Archive for dicembre, 2013

Garth Brooks in onore del grande Billy Joel al Kennedy Center di Washington

Posted by CountryStateLine on 30th dicembre 2013 in Home (News)

Guardando la performance che Garth Brooks ha tenuto ieri al Kennedy Center di Washington (il video è postato qui sotto) potete capire perchè lo ritengo l’artista più eclettico, completo e versatile che la country music moderna potesse avere. Garth si è esibito per onorare il suo grande amico e fonte d’ispirazione musicale Billy Joel (nella foto a destra con la attuale fidanzata Alexis Roderick sul red carpet del Kennedy Center - foto Kris Connor, Getty Images North America) il quale ha ricevuto il 2013 Kennedy Center Honor (quest’anno la 36esima edizione della manifestazione) insieme a Herbie Hancock, Shirley McLaine, Carlos Santana, Teresa Heinz Kerry e Martina Arroyo.
Il premio (il più alto riconoscimento americano) premia il contributo alla cultura americana attraverso l’espressione artistica – sia essa nella musica, nella danza, nell’opera, nel cinema o in televisione – ed in questi ultimi decenni è diventato la punta di diamante della vita culturale di Washington. Alla serata, ovviamente, prende parte anche il Presidente degli Stati Uniti con la moglie ed è trasmessa in diretta dalla CBS.
Tornando al nostro, Brooks ha cantato due grandi successi di Joel, “Allentown” e “Goodnight Saigon”, sotto lo sguardo compiaciuto e commosso del suo mentore e come sempre eseguendo una interpretazione come raramente se ne vedono, frizzante e poderosa. Garth riesce davvero a cantare qualsiasi cosa.
Questa per lui non era la prima volta: egli si era già esibito al Kennedy Center per celebrare George Jones e Loretta Lynn in due diverse cerimonie del passato.
Con lui sul palco per cantare pezzi famosi di Billy Joel sono saliti Rufus Wainwright, Don Henley e Brendon Urie dei Panic at the Disco. «Sono stato molto, molto fortunato ad esibirmi qui per tre volte con l’ultima in onore di Billy. Tutti e tre questi artisti sono stati eroi e icone che hanno influenzato la mia vita e la mia musica» ha detto Brooks alla ABC Radio. Poi, parlando di Joel: «Il suo catalogo è così immenso, avremmo potuto prendere le sei o sette canzoni che abbiamo cantato per lui e sostituirle con altre sei o sette e nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Sareste stupiti di sapere quante canzoni che amate sono state scritte da lui».
Gustatevi il video. Il tour è sempre più vicino…
M.A.
(Grazie a Kris Connor, Getty Images North America, per la foto) 

Kacey Musgraves e la televisione bacchettona

Posted by CountryStateLine on 21st dicembre 2013 in Home (News)

