Il 2014 può essere l’anno di un tour e un disco insieme per Garth e Trisha?

Posted by CountryStateLine on 13th aprile 2012 in Home (News)

Se il 2013, come ho scritto l’anno scorso (vedi), dovrebbe essere l’anno dell’arrivo in Europa degli Alabama (che quest’anno sono tornati in tour negli Usa), il 2014 sarà l’anno nientemeno che del ritorno sulle scene mondiali di Garth Brooks. In una recente intervista alle news della radio ABC, Trisha Yearwood ha rivelato infatti che lei e suo marito potrebbero presto fare un tour insieme e dare il via alla registrazione di un album di loro duetti, del quale si parlava già ancora prima del divorzio di Garth dalla precedente moglie Sandy Mahl. Presto, ovviamente, significa appunto non prima del 2014. E’ infatti tra due anni che la sua figlia più giovane, Allie Colleen, oggi sedicenne, si diplomerà. «Questo sarebbe il momento ideale per realizzare un album di duetti perché se si sta facendo un tour insieme e si può veramente cantare insieme le canzoni sul palco durante i concerti, questo quantomeno avrebbe senso» ha detto Yearwood. Brooks inoltre ha dichiarato che il 2014 sarebbe il momento ideale per fare un tour. «Mi piacerebbe tornare in tour per la prima volta senza più sentirmi in colpa per aver lasciato a casa sia le mie figlie che mia moglie» ha detto al giornalista Robin Leach «Adesso le mie figlie hanno fatto quello che dovevano fare e mia moglie è con me. Sai, siamo insieme in tour, così credo proprio che sia una combinazione di fattori assolutamente di puro divertimento».
Nel frattempo, come sapete, da qualche anno i fan più fortunati possono acchiappare Garth dal vivo sul palco del Casinò Wynn di Las Vegas, dove dal 2009 la star ha deciso di tornare per un certo numero di precise date a suonare e dove alla fine di quasi ogni spettacolo è raggiunto sul palco dalla stessa Trisha, in qualità di special guest (fan doppiamente fortunati!). «E’ come se fossi la chiusura col botto, la gente impazzisce ed è divertente.» ha spiegato Yearwood «Quindi approfitto di quel piccolo momento finale del concerto per uscire e impreziosire lo show, e poi esco.» Ha paragonato la loro alchimia sul palco a quella di un’altra famosa coppia, quella di Sonny and Cher. «E’ come la loro unione, che amo perché, sapete, ho sempre voluto essere come Cher in ogni caso.» Spero non si riferisse al suo silicone. Trisha è comunque al momento al lavoro in studio di registrazione per preparare il suo nuovo album. Ma è in preparazione anche un altro progetto, di tipo culinario: partirà infatti domani sul canale americano Food Network (che gestisce anche un sito collegato, www.foodnetwork.com) il suo programma “Trisha Yearwood’s Kitchen”, dove parlerà di ricette e di cucina.

Benvenuto su Twitter, Mr. Haggard!

Posted by CountryStateLine on 12th aprile 2012 in Home (News)

Non è davvero mai troppo tardi per buttarsi nella mischia dei social network. Merle Haggard ne è la riprova. A 75 anni appena compiuti, superati i postumi di una polmonite che lo ha colpito ad inizio anno e che lo aveva costretto ad annullare tutti i suoi concerti di gennaio, che dovrebbero essere recuperati entro la fine di questo mese, il grande Merle si è infatti iscritto a Twitter e ieri ha esordito con il suo primo messaggio (“Hallo Twitter”) alla rete. Dopo poco meno di 24 ore dal suo esordio sul social network già più di 12mila fan lo stanno seguendo. E crescono. Come Trace Adkins, un altro big della musica country recentemente diventato twitter-dipendente, Mr. Haggard ormai “cinguetta” assai spesso sul social network al momento più veloce che ci sia. L’ultima foto da lui postata (la potete vedere) lo ritrae sul suo tour bus in compagnia del suo manager Sherman Halsey e di Tim McGraw (per inciso Sherman Halsey è anche il regista dell’ultimo video di McGraw).
Grazie, ovviamente, a Merle Haggard per la foto!

 

 

Keith Urban sarà il prossimo membro ufficiale del Grand Ole Opry

Posted by CountryStateLine on 12th aprile 2012 in Home (News)

