto di casa Brooks… In realtà la firma del contratto nel 2009 prevedeva un impegno quinquennale, che poi per motivi ignoti si è ridotto in corso d’opera. Wynn lascia comunque le sue porte aperte e Brooks potrà tornare in Nevada quando vuole. Ma cosa c’è in serbo per il futuro? Lo vedremo.
Intanto possiamo dire cosa hanno avuto in serbo gli altri per lui. Lo scorso 21 ottobre, infatti, insieme a Connie Smith e ad Hargus “Pig” Robbins, Garth è stato ufficialmente reso membro della Country Music Hall of Fame. La cerimonia di investitura – presenti tra il pubblico un esercito di stelle della musica country di ieri e di oggi, tra cui Barbara Mandrell, Ricky Skaggs, Bobby Braddock, Vince Gill, Merle Haggard, Jean Shepard, Jimmy Fortune degli Statler Brothers e, ovviamente, il marito di Connie Smith, Marty Stuart – si è svolta sabato scorso a Nashville e per il cantante, accompagnato dalla moglie Trisha Yearwood, è stata un’emozione indescrivibile tanto che per quasi tutta la durata dell’evento le lacrime ai suoi occhi non sono mai scomparse. «Questo è il giorno più grande della mia carriera musicale, ad oggi» ha detto Garth dal palco «Ma i giorni più grandi della mia vita sono seduti in prima fila, sono quelli in cui ho avuto la fortuna di diventare il padre di Taylor, August e Allie. Vi voglio bene, ragazze, voi siete i più grandi giorni della mia vita. Non so se lo sapete ma noi genitori giudichiamo il successo della nostra intera vita vedendo lo sguardo negli occhi dei nostri figli quando ci guardano. Quando sarà il mio turno di andare spero che vi rimanga la sensazione di un padre che vi ha amato davvero quanto più è possibile vicino a quanto davvero vi amo io.»
A chiamarlo per ricevere l’investitura è stato il suo mito George Strait, colui per il quale nel 1981 (dopo averlo sentito cantare alla radio il suo primo successo “Unwound”) decise che la musica country sarebbe stata il suo destino, scrivendo quasi di getto “Much Too Young (To Feel This Damn Old)” e sperando che egli avrebbe accettato di inciderla. «Non ci ha provato seriamente» Strait ha detto nel corso della serata «Altrimenti questa sarebbe stata una mia canzone. Io ho bisogno di brani come questo!» E poi, ricordando gli inizi di Brooks, ha aggiunto: «Avevo sentito parlare di lui, avevo letto che i suoi show erano esplosivi, che si arrampicava sulle corde, che sfasciava chitarre. Pensai: ma questa è musica country, mica può fare cose del genere! Ma devo ringraziarlo perché ha portato così tanti nuovi fan alla country music e ci ha aiutati tutti!»
«Quando venni qui a Nashville io volevo solo scrivere canzoni, niente di più.» ha affermato Garth durante un’intervista per Inside Music Row «Arrivai con in tasca “Much Too Young” per George, non avevo nessun sogno particolare e nessuna aspirazione. Non avevo inciso dischi, non avevo fatto tour… Volevo solo scrivere canzoni. E’ pazzesco, perché forse già allora sapevo che il più grande onore in questa città è essere considerati autori di musica. Quindi già allora la Country Music Hall of Fame per me era un sogno ed oggi farne parte mi fa sentire così umile…» Invece “Much Too Young (To Feel This Damn Old)” è diventata il primo ed indimenticabile successo di Garth Brooks, dando il via alla sua fenomenale carriera negli Stati Uniti e nel mondo. Ma la soddisfazione finalmente è arrivata, perché in apertura di serata George Strait quella canzone l’ha cantata davvero (e ragazzi che versione! Solo King George poteva rendere una versione senza far rimpiangere Garth!). Gli altri suoi brani che hanno fatto parte della colonna sonora della serata sono stati “The River” e “That Summer” cantata con Bob Seger (con Trisha a fare in entrambi da background vocal). Ad esibirsi sono saliti anche Ronnie Dunn, Vince Gill, Ronnie Milsap, Crystal Gayle e James Taylor (un altro mito ispiratore di Brooks) prima del brano finale a chiusura della serata (“Will The Circle Be Unbroken”) che per tradizione è cantato insieme da tutti i membri della Country Music Hall of Fame presenti in sala.
Cosa dobbiamo aspettarci adesso che il contratto con il Wynn di Las Vegas è giunto al termine, Mr. Brooks sta per tornare a tempo pieno con la sua famiglia alla sua villa di Owasso in Oklahoma e le sue bambine non sono più così piccole? Altri dischi, un altro tour? «Il mercato discografico è cambiato molto in questi anni, non mi vedo in grado di incidere un altro disco nel mio immediato futuro» ha detto GB a Inside Music Row «Ma a riguardo del tornare in tour, direi che in un paio di anni mi piacerebbe tornare ad infiammare Nashville».
Io non aspetto altro, caro Garth!
M.A.