Lorrie Morgan: nuovo disco ed esordio a Broadway “grazie” a George Strait

Posted by CountryStateLine on 3rd novembre 2009 in Home (News)

L.Morgan AMIT“A Moment In Time”, il nuovo disco di Lorrie Morgan uscito la scorsa settimana per la Country Crossing Records, è una raccolta di 14 bellissimi classici della musica country da lei reinterpretati, come “Leavin’ On Your Mind”, “Cry” e “Are You Lonesome Tonight”. L’album, prodotto da Wally Wilson e Chip Voorhis, include anche duetti con stelle del calibro di Raul Malo (che canta con lei “Easy Lovin”) e Tracy Lawrence (in “After The Fire Is Gone”). Da una settimana a questa parte “A Moment In Time” è disponibile anche per il download digitale (ovviamente a pagamento) in una sezione specifica del sito di Amazon, “MP3 Daily Deal”. Un’idea originale per “assaggiare” qualche traccia prima dell’acquisto del disco, o se non avete voglia o possibilità di acquistarlo “per intero”.
locandina filmNel frattempo Morgan si sta preparando anche per andare a New York, dove dall’inizio del prossimo anno cominceranno le prove dello spettacolo che la vedrà debuttare sul palcoscenico di Broadway. Si tratta dell’adattamento teatrale del film “Pure Country”, che sicuramente molti di voi che state leggendo conosceranno.  ”Pure Country” (1992) è stato l’esordio davanti alla macchina da presa della stella country texana George Strait, per la regia del semisconosciuto Christopher Cain (“Young Guns”). Nel film – di cui vedete la locandina qui a destra – Strait interpreta in una sorta di nemesi la parte di un artista country al top della fama, Dusty Wyatt Chandler, che improvvisamente, stanco di un successo senza più emozioni che gli sta consumando l’anima facendogli dimenticare i veri valori e sacrificare il cuore e gli ideali che lo ispirarono all’inizio della carriera, decide di abbandonare la falsa gloria del palcoscenico e il carrozzone dei profittatori che guadagnano alle sue spalle sparendo all’improvviso alla vigilia di un importante concerto. george-joeTra chi ne ha tradito la fiducia c’è anche Lula Roger, la manager che anni prima lo aveva scoperto e dal nulla fatto diventare una celebrità, alla quale è stato legato da una storia d’amore, poi tramutatasi in un rapporto basato solo sull’interesse di lei nello spremere il più possibile il talento di Dusty per arricchirsi. Chandler torna così, da sconosciuto, nei posti da cui era partito quando era semplicemente un cantante talentuoso, prima di incontrare sulla sua strada Lula (interpretata nel film da una brava Leslie Ann Warren). Presso la fattoria della famiglia reincontra tra gli altri la sua amata nonna e, dissimulando la sua identità (essendosi tagliato la barba e i capelli) riscopre il “vecchio” Dusty” parlando con la gente e alla fine trovando anche l’amore. Nella trasposizione in musical di “Pure Country”, per la regia di Peter Masterson (co-autore dell’adattamento teatrale insieme a Rex McGee, che aveva scritto la sceneggiatura cinematografica), Lorrie Morgan interpreterà il ruolo di Lula Roger, mentre la parte che fu al cinema di George Strait è andata a Joe Nichols, altra stella country in ascesa (entrambi nelle foto poco più sopra a sinistra). «Non ho mai pensato che il cammino della mia vita mi avrebbe portato a Broadway» ha detto Morgan in un’intervista «Ma quando ho sentito che stavano creando un musical basato su uno dei più amati country music movie, ho capito che dovevo farne parte. Sono eccitatissima per questo mio debutto sul palcoscenico di un musical e di diventare parte della comunità teatrale di Broadway… Spero che i fan della musica country verranno in tanti a vederci a New York!» 
Maggiori informazioni per chi mastica inglese si possono reperire sul sito del musical all’indirizzo
 http://www.purecountryonbroadway.com/index.php . Inutile sottolineare che anche il film “Pure Country” è sì reperibile  - sia in VHS che in dvd – ma solo in versione originale, non avendo mai trovato distribuzione cinematografica al di fuori degli Stati Uniti. 

