«Eleven»
CD
Martina McBride
«ELEVEN»
Republic Nashville (2011)
Giudizio Complessivo: 5/10
“Eleven”, undici. Come gli album in studio pubblicati in quasi vent’anni di carriera al top. Come le undici canzoni che compongono l’album. Martina McBride non ha certo bisogno di presentazioni per chi ama questo genere musicale, di cui ella è sempre stata una tra le più rappresentative portavoce nel panorama femminile (così scarsamente rappresentato quando lei venne fuori agli inizi degli anni novanta). Come le colleghe Shania Twain e Faith Hill, anche Martina con l’avvento del nuovo millennio ha chissà perché cercato di virare con sempre maggiore insistenza verso il pop, cercando quello che in America definiscono il cross-over, l’attraversamento da un genere musicale all’altro, nella speranza molto probabilmente di acchiappare sia l’una platea che l’altra. Ma con il pubblico country non funziona. Devi scegliere: la convivenza è mal tollerata (ma poi perché? Martina non ne ha bisogno).
Ecco forse perché “Eleven” ha parzialmente fallito. McBride qui si spinge oltre il punto limite e sforna un album che è di una fattura pregiatissima, una produzione sofisticata, una confezione di altissimo livello con uno stuolo di musicisti – circa una quarantina (senza considerare la Nashville String Machine, un’orchestra che arriva fino a 80 elementi) ma che, semplicemente, non è country. Il disco pare cominciare alla grande, con l’intro della up tempo “One Night” (ottima per le aperture dal vivo). Ma è un fuoco di paglia. Qui e là certamente si vola, con gli inserti dei sempre ottimi Brent Mason alla chitarra elettrica, di Stuart Duncan al violino e di Dan Dugmore alla steel. Le migliori cose arrivano solo con delle slow song: “Summer of Love” (una canzone ispirata a “Strawberry Wine” di Deana Carter), “Watcha Gonna Do”, scritta con Rebecca Lynn Howard (che paradossalmente è stata inserita nella tracking list solo grazie ad un ritardo nella data di uscita del disco, che ha permesso a Martina di tornare in studio di registrazione), “I’m Gonna Love You Throught It” (ispirata alle donne e alla lotta contro il cancro, di sicura presa per il pubblico o almeno per una parte di esso…) e “When You Love a Sinner”. Il resto è un pot-pourri di generi e interpretazioni che spiazzano. Ascoltare per credere il semi-blues di “You Can Get Your Lovin’ Right Here” spruzzato di trombe, corni e chitarre elettriche stile funk; o l’aria vagamente caraibica della inconsistente “Always Be That Way” con sottofondo di ukulele; o ancora l’atmosfera da Broadway di “Broken Umbrella”. Il tutto però con una sovrastruttura più “dark” del solito. Sarà un caso che, a differenza di tutti i suoi precedenti, quest’album non è entrato nella Top Ten Country? Un caso che del primo singolo che fu presentato al pubblico l’anno scorso (l’album è del 2011), vale a dire “Teenage Daughters”, si perse immediatamente traccia in classifica, costringendo Martina ad uscire frettolosamente con un secondo singolo (“I’m Gonna Love You Through It”) per riparare alla situazione? Chissà… Di certo “Eleven” non è l’album che la farà ritornare nell’olimpo della country music al femminile. Altrettanto certamente però stiamo parlando di un’artista che non ha perso nulla del suo smalto, dotata di una voce da brivido (e anche qui ce ne dà più di una prova), che artisticamente è ancora molto giovane e che potrà ritrovare l’ispirazione. Le basterà forse sforzarsi un po’ di più a livello musical-creativo. Sempreché – ovvio – il country sia ancora il genere che la interessa maggiormente.
Lista delle canzoni:
- One Night
- Always Be This Way
- I’m Gonna Love You Throught It
- Marry Me
- Broken Umbrella
- You Can Get Your Lovin’ Right Here
- Watcha Gonna Do
- Teenage Daughters
- Summer Of Love
- When You Love A Sinner
- Long Distance Lullaby
© M.A. / CountryStateLine