Sarà Keith Urban il prossimo membro ufficiale del Grand Ole Opry. L’invito ufficiale gli è stato fatto l’altroieri, martedì 10 aprile, durante lo spettacolo “All For The Hall” che stava tenendo alla Bridgestone Arena di Nashville e a farglielo è stato Vince Gill che, verso la fine dello show, è salito sul palco ed ha chiamato dal backstage i Rascal Flatts, i Diamond Rio e gli Oak Ridge Boys (ognuno dei quali aveva eseguito uno show di due brani) che hanno portato un regalo speciale a Urban. Da dentro una sacca, davanti ai 16.000 spettatori presenti quella sera, è uscito il microfono simbolo dell’Opry (quello con il simbolo della WSM) e Gill ha detto: «Vorremmo invitare Keith Urban ad essere il prossimo membro del Grand Ole Opry!» Urban si è coperto la faccia ed ha esclamato: «Non so cosa dire ma prima di tutto SI! Grazie a tutti quelli che al Grand Ole Opry hanno reso questo possibile. Sono esterrefatto. Quanto è bello che di tutte le sere possibili sia successo proprio questa sera. Ricorderò sempre» ha poi continuato «la prima volta in cui mi sono esibito qui… Vedere questo posto e essere parte di questo circolo fu un momento straordinariamente surreale. Quindi questo è qualcosa di ulteriormente stratosferico. Grazie dal profondo del mio cuore!»
«Siamo estremamente eccitati che un’altra delle superstar country più popolari di oggi si unirà alla nostra famiglia» ha detto Pete Fisher, Vice Presidente e Direttore Generale dell’Opry «Keith è diventato un maestro nel forgiare un percorso musicale unico e nel costruirsi un’incredibile carriera di successo. Genera entusiasmo incredibile nei fan ogni volta che si esibisce all’Opry e dimostra continuamente il profondo rispetto che ha sia per lo stesso Opry che per l’intera comunità della country music.»
Keith Urban, nato in Nuova Zelanda ma cresciuto in Australia, ha ricordato poi i suoi inizi, quando – più di vent’anni fa – arrivò a Nashville e cominciò a girare le case discografiche per presentarsi e lasciare i suoi demo. «Quanti sguardi strani che ho ricevuto!» ha ricordato con una risata. Da allora, nonostante incidenti di percorso che potevano distruggere la sua carriera (è stato per un periodo anche cocainomane, prima di entrare nel 1998 in un centro di recupero deciso a disintossicarsi) ha venduto milioni di dischi, ha sposato la “conterranea” attrice Nicole Kidman nel 2006 e possiede una valigia piena di premi vinti (Grammy, CMA, ACM e altro). Ora può aggiungere un traguardo molto prestigioso e sarà il primo membro dell’Opry a non provenire dal nord America. La cerimonia di iniziazione avverrà il prossimo 21 aprile.
Complimenti a Keith anche da CountryStateLine!

“I’m Gonna Love You Through It” ha riportato Martina nella Top10 country

Posted by CountryStateLine on 10th aprile 2012 in Home (News)

Non succedeva dai tempi di “Anyway”, il primo singolo scritto insieme ai Warren Brothers che Martina McBride estrasse dal suo allora imminente nuovo nono album ”Waking Up Laughing” nel 2006. Quell’anno il brano scalò la classifica fino a piazzarsi al quinto posto della classifica dei singoli country di Billboard.
Questa volta Martina ha fatto ancora meglio. “I’m Gonna Love You Through It”, il primo singolo del suo ultimo “Eleven”, disco uscito a fine 2011, è arrivato infatti al quarto posto dandole una particolare soddisfazione. La canzone, che tratta del delicato tema del cancro al seno, è stata scritta da Ben Hayslip (foto in basso), vincitore 2011 del premio ASCAP Autore dell’Anno (ASCAP è l’acronimo di American Society of Composers, Authors and Publishers, la più famosa società no-profit americana che tutela i diritti d’autore e che annualmente assegna dei premi suddivisi tra sette diverse categorie musicali). Hayslip ha co-scritto la canzone con Jimmy Yeary e sua moglie Sonya Isaacs, la vera ispiratrice del tema del brano.
«Sonya arrivò un giorno con questa idea» ha detto Hayslip in una intervista a TasteOfCountry «Essendo questa una canzone sul cancro ed essendo io uno che scrive brani veloci da tre minuti che vanno bene in radio, devo ammettere che non ero molto entusiasta all’idea di sviluppare una canzone attorno a questo argomento. Sonya mi raccontò di sua mamma che aveva un cancro al seno. Io le chiesi se ci fosse il modo di chiamarla e metterla in vivavoce per farci raccontare la sua storia. E’ una cosa che non avevo mai fatto. La chiamammo ed ella ci raccontò la sua storia, dalla diagnosi al trattamento che aveva seguito. Passai dal non voler scrivere quella canzone al volermici immergere completamente. Quella era la canzone che quel giorno Dio voleva che scrivessimo. Tutte le reazioni che abbiamo avuto a quel brano come autori sono state potenti … sia da parte di sopravvisuti al cancro che da parte di familiari che hanno perso persone care a causa di esso. E’ risultata essere davvero una canzone speciale nella mia carriera».
Mettere la firma su brani che scalano la classifica country non è comunque una novità per Ben Hayslip, del quale ricordo le recenti “Honey Bee” e “All About Tonight” di Blake Shelton, “I Don’t Want This Night To End” di Luke Bryan, “Gimme That Girl” di Joe Nichols e “All Over Me” di Josh Turner (ma ha scritto tra gli altri anche per Trace Adkins, Brooks & Dunn, Jack Ingram, Jeff Bates, Trent Willmon e Rodney Atkins). «Il fatto che possa sedere e comporre una canzone come “I’m Gonna Love You Through It” su un tema così serio che poi arriva al primo posto delle classifiche è una cosa enorme. non tanto per me stesso o per la confidenza che mi da’ come autore, ma soprattutto per la soddisfazione che mi dà vedere quante vite questa canzone arriva a toccare. Più saliva in classifica, più voleva dire che la gente la ascoltava. Ora so che milioni di persone hanno ascoltato il brano e attraverso Facebook e le email ho sempre il ritorno da parte di tutte loro. Questa è la cosa speciale per un autore di canzoni. Lo fai perchè ti piace guadagnare e ti piace scrivere, ma in questi casi ti rendi conto che cambi anche le vite e fai provare qualcosa alle persone che ascoltano la tua musica».
Nato nel 1970 in Georgia, Ben ha sempre avuto fin da giovanissimo il sogno di trasferirsi a Nashville e scrivere canzoni. Ma sarebbe tornato nella natìa Evans se non fosse stato per Jeff Bates, che nel 2005 incise la sua canzone “Long, Slow Kisses” catapultandola nelle Top Ten country e permettendogli di guadagnare i primi soldi per stare a Music City. Da allora Hayslip non si è fermato un attimo: solo nel 2009, 26 delle sue canzoni sono state incise da altrettanti cantanti. Da diversi anni è membro del famoso trio The Peach Pickers composto – oltre che da lui – da Rhett Akins e Dallas Davidson, premiato anche l’anno scorso a Nashville. Con i ragazzi Ben si incontra ogni giorno: c’è molto cameratismo tra di loro, e non potrebbe essere altrimenti. «Quando fai questo lavoro per vivere ogni giorno, è così noioso sedere al tavolo da solo per scrivere. Il cameratismo ci permette di buttare fuori tutte le idee per una melodia che ci vengono. Per alcune delle nostre migliori canzoni abbiamo impiegato da 45 minuti a un’ora per scriverle; per altre avevo il cervello fuso quando sono arrivato a casa» ammette Ben a proposito dell’intensità del processo creativo. «Ci sono solo tra le 250 e le 300 persone che vengono pagate per scrivere canzoni, in questa città, e questo non può essere un hobby. E’ un lavoro a tempo pieno!»
M.A.