Dopo la casa, in vendita anche la collezione di Alan Jackson

Posted by CountryStateLine on 28th ottobre 2009 in Home (News)

Alan_Jackson_CB_Logo_v1La scorsa estate a Nashville non si parlava d’altro: Alan Jackson aveva deciso di mettere in vendita la sua tenuta e il proibitivo costo d’acquisto (38 milioni di dollari) di certo non generava una domanda molto alta. Ne parlai anche io, nel post del 13 luglio (www.countrystateline.com/?p=221). Quella casa è ancora disponibile (ma va!?) ma quello che mi ha divertito è sapere che, nell’attesa di vendere - prima o poi - l’immobile, Jackson ha sentito il bisogno di cominciare a vendere un pò delle sue cose, molte delle quali provenienti proprio da quella tenuta. Per farlo si è rivolto nientemeno che alla Cracker Barrel, catena americana di 591 tra negozi e ristoranti distribuiti in 41 stati Usa con sede principale a Lebanon (Tennessee) che si occupa anche di vendita al dettaglio trattando di tutto un pò: dai prodotti gastronomici agli articoli da regalo, dai cd in edizioni speciali agli articoli da collezione e oggetti introvabili… Insomma una specie di grande mercato a 360 gradi. La collezione è stata denominata The Alan Jackson Collection ed include una serie di 40 articoli di varia natura proveniente in parte dalla proprietà dello stesso cantante country o prodotti con la sua autorizzazione e sotto la sua supervisione: articoli di abbigliamento per uomo e donna, prodotti gastronomici “griffati” Jackson, rarità appartenenti all’artista, articoli per la casa, calendari e quaderni di cucina… Il pezzo forte della collezione, secondo Jackson, è rappresentato da una serie di sedie a dondolo ricavate da tronchi di duro legno di abete olandese raccolti nel Maine e assemblati a mano in Tennessee. Le sedie sono state prodotte in tiratura limitata di 1700 pezzi e sulla spalliera di ognuna è stata incisa la firma di AJ. Poi tazze, candele, bigiotteria, cappelli da cowboy, magliette… Tutta la linea è stata personalmente disegnata per incontrare – a detta dell’ufficio stampa della Cracker Barrel – il gusto personale di Jackson e rispettare i più alti standard di qualità. «La Alan Jackson Collection è un ottimo modo di fidelizzare i nostri clienti, e per i nostri clienti di avvicinarsi ancora di più alla loro star country preferita» ha affermato Peter Keiser, vice presidente marketing della Cracker Barrel. La collezione è visibile su http://www.dbaronmedia.com/Alan-Jackson/cracker-barrel-announces-the-alan-jackson-collection.html cliccando poi sul link Alan Jackson Collection.
phoca_thumb_l_26_Cookbook«Sono cresciuto nel sud, quindi Cracker Barrel ha fatto parte della vita della  mia famiglia fin da quando ero giovane» dice Alan Jackson «Sono stato lusingato quando sono venuti da me chiedendomi di collaborare per creare una collezione da vendere tramite il loro negozio country, e sono impressionato dalla quantità e dalla qualità degli articoli che siamo riusciti a mettere insieme. Penso che i miei fans e le loro famiglie apprezzeranno tutta la collezione». Ciliegina sulla torta sarà un cd, disponibile esclusivamente nei negozi Cracker Barrel, dal titolo “Songs Of Love And Heartache”. Questo cd conterrà 12 brani, di cui 10 scelti da Jackson tra i suoi più grandi successi (tra cui “Here In The Real World”, “Livin’ On Love” e “Remember When”) e 2 inediti (“That’s What I’d Be Like Without You” e “Nothing Sure Looked Good On You”). La vendita della collezione Alan Jackson (cd incluso) avrà inizio lunedì prossimo, 2 novembre. Ricordo che la Cracker Barrel (http://www.crackerbarrel.com/) offre anche un servizio di vendita online ma che purtroppo non è ancora disponibile la consegna al di fuori degli Stati Uniti.