Oggi parlo di moralismo bacchettone e lo faccio presentando Kacey Musgraves (foto Apega/WENN qui a destra). Kacey è stata una delle piacevoli sorprese degli ultimi CMA Awards, il mese scorso. A dire il vero non proprio una “nuova arrivata”, in quanto questa 25enne texana era già molto attiva da una decina di anni, muovendosi ai confini del mondo discografico come indipendente e avendo partecipato nel 2007 al talent musicale “Nashville Star”. Come spesso accade, però, le nomination hanno cominciato ad arrivare solo quest’anno quando è passata ad una major (Mercury) per incidere il suo quarto disco “Same Trailer Different Park”. Le sue canzoni sono scritte con grande cura e magistralmente interpretate e non a caso questo album, uscito lo scorso marzo, è stato catapultato al primo posto della classifica Billboard degli album country più venduti (il primo singolo estratto, “Merry Go Round”, è diventato una Top Ten Hit). Potrete non averla mai sentita ma Musgraves ha anche scritto molte canzoni per altri (la più recente è “Mama’s Broken Heart” per Miranda Lambert) e per la televisione diventando l’ultima delle artiste più promettenti del panorama country.
Solo per i CMA Awards le candidature di Kacey erano sei (singolo dell’anno, album dell’anno, vocalista femminile dell’anno, nuova artista dell’anno e canzone dell’anno con ben due brani – “Merry Go Round” e “Mama’s Broken Heart” per l’appunto). Bene, di sei candidature ha centrato solo quella come nuova artista dell’anno. Sfumati (e non senza un evidente disappunto durante la serata) tutti gli altri premi, quantomeno però quello vinto è stato assegnato con cognizione di causa e ho condiviso la scelta. Kacey canta un country molto vicino all’americana, con una voce molto pulita e una personalità forte e determinata che contrasta con il suo aspetto esile e la sua bellezza quasi eterea contornata dai suoi lunghi capelli neri. La canzone che ha cantato ai CMA Awards, “Follow Your Arrow”, è stata una delle più fresche e piacevoli esibizioni della 47esima edizione. Se avete visto la serata, però, mentre Kacey cantava vi sarete certamente convinti che ci fosse un problema tecnico quando, in più di una occasione, la voce è andata via. Ebbene, non si è trattato affatto di un problema tecnico. Il suono è mancato solo quando Kacey cantava un particolare passaggio del ritornello della sua canzone: “When The straight and narrow gets a little too straight / Roll Up a Joint, or don’t”. Vale a dire: “quando la via da percorrere diventa troppo difficile / Rollati una canna, o anche no”. In particolare l’audio è saltato (ogni volta) sulle parole “Roll up a Joint”.
Kacey ha confermato che la ABC (nella seconda foto Rick Diamond/Getty Images, Kacey durante l’esibizione ai CMA Awards 2013) ha deciso effettivamente di rendere muto quel passaggio del ritornello per i milioni di spettatori a casa. «Beh per qualche strana ragione la gente sente il bisogno di censurare quella parola, anche se poi alla ABC hanno deciso di lasciare un’altra parola “problematica” come “crack”» ha detto la giovane cantante in un’intervista a Country Weekly «Non so esattamente il motivo. Onestamente per me “Follow Your Arrow” è solo un inno positivo che incoraggia le persone di tutti i generi a rendere felici se stessi nella vita. Sono stata molto comunque contenta di stare sopra quel palco con la mia band e di far parte di quella serata.»
«Conosco un sacco di gente che non è d’accordo con quel genere di cose,specialmente nel sud del paese» ha proseguito Kacey  «Ma in realtà nei confronti di questa canzone c’è molta meno critica di quanto immaginavo. La suonerò in concerti dove ci sarà un enorme range anagrafico e anche per la persona più anziana è qualcosa di ormai familiare.  Ma più di ogni altra cosa, se esse non sono d’accordo al pensiero di una donna che bacia un’altra donna oppure all’idea della droga, spero che convengano sul fatto che  a prescindere da tutto noi dovremmo poter essere in grado di amare chi vogliamo amare e di vivere la nostra vita nel modo in cui decidiamo sia meglio per noi, nel rispetto dell’altro».
Il moralismo bacchettona della ABC avrò colpito anche nella diretta dei CMA Awards, ma certo Kacey può tranquillamente cantare le sue canzoni senza censura durante i suoi spettacoli dal vivo, numerosi nei prossimi mesi (da qui ad aprile girerà Stati Uniti e Canada), preparandosi nel frattempo ai Grammy Awards del 26 gennaio dove arriva con altre tre nomination: due per la categoria Migliore Canzone Country (ancora “Mama’s Broken Heart” e “Merry Go Round”) ed una per quella Migliore Album Country con “Same Trailer Different Park”. Sono sicuro che non uscirà dallo Staples Center di Los Angeles a mani vuote.
M.A.

Per le foto di questo articolo ringrazio:
Apega/WENN
Rick Diamond/Getty Images


Prime rivelazioni sul World Tour di Garth!