 

 

Ashton Kutcher e gli ACM Awards: opportunismo o ingenuità?

Posted by CountryStateLine on 9th aprile 2012 in Home (News)

Quando il tuo sogno è unicamente quello di diventare una grande star conosciuta ovunque ma gli anni passano e il sogno non si realizza mai c’è chi la prende davvero male. Sei sempre lì a sbatterti per attirare l’attenzione, per cercare di comparire sulla prime pagine dei giornali, nelle aperture delle news della sera… ma niente. Il sogno diventa incubo. Deve stare vivendo una situazione del genere il povero Ashton Kutcher, 34enne attore americano da noi semisconosciuto ai più (“Fatti, strafatti e Strafighe”, “Oggi sposi… Niente Sesso”, “Capodanno a New York” alcuni dei suoi titoli più interessanti della sua filmografia… pensate un pò…), che è diventato famoso più che per la sua bravura d’attore per il suo matrimonio con l’allora 43enne attrice Demi Moore nel 2005, naufragato 6 anni più tardi in un parimenti chiaccherato divorzio..
Nel suo disperato piano per tenere i riflettori accesi su di lui la settimana scorsa, come avevo brevemente accennato nella cronaca della serata, è apparso durante la diretta della serata per gli Academy of Country Music Awards subito dopo la esibizione di Tim McGraw e Kenny Chesney, vestito come vedete nella foto (Ethan Miller / Getty Images), cappello nero da cowboy e giacca rossa, per annunciare le candidature e consegnare il premio per la categoria Vocalista dell’Anno, poi vinto da Miranda Lambert. Prima di consegnarle il premio, non pago, dichiarandosi un fan del genere, ha cercato di intonare a cappella due versi della canzone “I Cross My Heart” di George Strait dedicandoli a tutte le donne che stavano per salire sul palco in quella serata.
Kutcher (a sinistra smessi i panni country – Foto PR) si è divertito molto. Non così la platea dell’ MGM Grand Garden Arena di Las Vegas e il mondo della musica country, che ha fatto sentire subito la sua voce. Cominciando dalla stessa Miranda Lambert, la quale dopo la diretta ha commentato su twitter «Sbaglio o Ashton Kutcher si stava prendendo gioco del country? Sto riguardando la registrazione e me lo sto domandando». Justin Moore è stato ancora più diretto e caustico di Miranda. Sul medesimo social network egli ha scritto: «Ho visto Ashton Kutcher agli ACM Awards stasera. Davvero spregevole. Non mi importa della gente che ridicolizza il modo in cui gli artisti country si vestono.» Martedì scorso Kutcher ha cominciato a twittare per rispondere alle accuse, scrivendo a Lambert «Sono uno dei più grandi fan della musica country che tu abbia mai incontrato. Non stavo affatto prendendomi gioco di essa». Venerdì, poi, egli ha risposto anche a Justin Moore replicando «sono cresciuto idolatrando lo stile degli Higwaymen, Hank, Merle, Patsy Cline. Sto cominciando a domandarmi se il genere new country non lo capisce. Justin Moore lo chiama ridicolizzare. Io lo chiamo avere rispetto per i più anziani. Forse è qualcosa di fuori moda. Io so quando è il momento di stare zitti.»
Anche il cantante country
Lee Brice (a destra, foto Jason Merritt – Getty Images), in uscita il prossimo 24 aprile col suo secondo disco (“Hard 2 Love”) ma che ha già conquistato il suo primo premio proprio agli ultimi ACM Awards come co-autore della canzone “Crazy Girls” con cui la Eli Young Band ha vinto il riconoscimento come Canzone dell’Anno, è intervenuto in settimana sull’argomento durante una diretta radiofonica su una radio americana. Secondo lui Kutcher stava solo innocentemente tentando di cantare una canzone. «Non credo che volesse ridicolizzare la musica country. Penso che fondamentalmente egli sia un tipo genuino, che stesse davvero tentando di cantare una canzone e che semplicemente non sia un buon cantante. Penso davvero che egli ami la musica country, non credo che altrimenti sarebbe andato lì.»
Nell’attesa di altri commenti dal mondo della musica country, Kutcher intanto tiene accesso quel riflettore. E io faccio i complimenti al suo manager per l’ottima operazione di marketing conclusa.

M.A.