Il ritorno di Garth Brooks!

Posted by CountryStateLine on 19th ottobre 2009 in Home (News)

GBDurante un’affollata conferenza stampa tenuta settimana scorsa alla Grand Ole Opry House Garth Brooks, l’artista che ha venduto più di ogni altro nella storia della musica country, ha annunciato il suo ritorno sulle scene dopo nove anni dal suo ritiro. Nel 2000 Brooks aveva dichiarato che la sua attività di artista lo costringeva a ritmi per lui non più sopportabili e che preferiva passare più tempo con la sua famiglia e soprattutto le sue bambine. Durante la mezz’ora in cui si è sottoposto al fuoco di fila di domande da parte della stampa presente, Garth ha specificato che al momento non è prevista nessuna data specifica né nessun evento è già stato pianificato, a parte una serie di esibizioni da tenere all’Encore Theatre presso il Casino Wynn di Las Vegas a partire dal prossimo 11 dicembre. L’accordo concluso è per un periodo di cinque anni e Garth si esibirà in show acustici comunicati a cadenze trimestrali e solo per determinate ricorrenze dell’anno. «Sarà un pò come tornare alle origini quando, prima di trasferirmi a Nashville per tentare la fortuna nella musica country, mi esibivo solo io e la mia chitarra in posti come il Wild Willie Saloon a Stillwater in Oklahoma. Desidero ricominciare con una cosa molto intima, per capire cosa piace e cosa non piace adesso alla gente. Vorrei ringraziare Steve Wynn per darmi la possibilità di esibirmi ancora per le gente in questo modo, cosa che sembrava a me ormai impossibile, e nello stesso tempo di permettermi di stare con le mie bambine. Sono ovviamente molto nervoso, ma mi piace la sensazione dell’uscire dal tetto sicuro del ritiro per tornare su un palco». Il Wynn metterà a disposizione di Brooks un jet privato per poter fare rientro dalla sua famiglia in Oklahoma appena terminati i vari spettacoli, la cui durata è prevista in un’ora e mezza ciascuno. In questi cinque anni non inciderà nessun disco e non farà nessun tour dal vivo (il periodo è stato scelto da Brooks poiché nel 2015 la sua bimba più piccola avrà compiuto 18 anni). Durante il suo discorso Brooks ha sottolineato come sia fondamentale rafforzare l’aspetto sindacale dell’industria discografica per preservare la professionalità degli artisti, dei quali è importante proteggere le canzoni dagli attacchi di internet e dei pirati informatici. «Una volta Jimmy Bowen [ex amministratore delegato della Capitol Record Nashville, ndr] mi ha detto “Non abbiamo idea di quanto potere abbiamo nelle nostre mani, dobbiamo riportare la musica al suo valore originario” ed aveva assolutamente ragione!».
Brooks è stato categorico anche sul fatto che i suoi fans non si devono aspettare di vedere le sue canzoni scaricabili tramite i-Tunes, a meno che la Apple non cambi politica e accetti che all’artista che non vuole mettere a loro disposizione solo i singoli brani sia data la possibilità di mettere a disposizione degli utenti il download dell’intero cd. Se le cose non cambiano «non vedrete mai il mio materiale lì sopra». Garth ha poi chiuso ricordando il suo enorme amore per la Grand Ole Opry: «Vorrei tanto tornare a suonare spesso all’Opry. Gli devo moltissimo. Se me lo consentiranno, lo farò». Nell’attesa di conoscere magari quello che pensate a proposito di questo annuncio, ecco quello che dovete sapere se programmerete un viaggio a Las Vegas per vedere Garth Brooks in concerto: i biglietti andranno in vendita sabato prossimo a partire dalle 11 ora di New York (le 17 da noi) e avranno un prezzo di $143 (quasi 100 euro); possono essere prenotati telefonicamente allo 001.702.770.7469 oppure online a www.wynnlasvegas.com/boxoffice . Le date confermate al momento sono: a dicembre l’11, il 12 ed il 13; a gennaio l’1, il 2, il 3 e il 22, 23 e 24; a febbraio il 12, il 13, il 14 e il 26, 27 e 28. Il venerdì lo show comincia alle 20, sabato doppio spettacolo alle 20 ed alle 22.30, domenica alle 20.
Non sarà un vero e proprio rientro ma…. bentornato Garth!