Posted by CountryStateLine on 20th dicembre 2013 in Home (News)

Da quando Garth Brooks ha annunciato il suo ritorno ai concerti dal vivo e il suo tour mondiale del 2014, le orecchie sono aperte per carpire i primi dettagli. Trapelano le prime indiscrezioni, anche se gli accordi e i progetti sono ancora in fase di definizione. E’ certo comunque che sarà qualcosa di grandioso. Settimana scorsa, nel programma della CBS “The Talk”, Garth ha dichiarato che l’obiettivo è fare apparire più piccolo tutto ciò che ha fatto fino a questo momento e che il tour che comincerà l’anno prossimo durerà non meno di tre anni. Ovviamente tutte le maggiori “piazze” del mondo, dopo l’annuncio del 9 dicembre, si stanno muovendo per accaparrarselo e quindi aspettiamoci di vederlo nei più famosi e prestigiosi impianti per concerti del globo.
«Stiamo sviluppando delle idee in questo momento» ha detto Brooks al programma radiofonico “Electric Barnyards“ «Costruiremo un palco e un impianto luci che dovrebbe far saltare il pubblico» Ma il vero protagonista del tour mondiale 2014-2016 di Brooks sarà il suono. Un suono poderoso, più massiccio e più “cattivo” che mai. «In effetti» ha rivelato Garth «abbiamo studiato un nuovo sistema di amplificazione che non è mai stato usato prima. Si tratta di una nuovissima tecnologia che permetterà a chiunque nell’arena di sentire il basso, il battito». In poche parole, sarà un tour ad alto volume.
Altro dettaglio non indifferente trapelato è che ci sarà un opening act (cantante singolo o band) e che si stanno studiando le presenze sulla base delle date del tour, in programmazione. «Abbiamo avuto offerte da ogni angolo del mondo». Tutti vogliono Garth al suo meglio!
Anche se questo “giro del mondo” schianterà tutto quello che Garth Brooks ha fatto finora, i fan possono stare tranquilli perché la musica sarà sempre vera e legata al suono originale che ha sempre caratterizzato le sue canzoni. Ancora non è certa invece la presenza della moglie Trisha Yearwood, che ha annunciato ieri una serie di concerti da tenersi tra Usa e Canada tra marzo e aprile 2014.
Vi terrò aggiornati!
M.A.

Price-Shelton e la diatriba sulla tradizione

Posted by CountryStateLine on 19th dicembre 2013 in Home (News)