ACM Awards 2012: commento e cronaca della 47esima edizione

Posted by CountryStateLine on 9th aprile 2012 in Home (News)

Dunque poche novità sotto il sole dei premi assegnati agli ACM Awards 2012 lo scorso 1 aprile. L’Intrattenitrice dell’anno è ancora una volta (per la seconda volta consecutiva) Taylor Swift (foto Getty Images a lato). Nutrivo pochi dubbi a riguardo. Questo in fondo è il premio degli artisti che hanno la base di fan più larga (poiché il voto dei discografici si combina online con il loro) e riflette sempre l’andamento dei tour dal vivo, dove Taylor ha davvero pochi rivali. Forse al momento solo Brad Paisley e Jason Aldean hanno le carte in regola per batterla (non credo Blake Shelton, nonostante il successo del programma americano “The Voice” e la sua crescente popolarità), a patto che entro il prossimo anno riescano a girare il mondo quanto ha girato lei nell’anno passato. Ma temo che ogni volta che gli “esperti” le assegneranno una nomination, Taylor Swift si porterà sempre a casa il premio.
Il premio alla Migliore Vocalista Femminile è andato a Miranda Lambert. E per lei sono tre di seguito. Un gran bel risultato. Il mio cuore avrebbe preferito Martina McBride: per lei gli ultimi premi vinti in questa categoria risalgono alla doppietta consecutiva 2001-2002 e l’ultima nomination l’aveva avuta quattro anni fa. L’occasione era propizia ma evidentemente  la storia di quelle due vittorie, delle altre 9 nomination in 11 edizioni e gli ottimi riscontri avuti con “I’m Gonna Love You Through It”, il secondo singolo tratto dal suo ultimo album “Eleven”, non sono stati elementi sufficienti per la giuria. Il cuore conta poco, i numeri parlavano chiaro: Miranda e Taylor Swift erano le vere due contendenti al titolo, anche perché la Underwood poco davvero aveva fatto nel 2011 per poter sperare di essere accreditata alla pari. Ben diverso potrebbe essere l’anno prossimo se le vendite del suo nuovo disco in uscita il 1° maggio dovessero andare bene.
D’altronde se è vero che sono la coppia del momento, ad ogni premio vinto da Miranda deve corrispondere un premio vinto da Blake Shelton. Non poteva essere che lui quindi a vincere il premio come vocalista maschile dell’anno. Tutti i nominati della categoria (con Shelton c’erano Jason Aldean, Kenny Chesney, Brad Paisley e Chris Young) nel corso del 2011 hanno messo a segno da due a tre singoli numeri uno e realizzato vendite da record con i loro album. Peccato per Brad Paisley, che ha visto sfumare la chance di vincere il premio per la sesta volta consecutiva. Poche possibilità erano date in partenza per Young, nonostante la sua forte voce country ed una stringa di 5 numeri uno messi a segno in classifica (cosa che nemmeno Garth Brooks e Alan Jackson sono mai riusciti a fare). Shelton ha portato via il riconoscimento della ACM per la prima volta (mentre per la CMA l’ha vinto nelle ultime due edizioni) e direi che questo è l’anno che gli ha dato le maggiori soddisfazioni.
Miglior Duo Vocale dell’Anno  è risultato Thompson Square (foto a sinistra). E non poteva essere diversamente, con i contendenti che si sono ritrovati: troppo presto per Love & Theft, al momento in radio solo con un singolo; Montgomery Gentry non hanno mai vinto in questa categoria con l’Academy of Country Music e sono tornati al successo con un singolo solo dopo quasi 2 anni di assenza (benché siano stati in grado di fare un tour e in radio le loro canzoni non manchino mai); Sugarland hanno avuto i loro problemi con l’incidente all’Indiana State Fair; Steel Magnolia, il duo più promettente del 2011, si sono dovuti dare uno stop a causa del ricovero di Joshua Scott Jones in un centro di recupero per drogati a fine settembre 2011. Chi altri poteva vincere?
Il gruppo più agguerrito ed equilibrato era quello che lottava per il Miglior Gruppo Vocale dell’Anno. Vincitori il gruppo Lady Antebellum (foto a destra), che lo aveva dominato anche per le precedenti due edizioni dopo un periodo di dominio dei Rascal Flatts che lo avevano vinto per ben cinque volte. Ma attenzione a Zac Brown Band e The Band Perry, due gruppi con tutte le carte in regola, mentre ad Eli Young Band rimane la consolazione di avere avuto il singolo più trasmesso dalle radio nel 2001, “Crazy Girl”.
Miranda Lambert si è portata a casa anche il premio per Album dell’Anno per “Four The Record”. Il gruppo in lizza per questo premio ha rappresentato una sorta di cambio ideale della guardia, con Eric Church e Jason Aldean a guidare il nuovo che avanza, vale a dire un sempre più marcato country rock. Lambert, Chesney e Lady Antebellum avevano già tutti in passato ottenuto altre candidature per questa categoria mentre i precedenti due album di Miranda  e “Need You Now” dei Lady Antebellum si erano guadagnati già il trofeo.
A differenza di quanto avevo pronosticato, il premio per il Disco Singolo dell’Anno non è andato a “Tomorrow” di Chris Young (una delle cinque sue numero uno consecutive) bensì a “Don’t You Wanna Stay” di Jason Aldean e Kelly Clarkson (qui a sinistra, fotografati mentre ritirano il premio), che si sono aggiudicati anche il Vocal Event Of The Year. Sono stati sconfitti “Crazy Girl” di Eli Young Band – come detto il singolo più trasmesso dalle radio nel 2011 – e “You and Tequila” che ha quasi raggiunto lo stesso risultato.
Eli Young Band hanno però giustamente ottenuto il premio per la Canzone dell’Anno, sconfiggendo “You and Tequila” di Kenny Chesney e Grace Potter, “Threaten Me With Heaven” di Vince Gill, “Just a Kiss” di Lady Antebellum e “Home” di Dierks Bentley.
Nessun candidato per il premio Video dell’Anno era più ideale di “Red Solo Cup” di Toby Keith, che infatti ha vinto (anche se il video di Swift “Mean” era un avversario molto ostico) confermando quanto lasciato intravedere nel corso del 2011: una canzone il cui successo è derivato proprio dal suo video, che come un virus ha iniziato a girare vorticosamente su YouTube ed è diventato quasi un fenomeno culturale. Meritato.
Tra i premi più ambiti, chiudiamo con quello al Nuovo Artista dell’Anno, andato a Scotty McCreery (foto Getty Images a destra), che ha dimostrato di avere le carte in regola per sfondare e che, grazie alla sua esposizione mediatica durante la trasmissione “American Idol”, ha dimostrato di avere alle spalle un numero di fan già sufficiente per spaventare le più giovani star al momento in cima alle preferenze. Gli sconfitti sono stati Brantley Gilbert, che avrebbe sicuramente vinto se il premio in questione fosse assegnato da appartenenti all’industria discografica anziché – fondamentalmente – dai fan, e Hunter Hayes che è giovanissimo e avrà migliori chance l’anno prossimo.