Brad Paisley: concerto con sorpresa

Posted by CountryStateLine on 19th ottobre 2009 in Home (News)

BradPaisleyImmaginatevi ad un concerto del vostro cantante country preferito. Biglietto in mano state per accomodarvi al vostro posto quando un membro dello staff si avvicina a voi e, verificate le vostre generalità, vi dice che c’è stato un contrattempo con i vostri biglietti e che, per farsi perdonare, l’organizzazione vi offre altri biglietti ma questa volta di prima fila! Non sareste felici? Immagino di si. Ora immaginate che, subito dopo la fine del concerto, siate invitati a passare nel backstage ed incontrare il vostro cantante preferito nel suo camerino… Tutto ciò (e molto di più) è successo giovedì scorso a Tim Brown, sua moglie Amber e i loro due bambini James e Logan durante la tappa a Jacksonville (Florida) dell’American Saturday Night Tour di Brad Paisley. Una volta nel camerino con lui, dopo quattro chiacchiere e qualche foto con loro, Paisley ha invitato i quattro esterrefatti fan a fare una passeggiata fuori e lungo la strada verso un parcheggio interno ha rivelato che uno dei loro quattro biglietti era il milionesimo acquistato nel corso di questo suo tour e che egli aveva voluto organizzare qualcosa di speciale per loro. Quando sono giunti di fronte ad un pickup Chevy Silverado 2009 Brad ha tirato fuori un mazzo di chiavi e ha detto alla coppia: “Quest’auto è vostra“. Amber è stata assalita dall’emozione ed è rimasta senza parole, mentre Tim (che è in Marina) stringeva la mano a Paisley e non smetteva di ringraziarlo. “Non hai idea di quale benedizione sia il regalo di questo chevy truck!” ha detto poi Tim. La coppia sta aspettando il loro terzo figlio. L’American Saturday Night Tour sta riscuotendo un enorme successo ad ogni tappa; la prossima è attesa dopodomani al Madison Square Garden di New York.

 

Rick Trevino e Kevin Fowler in Italia

Posted by CountryStateLine on 10th ottobre 2009 in Home (News)
Rick Trevino

Rick Trevino

Quando lo scorso giugno inaugurai il mio sito countrystateline.com, oltre alla mia soddisfazione personale, citai a motivo di sprono “piccoli segnali di speranza davvero concreti” che stavo notando e che facevano ben sperare per il futuro della musica country in terra italiana. Sono felice di non essere stato finora smentito e anzi, in pochi mesi, dopo aver constatato la buona salute dell’Independence Day Festival di Voghera, trovarmi a scrivere di un nuovo festival che nasce sotto la migliore stella, quella del Texas. Parlo del Country Christmas, che esordisce quest’anno sotto l’egida della Fiera di Pordenone con la organizzazione e la direzione artistica di LoneStarTime, una associazione non-profit che promuove la cultura e la musica americano/texana. Per questa prima edizione le stelle (texane, appunto) sono nientemeno che quelle di Rick Trevino e Kevin Fowler, che il prossimo 5 dicembre – per la prima volta assoluta in Italia – saranno sul palco del padiglione 5 della Fiera di Pordenone.