Ieri sera mi sono riguardato la serata dei CMA Awards dello scorso novembre e quando ho rivisto la premiazione di Blake Shelton (nella foto di Judy Eddy / WENN)  come vocalista maschile dell’anno mi è tornato alla mente l’amaro sfogo di Ray Price (foto AP di Scott Lieberman più sotto), morto lunedì, che un anno fa esatto se la prese proprio con Blake allorquando, in una intervista per GAC (Great American Country, un tv via cavo e satellitare americana), nell’ambito della rubrica “Backstory”, egli discusse in studio sul suo ruolo nella country music moderna e su come questo nostro amato genere musicale continui ad evolversi. Blake affermò: «Se sono ‘Vocalista Maschile dell’Anno’ questo vuol dire che sono una di quelle persone con il potere di decidere se [la musica country] va avanti e se si sviluppa. Il country deve evolversi affinché possa sopravvivere. Nessuno vuole ascoltare la musica che ascoltavano i propri nonni. E non mi frega niente di quei vecchi tromboni di Nashville là fuori che diranno ‘Mio Dio, questo non è country!’  Beh questo succede perché voi non comprate più dischi, somari! I ragazzi lo fanno, e non vogliono comperare la musica che voi compravate.»
Tra tutti i commenti che cominciarono a comparire su internet in seguito a questa intervista ci fu proprio quello di Mr. Price, che utilizzava Facebook piuttosto regolarmente per interagire coi propri fan. Il 24 gennaio 2013 condivise sulla propria pagina questo suo pensiero: «E’ una vergogna  che io abbia trascorso 63 anni della mia vita in questo campo tentando di far conoscere la musica ad una platea sempre più larga e per rendere la strada più semplice agli artisti emergenti che stanno arrivando dopo di me. Ogni tanto qualche giovane artista incide qualche canzone che che sa di rock and roll e ha successo al primo giro solo tra i giovanissimi. Questo è il motivo per il quale vedi star che giungono al successo con poche hit e poi si eclissano credendo di essere la risposta di Dio al mondo. Questo tizio [Blake Shelton, ndr] pare che abbia un ego stratosferico e si illude … La stupidità regna sovrana!!!!!!! [proprio con tutti questi punti esclamativi!, ndr] Ray Price (CAPO DEI VECCHI SCORREGGIONI E DEI SOMARI) PS: DOVRESTI ESSERE COSI’ FORTUNATO COME NOI DELLA VECCHIA GUARDIA. TORNA A CONTROLLARE TRA 63 ANNI (NELL’ANNO 2075) E FACCI SAPERE COME SARANNO RICORDATI IL TUO NOME E LA TUA MUSICA.»
 Immediatamente dopo essere stato postato da Mr. Price questo commento fece il giro del web ed ovviamente arrivo alle orecchie di Blake Shelton, il quale usò lo stesso mezzo per offrire la spiegazione di quanto detto (e, a suo dire, frainteso) e chiedere scusa a Price e ad ogni altro eroe musicale che avesse potuto offendere. Shelton scrisse: «WOW! Mi hanno detto che ho offeso uno dei mie artisti preferiti di sempre, Ray Price,con la mia affermazione “Nessuno vuole ascoltare la musica che ascoltavano i propri nonni” … e probabilmente qualche altra cosina di quella stessa intervista di “Backstory” su GAC. Odio averlo fatto arrabbiare. La verità è che la mia affermazione riguardava e riguarda ANCORA il modo in cui noi – intesi come nuova generazione di artisti country – siamo continuamente costretti a reinventare la musica country per mantenerla popolare. ESATTAMENTE quello che ha fatto Mr. Price lungo tutto il suo percorso professionale di artista country mainstream… Spingere il limite in avanti con i suoi dischi. “For The Good Times” è un perfetto esempio con l’introduzione del suono di una gigantesca orchestra nella musica country. Fu nuovo e strepitoso!!! Sono assolutamente convinto che avrei potuto usare altre parole per dirlo (come sempre ha ha!) e chiedo scusa a Mr. Price e ad ogni altro mio eroe che possa essersi offeso… Credo in ogni parola che ho detto. La musica country è la mia vita ed il suo futuro ed il suo passato sono importanti per me. Metterò il mio amore ed il mio rispetto e la mia conoscenza a riguardo per difendere la musica country contro chiunque là fuori. CHIUNQUE…»
Ray Price non ha mai replicato ufficialmente a questa risposta di Shelton. Forse l’aveva soddisfatto, forse no. Ma ha dimostrato che la base fondamentale costituente il successo di questo nostro amato genere musicale e di tutti gli artisti che hanno “sfondato” raggiungendo il top è sempre stato il rispetto della tradizione da cui questa meravigliosa musica ci è arrivata. Nessun stravolgimento ha vita lunga. Ray Price lo sapeva: per questo il suo nome rimarrà scolpito per sempre nella storia.
M.A.