LO SHOW
Per quanto riguarda lo show trasmesso dalla CBS, caliamo prima di tutto un velo pietoso sulla esibizione di Ashton Kutcher chiamato (chissà da chi, chissà perché) a cantare una canzone di George “The King” Strait, “I Cross My Heart”, scimmiottandolo in maniera vergognosa. L’edizione si è aperta con una splendida Carrie Underwood che è entrata sul palco in un bellissimo (e cortissimo! Vedere la foto) vestito color magenta che faceva da contraltare al bianco con cui erano vestiti i membri della sua band. Carrie ha cantato – con qualche imprecisione – il suo ultimo singolo (poco) country e (molto) pop, “Good Girl”, mentre su una serie di schermi giganti dietro di lei danzava un gruppo di ballerine, la cui figura era proiettata con un gioco di luci.
A seguire l’ingresso dei due conduttori, Reba McEntire e Blake Shelton, che hanno divertito per tutta la serata con le loro battute e le loro punzecchiature reciproche. «Benvenuti alla festa dell’anno della country music!» ha detto Blake entrando con Reba. «Bene, Blake tu hai fatto festa la scorsa notte?» ha chiesto Reba. «Non ricordo… Ho bevuto due bicchieri di troppo rispetto al mio limite, e quattro meno del limite di Randy Travis!» (un sarcastico riferimento alla vicenda di cui ho parlato anche su CountryStateLine – vedi). D’accordo, le battute fanno parte del programma e sono studiate a tavolino ma – come le barzellette – se non sono dette nella maniera migliore, con il giusto tono e nei giusti tempi, non fanno ridere nessuno. Cosa che invece non è successa alla coppia, che è riuscita a mantenere sempre alto il tono e la verve della diretta. In uno dei più divertenti siparietti tra di loro, Reba ha fatto notare a Blake, così giovane, come fino a pochi anni fa non fosse propriamente uno famoso e che non ci sia traccia di un suo “passato” recente negli annali della country music. Blake allora ha risposto che lui di Reba non ha mai avuto modo di conoscere nulla dei suoi primi lavori discografici fino a quando a casa non hanno installato il canale History Channel. Oppure quando Blake, dopo aver visto il gruppo dei Kiss tra il pubblico, ha detto: «Ehi sapete che ci mettono quattro ore a truccarsi per apparire così come li vedete?» E poi, guardando insistentemente Reba, ha aggiunto: «Riuscite ad immaginare qualcun altro la cui seduta di trucco abbia la stessa durata?» Il pubblico si è molto divertito.
Le prime esibizioni hanno visto Chris Young cimentarsi sul palco dell’MGM Grand Garden Arena nella la sua up-tempo “Save Water, Drink Beer” e Zac Brown Band entusiasmare un folto gruppo di fan all’esterno del Mandala Bay Casino (dove si è svolta una parte della diretta, condotta dagli Sugarland) con “Keep Me in Mind”. Tornati in interni, è stata la volta di “Postcard From Paris” dei The Band Perry (foto a destra) con una scatenata Kimberly Perry protagonista di uno show da vera star. Una presenza scenica che non è da tutti, e soprattutto non si insegna. Il premio per la Canzone dell’Anno è stato consegnato ad una emozionatissima Eli Young Band per la loro “Crazy Girl” da parte degli autori Lee Brice e Liz Rose. Il cantante Mike Eli è apparso sinceramente scioccato per la vittoria dicendo di avere sognato questo momento per tutta la vita.
Se è parso che quest’anno ci fossero più esibizioni dal vivo, è perché è stato proprio così. Per far ciò, un paio di premiazioni sono state eliminate dal programma della diretta televisiva, vale a dire il premio per il Duo Vocale dell’Anno e quello per il Video dell’Anno.
Quando Miranda Lambert ha ritirato il premio per l’Album dell’Anno ha detto «I miei album sono come bambini. E’ quello che mi da il motivo per alzarmi alla mattina». Più tardi nel corso della serata, Miranda ha reso una delle migliori performance di questa edizione degli ACM Awards cantando “Over You” che il marito Blake Shelton ha definito “la canzone più importante e personale della nostra vita insieme”. Mica bruscolini. Cinta da un bellissimo vestito nero, l’intensa esecuzione di questa canzone che parla di perdite e di dolori da parte della Lambert ha dimostrato ancora una volta come questa cantante non abbia davvero bisogno di fuochi d’artificio né di altri fronzoli per attirare l’attenzione sulla sue straordinarie capacità vocali.