Kevin Fowler

Kevin Fowler

A chi segue il nostro amato genere musicale questi nomi non suoneranno certo nuovi: Fowler recentemente è stato al festival di Craponne in Francia, Trevino qualche anno fa si è esibito in Spagna (una buona parte del suo repertorio è in spagnolo); chi si è accostato da poco alla country music posso assicurare che LoneStarTime si è accaparrato due nomi di assoluto rilievo, la cui esibizione dal vivo sarà certamente indimenticabile. Trentotto anni per Trevino, quarantasei per Fowler: due artisti quindi abbastanza giovani ma non troppo; il che garantisce loro da una parte l’entusiasmo degli inizi ma dall’altro esperienza e saggezza artistica  uniti alla capacità innata di chi è cresciuto all’ombra del cosiddetto “lone star state” e della texas country music di entusiasmare e coinvolgere il pubblico.
Entrambi gli artisti a dire il vero sono giovani anche discograficamente, avendo esordito nella metà degli anni ’90 (Fowler lo ha fatto per la verità in un gruppo rock) ed entrambi non hanno avuto quella che si può definire una carriera “al top” da un punto di vista delle vendite, ma di certo il pubblico li ha sempre apprezzati e seguiti nel loro percorso artistico, che si è snodato per etichette discografiche minori o indipendenti. A parte un inizio esplosivo per il mercato americano su larga scala di Trevino, che venne lanciato dai suoi primi due dischi incisi per la Columbia (dalla quale poi venne scaricato prima di firmare per la Warner con cui nel 2003 ha realizzato un travagliato album del quale più volte si annunciò l’uscita prima di posticiparla), tutti e due hanno realizzato maggiormente il loro
locandinaPordenonepotenziale con etichette minori ed indipendenti (Vanguard, Tin Roof, Equity) e tutti e due hanno affinato nel frattempo anche le loro capacità autorali, firmando molte delle loro canzoni, alcune delle quali incise da altri “big country acts” (di Fowler cito “Beer, Bait and Ammo”, ripresa da Mark Chesnutt e Sammy Kershaw e “Long Line of Losers” di Montgomery Gentry).
A Pordenone questo duo sono certo farà faville, regalando ai fortunati presenti una serata davvero memorabile fatta di tex-mex, honky-tonk, ballate romantiche e vero country distillato in Texas, non ammorbato da sonorità dolcificanti e arrangiamenti convenzionali.
L’ingresso al concerto di sabato costa 20€. Ci saranno anche dei concerti nella serata di venerdì, con Matt Skinner e Bud Miller (ancora, entrambi texani) ma in questa giornata l’ingresso è gratuito.
Per info e prenotazioni potete consultare i seguenti link:
www.lonestartime.com
www.countrychristmas.eu
www.pordenonefiere.it
Ci vediamo il 5 dicembre!

Il sogno olimpico di Shania

Posted by CountryStateLine on 4th ottobre 2009 in Home (News)

shaniaVancouver sarà la sede dei giochi olimpici nel 2010. Tra i vari eventi che ci condurranno da qui ai giochi per noi appassionati di musica country spicca sicuramente quello che vedrà protagonista Shania Twain, la quale ha accettato di portare la torcia olimpica quando questa, la prossima vigilia di Capodanno, arriverà nella sua città natale. Stando a quanto riportato dai quotidiani della catena canadese Sun Media, quando arriverà a Timmins, in Ontario, Shania trasporterà la fiaccola per 300 metri e userà la sua fiamma per accendere un calderone sul palco di una cerimonia che si svolgerà proprio quella sera. «E’ un immenso onore» ha dichiarato l’artista «e sarà certamente un evento indimenticabile della mia vita. Sono orgogliosa che mi sia stata offerta questa opportunità unica, che considero anche un privilegio, e non vedo l’ora di condividerla con i miei concittadini di Timmins e con tutti i canadesi, poiché siamo tutti orgogliosi della chance offerta al nostro paese di ospitare questi prossimi giochi invernali».
Shania Twain si aggiunge alla lista degli artisti country chiamati a onorare gli eventi olimpici: Billy Ray Cyrus trasportò la torcia olimpica a Nashville per le Olimpiadi tenute ad Atlanta nel 1996, le Dixie Chicks e LeAnn Rimes si esibirono nella cerimonia d’apertura prima delle Olimpiadi invernali del 2002 tenute nello Utah e Jo Dee Messina fu una corrispondente per “Westwood One” (il più grande network radiofonico americano) durante i giochi olimpici invernale del 2006 svoltisi a Torino.