Fermato alla guida della sua auto in stato di ebbrezza: Chris Cagle arrestato in Texas

Posted by CountryStateLine on 18th dicembre 2013 in Home (News)

Erano le due del mattino di domenica scorsa ed il semaforo era rosso. Ma l’auto è sfrecciata via lo stesso ad alta velocità ignorandolo. E’ scattato così l’inseguimento della volante della polizia che stava pattugliando quel tratto della US Highway 69 che passa per Greenville, in Texas. Quando l’auto è stata fermata e raggiunta, l’agente ha raccolto le generalità del cantante country Chris Cagle, che è risultato decisamente ubriaco. Portato in centrale per accertamenti, è scattato l’arresto (lì non si scherza, mica come da noi in Italia!) con l’accusa di sospetta guida in stato di ebbrezza – questa è la dichiarazione del portavoce del Dipartimento di stato di Pubblica Sicurezza Lonny Haschel. Dopo qualche ora di detenzione presso la prigione della contea di Hunt a Greenville è uscito dopo il pagamento di una cauzione di 3000 dollari.
Cagle, un cantante country rock piuttosto conosciuto, ha esordito nel 2000 con l’album “Play It Loud” (ricordate il primo singolo “My Love Goes On and On”? Ma anche, e forse di più, la bella “Laredo”?) col quale ha sfondato quota 500mila copie vendute, ripetendosi poi nel 2003 con il suo secondo omonimo disco. Ad oggi ha al suo attivo 5 album, l’ultimo dei quali uscito l’anno scorso per la Bigger Picture Music Group dal titolo “Back In The Saddle” (di nuovo in sella). Speriamo che questo incidente non lo disarcioni anche perché Cagle non è nuovo alle denunce con conseguente arresto: nel 2008 a Nashville era stato portato in cella con la sua (allora) ragazza in seguito ad un diverbio degenerato in rissa. Stando al rapporto della polizia, entrambi erano risultati ubriachi.
M.A.

Addio, Mr. Cherokee Cowboy: il cancro ha sconfitto anche Ray Price

Posted by CountryStateLine on 17th dicembre 2013 in Home (News)