Un altro grande momento è stato l’ingresso su palco dell’MGM Grand , in vestito e trucco di scena completi, dei già citati Kiss, che hanno premiato i Lady Antebellum come Gruppo Vocale dell’Anno. Forse in onore di questo storico gruppo rock degli anni ‘70 la successiva esibizione da parte di Lady A di “Dancin’ Away With My Heart” si è svolta in una avvolgente cortina fumogena.  E’ stato poi il turno di Eric Church (foto a destra) con “Springsteen” mentre le telecamere inquadravano Keith Urban e Nicole Kidman in platea che cantavano con il pubblico. A proposito, ma Church ci va anche a letto con quegli occhiali da sole?
Brad Paisley con la sua “Camouflage” ha conquistato il pubblico con gusto, mettendo in mostra il suo tradizionale tocco veloce di chitarra. Brad è poi riapparso più tardi nella serata per suonarla accompagnando Zac Brown’s Band in “Whiskey’s Gone” vestito con un berretto simile al copricapo di Zac (i due nella foto più sotto).
Jason Aldean, che con Kelly Clarkson e Michael Knox ha vinto il premio per il Disco Singolo dell’Anno, ha detto che l’intuizione di registrare questa canzone è stata giusta. «Ho pensato subito che per essa ci volesse una voce femminile e Kelly è stato il primo nome a venirmi in mente». Reba McEntire ha reso omaggio allo scomparso Earl Scruggs prima che  Steve Martin (si, l’attore)salisse sul palco per suonare “Banjo”, il nuovo singolo dell’ultimo disco di Rascal Flatts. Martin è apparso però un po’ in disparte, defilato in secondo piano.
Blake Shelton ha poi presentato “Red Solo Cup” di Toby Keith definendolo come “il più grande successo a sorpresa da quando Osama Bin Laden ha detto Ma Chi è Toby Keith??” e Keith ha cantato la sua hit passeggiando tra il pubblico in giro per l’arena tenendo per le mani (sia l’uno che gli altri) un bicchiere rosso. Tim McGraw e Kenny Chesney (una spettacolare infilata di ben NOVE candidature agli ACM Awards di quest’anno per Kenny!) hanno fatto una splendida figura insieme in “Feel Like a Rockstar”, che è stato rilasciato alle radio proprio durante la diretta dello show. Sospetto che il loro “Brothers of the Sun Tour” questa estate avrà un grande successo.
Un’altra eccellente esibizione è arrivata da Dierks Bentley, che è stato presentato da un video di Bono: «La sua musica mi raggiunge fin nella mia cucina a Dublino» ha detto la leggendaria rockstar prima che Bentley cantasse una versione molto da “arena” di “Home” che tutti hanno cantato con lui e che non avrebbe sfigurato ad un concerto degli U2.
Sinceramente l’esibizione di Martina McBride e Pat Monahan in “Marry Me” (foto a sinistra) non l’ho capita: i due hanno cantato mentre dietro di loro su di un palchetto un trio di (presumibili) attori composto da un reverendo e una coppia di sposi nell’atto di unirsi in matrimonio si frapponevano al cantato con le loro parole, facendo un mix assolutamente fastidioso e incomprensibile con un mix audio per di più assolutamente sballato.
Al momento della consegna del premio come Migliore Vocalista Maschile, Blake Shelton ha detto: «Non mi aspettavo che mi arrivasse! Pensavo sarebbe andato alla canzone di Dierks (Bentley). E’ stata una strada lunga e difficile, e ne abbiamo ancora tanta da percorrere!».
Altre esibizioni della serata: “For You” di Keith Urban dal film “Act of Valor”, “Drink On It” di Blake Shelton. Little Big Town hanno fatto un mix tra “Here’s Hope” di Hunter Hayes e “Imagine” di John Lennon con un coro di bambini per sensibilizzare il pubblico ad una raccolta fondi per il Terzo Mondo denominata “Child Hunger Ends Here” (letteralmente: la fame dei bambini finisce qui). Jason Aldean poi ha cantato “Fly Over States” e Sara Evans (bellissima!) si è esibita nella sua “My Heart Can’t Tell You No” (ultima foto in basso a destra).
Tra le artiste che non si sono esibite c’è stata Taylor Swift. Quando ha ritirato il suo secondo consecutivo premio come Intrattenitrice dell’Anno ha detto: «Ai colleghi coi quali sono stata candidata dico “vi rispetto tantissimo e vi voglio bene! Lavoriamo duro e cerchiamo di ricompensarvi. Grazie ai fan per aver votato e anche alla mia famiglia!»
A chiudere la serata un’altra esibizione di Blake Shelton, a cui si è unito Lionel Richie per duettare insieme con la hit di Richie “You Are” che è inclusa nel suo nuovo disco “Tuskegee” da poco uscito.