Reba e Bocelli cantano Elvis

Posted by CountryStateLine on 30th settembre 2009 in Home (News)

rebamcentireNel corso della sua quarantennale carriera, Reba McEntire ha raccolto attorno a sé un incredibile numero di fan anche grazie ad una produzione eterogenea che ha volentieri trasceso il country, abbracciando generi musicali diversi. Molto probabilmente la sua base di appassionati aumenterà con la prossima operazione discografica, che la vedrà unirsi nientemeno che al nostro Andrea Bocelli. Fautore di questo matrimonio artistico è addirittura il Re, Elvis Presley, su un classico del quale, “Blue Christmas”, i due si cimenteranno in una presumibilmente rimarchevole interpretazione che andrà ad essere inserita nel prossimo disco tematico di Bocelli, “My Christmas”, in uscita per le festività natalizie. Il disco, prodotto dal pruripremiato David Foster (già al lavoro con lui in passato, oltreché stretto collaboratore di moltissimi artisti sia italiani che stranieri, da Laura Pausini a Madonna, da Celine Dion a Barbra Streisand), AndreaBocellisarà portato in promozione anche oltreoceano: è previsto infatti per novembre uno speciale della PBS TV, un network televisivo americano che fa largo uso di internet. «Ho scoperto che Andrea è un grandissimo fan di Elvis» ha dichiarato Reba al giornale canadese Toronto Sun «Ho avuto un giorno l’occasione di ascoltarlo cantare e sono rimasta impressionata dalla sua capacità di emozionare. La sua voce è come una ricchissima glassa che va a guarnire un dolce senza la quale questo dolce non sarebbe così buono. E’ una voce piena. Ero lì in piedi accanto a lui e lo guardavo. Ed è anche un bell’uomo...». Nello stesso album figureranno duetti speciali con Natalie Cole, Mary J. Blige e i pupazzi Muppets.

Hollywood: una stella per Crystal Gayle sulla “Walk of Fame”

Posted by CountryStateLine on 26th settembre 2009 in Home (News)

Crystal GayleBrenda Gayle Webb, meglio conosciuta come Crystal Gayle, è nata a Paintsville, Kentucky, il 9 gennaio di 58 anni  fa. All’età di 4 anni la sua famiglia si trasferì a Wabash, nell’Indiana. Ispirata dalla carriera di sua sorella Loretta Lynn, decise di imparare a suonare la chitarra e iniziò a cantare nel gruppo musicale country del fratello. Fu Loretta, a conoscenza del fatto che esisteva una cantante di successo che si chiamava Brenda Lee, a suggerire alla sorella minore un nome d’arte che la potesse far distinguere e notare scegliendo per lei il nome di Crystal quando cominciò a incidere.
I generi musicali che hanno influenzato  “trasversalmente”  l’artista Crystal Gayle, ultima di 8 figli, durante la sua crescita professionale sono stati innumerevoli: country, pop, folk, rock’n roll, gospel e musical. Ciascuno di essi ha contribuito a farla divenire nel giro di un ventennio la strepitosa cantante ed intrattenitrice di gran classe che tutti conoscono oggi, con al suo attivo milioni di copie vendute. Crystal firmò il suo primo contratto discografico quando ancora frequentava la scuola: nel 1970 il suo singolo d’esordio, “I’ve Cried The Blue Right Out Of My Eyes”, scritto per lei da Loretta, arrivò nella Top 25 della classifica country nazionale. L’annuncio del suo primo album nel 1974 fu seguìto da una sfilza di singoli che scalarono rapidamente la classifica, tra cui “Wrong Road Again” (prima produzione di Allen Reynolds, che le porterà tanta soddisfazione negli anni a venire), che entrò nella Top Ten e “I’ll Get Over You”, che fu la sua prima numero uno.

