«2 High 2 Cry»
CD
Eric Heatherly
«2 HIGH 2 CRY»
AGR/Universal (2010)
Giudizio complessivo: 9/10
Eric Heatherly non è mai stato un artista convenzionale e, come spesso accade, questi sono senza troppe remore lasciati fuori dal gioco delle grandi major discografiche. Cosa che è successa al nostro che, partito alla grande con la Warner nel 2000, si ritrova oggi ad autoprodursi dopo una corsa sulle montagne russe dei contratti e della popolarità che – volenti o nolenti – danno di che vivere. Questo “2 High 2 Cry”, terzo album in ordine cronologico della sua carriera ma che in concomitanza dell’uscita del suo quarto (“Painkillers”) riceve giustamente nel 2010 una nuova distribuzione europea da parte della AGR/Universal, è un lavoro pulito, vigoroso, asciutto ed equilibrato che ben rispecchia la personalità musicale poliedrica di Heatherly. Il suo talento è davvero indiscusso e fuori dal comune e si esalta in ognuna delle 14 tracce di questo disco, in 12 delle quali c’è la sua mano di autore o di musicista. Le altre due sono un omaggio agli anni ’80 di Jackson Browne con una versione della sua “Somebody’s Baby” svecchiata in maniera perfetta e il mid-tempo di “Mood Ring”. Non si può definire Heatherly un cantante country ma – sia chiaro – solo perché sarebbe riduttivo. Di country si capisce che se ne intende: il primo singolo estratto dall’album, “Old Enough To Be Her Daddy”, ti acchiappa con i suoi veloci orpelli acustici fin dall’inizio mentre la lenta “A Second Hundred Years” mette in luce voce e chitarre . Qui però c’è anche il country-rock di “Another Day Rolled, Another Day Rocked”; il rock di “She Likes It On Top” e della assolutamente trascinante “Curb Appeal” (da quando l’ho ascoltata per la prima volta sogno letteralmente di sentirgliela suonare dal vivo: graffiante e trascinante!); l’americana-style di “Too High To Cry” e della divertente “Unforgettable”; il pop-rock di “Things I Could Do To You (With My Guitar)”; il bluesy-rock di “Bluer’n Blackie” ed il folk di “Make Me An Offer (I Can’t Refuse)”. Insomma, in “2 High 2 Cry” c’è consapevolezza dei propri mezzi, ottima visione di insieme, capacità oltre la media ed una giusta dose di spavalderia rockabilly alla BR5-49 che fa solo bene alla musica. Eric Heatherly è un trovatore dal Tennesse, ribelle del country-rock, capace con i pizzichi della sua chitarra elettrica di far sognare con questo disco i fan nella maniera in cui sempre dovrebbe essere. E sicuramente di conquistarne di nuovi. Raramente mi sbilancio per un disco ma qui posso solo dire la canzone che mi piace meno, cioè la lenta “Close”, fatta praticamente con chitarre acustiche e troppo debole in struttura e parole rispetto al resto. Ma è un neo. L’album si chiude con la lenta e triste “The Big Hurt”, un brano originale scritto da Eric (che lui definisce “a beer joint honky tonk kind of song … and a little lonesome thing…”, insomma un brano che ti aiuta a bere scaldando la tua solitudine) registrato dal vivo, che riporta ai suoi inizi di carriera nel 1999 quando – sconosciuto artista e con nessuna certezza sul futuro – lo eseguiva sul palco del “Tootsie’s Lounge” di Nashville guadagnando sulle mance degli avventori (lì funziona così). Vi consiglio di cominciare a conoscere questo meritevole cantante da qui: sono certo che non lo lascerete più.
Lista delle canzoni:
- Old Enough To Be Her Daddy
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Curb Appeal
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Too High To Cry
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Unforgettable
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Somebody’s Baby
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Close
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Mood Ring
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Things I Could Do To You (with my guitar)
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Bluer ‘n Blackie
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Make Me An Offer (I Can’t Refuse)
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A Second Hundred Years
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She Likes It On Top
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Another Day Rolled – Another Day Rocked
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The Big Hurt
© M.A. / CountryStateLine