Per vedere la lista completa dei vincitori
CLICCATE QUI

Per le foto ringrazio il sito dell’
Academy
of Country Music

47esimi ACM Awards: domenica 1° aprile il giorno della verità

Posted by CountryStateLine on 30th marzo 2012 in Home (News)

L’Academy of Country Music ha annunciato ieri che domenica sera ci saranno diverse esibizioni speciali durante la tre ore di diretta televisiva dei 47esimi ACM Awards, che si svolgeranno domenica prossima in una MGM Grand Garden Arena completamente esaurita. Kenny Chesney farà un duetto con il suo partner di tour Tim McGraw cantando una canzone che si rumoreggia sarà il loro nuovo singolo; Blake Shelton si unirà a Lionel Richie per il loro duetto di “You Are”, una canzone tratta dall’ultimo disco di Richie “Tuskegee”; mentre Toby Keith eseguirà un brano con un ospite speciale (né il brano né l’ospite sono stati resi noti).
Jason Aldean, Dierks Bentley, Luke Bryan, Eric Church, Sara Evans, Miranda Lambert, Brad Paisley, Little Big Town, Carrie Underwood, Keith Urban, Chris Young, The Band Perry, Martina McBride (con Pat Monathan) e Rascal Flatt sono stati tutti annunciati come artisti in scaletta per una esibizione sul palco durante lo show in diretta televisiva sulla CBS, che avrà inizio alle ore 20 (ora di New York). In aggiunta a loro ci saranno Taylor Swift e Lady Antebellum.
Dierks Bentley ha ricevuto una doppia nomination come artista e autore per la canzone dell’anno per la sua “Home”, che eseguirà durante lo show. Già vincitore del premio come nuovo artista emergente, Bentley si è guadagnato in passato  due nominations per la categoria album dell’anno per “Up On The Ridge” e come artista maschile dell’anno.
Brad Paisley è l’artista maschile dell’anno in carica e quest’anno è candidato a quattro premi, incluso la sua quinta (consecutiva) nomination per “Entertainer of the Year” e l’ottava per “Artista Maschile dell’Anno”, che ha vinto cinque volte consecutive tra il 2006 e il 2010. Ha ricevuto due nomination nella categoria “Evento Vocale dell’Anno” per “Old Alabama” con gli Alabama e “Remind Me” con Carrie Underwood.
La intrattenitrice dell’anno in carica, Taylor Swift, guida le candidature di un’artista femminile singola con tre, inclusa la sua terza consecutiva per la stessa categoria per la quale è in carica. Se dovesse vincere anche domenica sarebbe la sua seconda vittoria consecutiva. Taylor, 6 volte vincitrice di un premio Grammy, è stata nominata per la quinta volta come vocalista femminile dell’anno, e per la terza volta nella categoria “Video of the Year” (per “Mean”). Nel 2011, in aggiunta al premio come intrattenitrice dell’anno, Swift è stata insignita anche del prestigioso Jim Reeves International Awards, in riconoscenza al suo notevole contributo alla diffusione e alla accettazione della musica country in giro per il mondo.

Per vedere TUTTE le nomination cliccate  QUI.

 

 

Addio ad Earl “three-finger banjo picking” Scruggs!

Posted by CountryStateLine on 29th marzo 2012 in Home (News)

Aveva reso popolare e perfezionato al massimo il cosiddetto “three-finger banjo picking”, vale a dire la tecnica di pizzicare con tre dite le corde di quello strumento in un vorticoso movimento davvero di difficile esecuzione ma di resa così musicalmente entusiasmante. Senza dimenticare che aveva fatto parte nientemeno che della band di Bill Monroe (il padre del bluegrass) prima e del duo Flatt & Scruggs dopo, rappresentando il momento della nascita di un movimento bluegrass che di lì al ventesimo secolo sarebbe andato a crescere inarrestabile.
Earl Eugene Scruggs, probabilmente il suonatore di banjo, ci ha lasciati ieri all’età di 88 anni, morto per cause naturali in un ospedale di Nashville. Era nato a Flint Hill, in Nord Carolina, il 6 gennaio 1924. A 21 anni si era unito ai Blue Grass Boys, la band di Bill Monroe, ma tre anni più tardi insieme a Lester Flatt (ex degli stessi Blue Grass Boys, venuto a mancare nel 1979) aveva fondato un duo dal nome Foggy Mountain Boys. Più tardi questo duo sarebbe stato conosciuto con il nome di Flatt & Scruggs e avrebbe suonato fino al 1969, anno del loro scioglimento artistico dovuto a contrastanti idee su come interpretare il loro bluegrass (rimanere più fedeli alla tradizione, come voleva Flatt, o dare più spazio alla sperimentazione come auspicato da Scruggs) . Uno dei loro più famosi successi risulterà essere “The Ballad of Jed Clampett”. Nel 1969, l’anno della rottura, vinsero un Grammy per la versione strumentale di “Foggy Mountain Breakdown” di Scruggs e quello stesso anno Scruggs fondò gli Earl Scruggs Revue, al cui internò diede spazio ai suoi figli. Nel 1985 Flatt & Scruggs furono eletti membri della Country Music Hall of Fame.
Scruggs continuò a incidere dischi e a suonare per il resto della sua esistenza. Vinse  un secondo Grammy nel 2001 per “Foggy Mountain Breakdown”. Nel  brano Steve Martin esegue un assolo con un secondo banjo. Mentre Vince Gill ed Albert Lee lo eseguono alla chitarra elettrica, Paul Shaffer al pianoforte, Leon Russell all’organo e Marty Stuart al mandolino. A partire da quell’anno Scruggs si esibì di rado dal vivo, soprattutto a causa delle sue fragili condizioni di salute. Nel 1996 ebbe un attacco di cuore durante la degenza post-operatoria per un intervento di sostituzione di un femore. Era stato ricoverato anche l’anno scorso, dopo un paio di apparizioni tra il 2010 ed il 2011 con i suoi figli, e le sue condizioni apparivano buone.
Nel 2001 aveva realizzato il cd “Earl Scruggs and Friends”, il suo primo album dopo un decennio di silenzio discografico: in 12 brani ha collaborato con un impressionante stuolo di musicisti/cantanti suoi ammiratori, da Elton John a Dwight Yoakam, da Travis Tritt a Sting, da Melissa Etheridge a Vince Gill, da John Fogerty a Don Henley, da Johnny Cash allo stesso Steve Martin.
Una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles lo ricorda imperituramente dal 13 febbraio 2003. Lascia i suoi due figli, Randy e Gary (la moglie Louise era scomparsa sei anni fa).
Riposa in pace, Mr. Scruggs!
M.A.
(Foto: AP e Getty Images)

 

 

 

Taylor Swift: 25 nuove canzoni già pronte. Album fuori a fine anno.