Crystal Gayle sul tappeto rosso dei CMT Music Awards lo scorso 14 aprile 2008 (foto Stephen Lovekin/Getty Images)
Crystal Gayle sul tappeto rosso dei CMT Music Awards lo scorso 14 aprile 2008 (foto Stephen Lovekin/Getty Images)

Il suo quarto disco (“We Must Believe in Magic”, 1977) la consacrò come la prima artista femminile nella storia della musica country a raggiungere vendite per un milione di unità. Il singolo più famoso che trascinò le vendite dell’LP era il brano che ancora oggi è unanimemente riconosciuto come il segno distintivo dello stile e della bellezza di voce di Crystal Gayle, quella “Don’t It Make My Brown Eyes Blue” oggi conosciuta da Louisville (Kentucky) a Mosca, recentemente resa in una bellissima e molto apprezzabile versione da Billy Dean nel suo ultimo disco, “Billy Dean Sings Richard Leigh” (di cui avrò modo di parlare proprio nelle pagine di questo sito), che proiettarono Crystal nell’olimpo delle celebrita. Agli inizi degli anni ’80 la Gayle faceva spettacoli in ogni parte del mondo, dal Palladium di Londra agli scintillanti palchi di Las Vegas, dalla Finlandia alla Svezia. I suoi tour (innumerevoli ogni anno) la portarono dal Giappone all’Inghilterra, dal Canada all’Irlanda, dalla Germania alla Spagna, dalla Finlandia all’Olanda, dall’Australia all’Estremo Oriente. Lo status di Crystal Gayle era ormai assurto a quello di stella assoluta. Una parola – Crystal – che rimbalzava da un genere all’altro, da un oceano ad un altro. La CBS la volle per uno special tutto suo in prima serata, dopo il quale la HBO andava a “traino” mandando in onda suoi concerti che egualmente registravano picchi di audience mai visti. Una miriade di ulteriori apparizioni televisive (partecipò a “On The Road To China” con Bob Hope, condusse gli “American Music Awards” e gli “Academy of Country Music Awards”), consolidarono la sua notorietà.
Ai successi di vendita corrispose ovviamente una valanga di premi: “Top New Female Vocalist” (miglior nuova cantante femminile) nel 1975 e “Top Female Vocalist” per tre volte (’76,’77 e ’79) per la ACM; eletta dalla CMA ”Female Vocalist of the Year” (cantante femminile dell’anno) per due anni consecutivi (1977 e 1978), un Grammy come “Best Female Vocal Performance” (migliore esecuzione vocale femminile) proprio per “Don’t It Make My Brown Eyes Blue” che in tutti questi anni Crystal non si è mai stancata di cantare; quattro American Music Award come “Favourite Female Country Music Artist” e una miriade di riconoscimenti “minori”, non ultimo il suo ingresso nella Kentucky Music Hall of Fame avvenuta l’anno scorso.
walk of fameI suoi più recenti progetti, “Crystal Gayle Sings The Heart & Soul of Hoagy Carmichael” e “All My Tomorrows” permettono a Crystal di esplorare e reinterpretare grandi classici americani di successo. Canzoni quali “Stardust”, “Skylark”, “Cry Me a River”, “Sentimental Journey”, “It Had to Be You” e “Smile” raggiungono in questi lavori l’altezza che i loro autori devono aver sognato quando la sua ancora stupenda voce ne diffonde le note.
La prossima tappa della eccezionale carriera di questa straordinaria artista è segnata per il prossimo 2 ottobre, al 1515 di Vine Street, vicino Sunset Boulevard, alle 1130 (ora della costa occidentale degli Stati Uniti), quando Crystal Gayle sarà insignita di una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles. La 2.390esima stella per essere precisi, che sarà posta proprio accanto a quella della sorella Loretta. Conduttrice d’eccezione dell’evento sarà Tanya Tucker.

Mary Travers, chi era costei?