Posted by CountryStateLine on 23rd marzo 2012 in Home (News)

Non bastassero i record che ha stabilito nel 2011 in fatto di guadagni e di durata di un tour, secondo Taylor Swift l’anno del botto sarà il 2012. La 22enne originaria della Pennsylvania ha promesso infatti che quest’anno, dopo il tremendo successo del suo terzo album “Speak Now”, pubblicherà un nuovo disco. Nulla è dato sapere ovviamente a riguardo della data di pubblicazione o del titolo ma Swift ha dichiarato che ci metterà l’anima proprio come ha fatto con i suoi precedenti lavori. La cantante è cresciuta parecchio da quando esordì nel 2006 con il singolo “Tim McGraw” e di certo la critica l’attende al varco per vedere cosa mai le passa nella testa mentre in questi anni sta passando dall’adolescenza all’età adulta.
Lo scorso inverno, in una intervista concessa al New Yorker Taylor ha rivelato che la canzoni che ha composto finora per l’album in uscita nel 2012 sono per lo più canzoni tristi. Mi chiedo: ma quanti sono i ragazzi che ha incontrato e che l’hanno delusa? Qualche mese fa, invece, ospite nella trasmissione radiofonica di Ryan Seacrest a Los Angeles, ella ha dichiarato di avere già pronte per il disco 25 canzoni; considerato che sono passati diversi mesi il carnet di brani a disposizione sarà stato sicuramente rimpinguato durante queste ultime settimane di tour per il mondo, anche se la cantante dice di non avere mai molto tempo di scrivere mentre gira per concerti (e meno male!). Di sicuro ha messo da parte un consistente numero di canzoni per poter assemblare – verosimilmente – un disco molto forte da un punto di vista contenutistico. Ciò che non sceglierà per la tracking list sarà messo al sicuro in cassaforte per un uso futuro, ha detto. Di certo una ragazza molto saggia, ma questo lo sapevamo già. «Essendo così impegnata, non c’è molto tempo per fermarsi a metà giornata e mettersi a riflettere su quel ricordo o quella sensazione in cui ti sei imbattuta in quel momento circa un rapporto o incontro che hai avuto un anno prima» ha detto, spiegando che le migliori idee le vengono alla sera tardi e dimostrando che da brava star country pop non dorme praticamente mai. «Le canzoni che alla fine amo di più sono quelle che mi arrivano e che butto giù velocemente».
Lo scorso dicembre Taylor ha scritto e pubblicato un brano con i Civil Wars, un duo country folk composto da John Paul White e Joy Williams (con Taylor Swift e Hillary Scott dei Lady Antebellum qui a sinistra, a Nashville – FotoTec Petaja) e T Bone Burnett del quale – a suo dire – è stata particolarmente entusiasta. La canzone si intitola “Safe and Sound” ed è tratta dalla colonna sonora del film “The Hunger Games”, film in uscita anche in Italia a maggio. La canzone è un po’ diversa dalle classiche melodie di Swift e presenta elementi che la rendono molto più “cupa” del solito, forse il sintomo che la ragazza è cresciuta sia come artista che come autrice. Ad ogni modo da qualche settimana circola su internet anche l’audio di un secondo brano tratto da quel film, “Eyes Open”, che più di ogni altra cosa secondo me prova un definitivo allontanamento dalla musica country. Vero è che il film con la musica o il mondo country nulla ha a che fare. Secondo il padre di Taylor questo album sarà il suo migliore in assoluto. Noi non possiamo saperlo, né possiamo sapere se questa tendenza alla cupezza sarà presente anche nel suo nuovo lavoro country. Cambiamento è sempre sinonimo di miglioramento? Per molti detrattori di Taylor Swift, nel suo caso si. Staremo a vedere.
Ad ogni modo il nuovo album è atteso per la fine dell’anno, il che darà alla cantante ancora del tempo per concludere il suo “Speak Now World Tour” e forse aggiungere anche altre date, nonché altri premi ai due Grammy che si è portata via quest’anno per la canzone “Mean”.

Una numero uno all’anno per George “The King” Strait!

Posted by CountryStateLine on 22nd marzo 2012 in Home (News)

George Strait lo ha fatto ancora! Il suo più recente singolo, “Love’s Gonna Make it Alright” tratto dal suo ultimo CD “Here For A Good Times”, acchiappa anch’esso la prima posizione secondo Mediabase (un servizio di  rilevazioni americano che monitora quasi 2000 stazioni radio tra Stati Uniti e Canada) andando ironicamente a marcare la sua 59esima numero a pochi mesi dal compimento del suo 60esimo compleanno: quindi una numero uno all’anno! “Love’s Gonna Make It Alright”, scritta da Al Anderson e Chris Stapleton, è una delle poche canzoni di questo album che Strait non ha scritto con il figlio Bubba e con il suo amico di lunga data Dean Dillon. «Sapete, ho sempre pensato che a prescindere dal fatto che l’abbia scritta io o meno, devo approfittare di ogni buona canzone che mi capita a tiro» ha detto Strait «Non le canto solo quando sono io a scriverle. Cerco sempre di trovare le migliori canzoni per fare il miglior disco e penso che tutte le canzoni che ho registrato meritano di essere in questo album.”
“Here For A Good Time” ha debuttato al numero uno della classifica degli album country di Billboard (il terzo album di Strait a debuttare consecutivamente al numero uno) e al numero tre nella classifica Billboard Top 200, dietro Adele e Lil Wayne. Strait ha coprodotto l’album con il suo fidato produttore Tony Brown allo Shrimpboat Sound Studio di Key West in Florida, lo stesso studio dove l’artista ha registrato i suoi ultimi tre album (che hanno portato a casa tutti almeno un riconoscimento). Il membro della Country Music Hall of Fame ha invece co-scritto sette delle undici tracce di “Here For A Good Time” insieme a suo figlio Bubba e a Dean Dillon. George Strait è l’unico artista che su 90 suoi singoli trasmessi in radio ne ha visti ben 85 entrare nei primi dieci, con 24 dischi arrivati in cima alla classifica degli album country di Billboard.