Posted by CountryStateLine on 22nd settembre 2009 in Home (News)

MaryTravers-JohnSingingTogetherDesidero tributare tramite CountryStateLine un mio piccolo ma doveroso omaggio alla memoria di Mary Travers, scomparsa in un ospedale di Danbury (Connecticut, USA) a 72 anni mercoledì scorso per le complicanze legate ad una forma di leucemia e alla chemioterapia cui aveva dovuto sottoporsi dal 2005 in seguito ad un trapianto di midollo, dopo il quale sembrava essersi ripresa. La notizia è passata ovviamente inosservata dalla carta stampata, nonostante le agenzie avessero con puntualità dato il lancio. Ma chi era Mary Travers? Il suo nome nella mia memoria si lega soprattutto ad una canzone scritta da John Denver (con lei nella foto a sinistra), “Leaving On A Jet Plane”, che ella aveva contribuito a rendere famosa alla fine degli anni ’60 con il famoso trio folk Peter Paul & Mary (al secolo: Peter Yarrow e Paul Stookey) di cui faceva parte e con cui a partire dal 1961, anno della sua formazione, e fino al suo scioglimento nel 1971 ebbe un successo immediato e 3170696crescente, anche grazie al produttore Milt Okun. Peter Paul & Mary furono la voce di un folk che cantava anche di libertà, di diritti umani e di ideali e aspirazioni superiori, fondendo musica e politica fondamentalmente liberale in un mix assolutamente di richiamo, specie nella società contestatrice del potere costituito che era quella sessantottina. La versione del gruppo di “If I Had a Hummer” (se io avessi un martello), per esempio, divenne un inno alla uguaglianza razziale mentre nel loro album “In The Wind” diedero risonanza al materiale scritto da un allora giovane

Una foto recente di Mary Travers (Foto AP/Stephen Chernin)
Una foto recente di Mary  Travers (Foto AP/Stephen Chernin)

22enne Bob Dylan cantando “Blowin’ In The Wind” e “Don’t Think Twice, It’s All Right”. L’avvento del suono elettrico, reso via via più popolare dal successo di nuovi gruppi quali i Beatles e dello stesso Dylan, misero in ombra il folk di Peter Paul & Mary che prima dello scoglimento riusciranno comunque a mettere nel carniere ben cinque Grammy Awards (uno, appunto, per la bella versione di “Leaving On A Jet Plane” di cui parlavo prima). Dopo il 1971 Mary Travers pubblicherà – come solista – altre cinque album, ma senza più raggiungere i picchi artistici del trio. Negli ultimi mesi di vita, secondo quanto affermato da Peter Yarrow, Mary Travers ha affrontato il suo declino fisico con coraggio e generosità dimostrando il suo amore alla famiglia e agli amici con dignità e senza condizionamenti. «E’ stato un atteggiamento onesto ed autentico, come era lei» ha detto Yarrow «e come è sempre stato il suo modo di cantare. Sono addolorato oltre ogni parola se penso ad una vita senza Mary Travers e onorato oltre ogni mio più bel sogno per aver avuto la possibilità di condividere il suo spirito e la sua carriera». Mary Travers lascia il marito, Ethan Robbins, e le due figlie Alicia ed Erika.

Carrie Underwood entra nell’Oklahoma Music Hall of Fame

Posted by CountryStateLine on 21st settembre 2009 in Home (News)

carrie-underwoodCarrie Underwood ha celebrato giovedì scorso, 17 settembre, il suo ingresso ufficiale nella Oklahoma Music Hall of Fame durante una cerimonia di “investitura” ed un successivo concerto tenuto al Civic Center di Muskogee, in Oklahoma (cittadina in cui è nata 26 anni fa). La Underwood si unisce ad altri artisti country a cui prima di lei è stato concesso questo onore dal 1997 (anno di inaugurazione dell’Oklahoma Music Hall of Fame): Vince Gill, Toby Keith, Merle Haggard e Ronnie Dunn. Carrie si è spesa in un bellissimo show per il pubblico presente, che  ha incluso tutti i suoi maggiori successi compreso il suo ultimo singolo, ”Cowboy Casanova“, tratto dal suo album di prossima pubblicazione “Play On” previsto in uscita il 3 novembre. “Sono molto orgogliosa del posto da cui vengo, ” ha dichiarato Underwood. “amo la mia città natale e voglio bene alla gente dell’Oklahoma per tutto il loro sostegno. Sono emozionata di far parte dell’Oklahoma Music Hall of Fame con così tanti rispettabili compagni di viaggio.”