Ora è vero: Mr. Cherokee Cowboy se ne è andato ieri pomeriggio. Sul serio. Voci infondate, riprese da testate autorevoli,  lo avevano già dato per morto nel pomeriggio di domenica e tutti ovviamente avevano presa per attendibile e verificata la notizia. Ma di attendibile e verificato non c’era nulla. Era pur sempre malato di cancro in fase terminale ed era inevitabilmente questione di tempo. Il tempo ora è arrivato; l’annuncio ufficiale, come voluto dalla moglie Janie, è stato fatto da Billy Mack jr., portavoce ufficiale della famiglia. Ray Price aveva 87 anni e, come i fan della musica country sanno, era da tempo malato di cancro al pancreas (di cancro era morto anche suo papà); dal 2 dicembre, dopo una serie di ingressi e di dimissioni, era stato permanentemente ricoverato in ospedale. Mr. Cherokee Cowboy (dal nome della band che fondò nel 1954) ha testimoniato la grandissima classe che lo ha contraddistinto umanamente e musicalmente lungo tutto il percorso di questa avventura che chiamiamo esistenza e l’ha vissuta in prima persona fino all’ultimo, rifiutando l’accanimento terapeutico che lo avrebbe sì fatto vivere più a lungo ma a scapito della qualità di vita. Egli non voleva. Così, quando i medici lo hanno informato che il cancro si era esteso al fegato, all’intestino e gli aveva preso un polmone, ha deciso di tornare a casa e andarsene circondato dalla sua famiglia. Il giorno dell’ultima dimissione, giovedì scorso, la moglie Janie aveva detto: «Ray è vigile e cosciente di ciò che succede attorno a lui e capace di prendere decisioni. Grazie al cielo non ha avuto dolori particolarmente forti. Ma è con grande tristezza che oggi io vi annuncio che il mio amato marito è entrato nella fase finale del suo cancro che sta combattendo da 25 mesi. Chiunque conosca Ray sa che egli possiede grandi certezze e grande fede in Dio. La sua decisione finale è perciò quella di lasciare l’ospedale e tornare a casa per trascorrere i suoi ultimi giorni nel suo amato ranch [a Mount Pleasant, Texas, ndr] circondato dal comfort di casa sua e dall’amore dei suoi familiari e amici.» Forse non lo sapete ma alcune delle più belle canzoni del repertorio classico country, che probabilmente avrete sentito ricantate da qualche artista moderno, sono diventate successi grazie proprio a Ray Price, che ha inciso con il suo marchio indelebile la storia di questo genere: “Heartaches By The Number”, portata al successo nel 1959 e ripresa per ultima in ordine cronologico da Martina McBride nel suo album “Timeless” (vedi video in fondo a questo articolo), “Release Me”, “For The Good Times” (autore un altro grande, Kris Kristofferson), “City Lights” (scritta da un altro grande, Bill Anderson) senza dimenticare “Crazy Arms”, che stette 20 settimane in cima alla classifica dei singoli country e divenne disco dell’anno per Billboard nel 1956. Quarantasei Top 10 tra il 1952 e il 1982 (20 solo nei primi 8 anni di attività discografica) l’hanno di diritto fatto entrare nel mito (e nel Grand Ole Opry nel 1952). Sono legati a lui altri grandi nomi del country del passato, da Lefty Frizzell a Webb Pierce, da Jim Reeves a Hank Williams, sua musa ispiratrice all’inizio, con il quale condivise molto: una grande amicizia, un appartamento (Hank era già un mito senza pace, Price un esordiente di successo) e delle canzoni (Price scrisse “Weary Blues” per Hank). Per più di 50 anni il nome di Ray Price ha riempito di grazia e stile le classifiche country e anche se con “Crazy Arms” ha forgiato un nuovo ritmo musicale (lo “shuffle”) egli ha in realtà giocato su più fronti con grande maestrìa: dall’honky tonk alle ballate, mantenendo una voce piacevole all’orecchio ma non per questo scontata nei suoi dischi i quali rappresentavano sempre un avventura, all’ascolto. Mai senza giacca e cravatta, il suo incedere elegante e la sua voce molto profonda hanno davvero creato un solco e definito uno standard di alta qualità, che non ha mai per esempio tradito la pedal steel ma che ha introdotto in quantità violini, percussioni e chitarre con sordina; negli anni ’60 introdurrà come parte integrante  della sua backing band addirittura un’orchestra di 20 elementi arrivando ad essere definito il “crooner” della country music (cioè il classico cantante melodico e sentimentale). Parola che certo lo inquadra ma altrettanto certamente non lo definisce completamente. Le sue ultime due Top 20 risalgono al 1983, “Forty And Fadin’” e “Old Friends”. In quell’anno Price comparve anche nel film “Honkytonk Man” di Clint Eastwood per il quale incise il singolo “One Fiddle, Two Fiddle”. Anche se non se ne prese mai il merito, molto del new country che ascoltiamo oggi trae origine dal semplice ma profondo ritmo cadenzato proprio dello stile che egli introdusse, reinventando il genere e aborrendo i pregiudizi musicali. «Ho combattuto i pregiudizi da quando ho cominciato a suonare country music e continuerò a combatterli» disse in una intervista all’AP nel 1981 «Un sacco di gente vuole confinare la musica country tra le minoranze. Ma essa appartiene al mondo. E’ arte». Ray Price era rimasto attivo anche nel nuovo millennio, andando in tour fino al 4 maggio scorso (si era esibito a Salado, in Texas) e preparando proprio in questi ultimi mesi un disco introspettivo che vedrà verosimilmente la luce nel 2014, “Beauty Is”, contenente i brani “No More Song To Sing”, “Among My Souvenirs” e “I Wish I Was 18 Again”.L’unico periodo in cui si era fermato per una pausa di riflessione era stato in seguito alla scomparsa di George Jones, lo scorso aprile, allorquando aveva scritto: «La porta di un’era in questo tempo si sta lentamente chiudendo. Con solamente uno sparuto gruppo di noi rimasto, la musica country che conoscevo e che amavo è morta anch’essa. La mia grande speranza è che le nuove generazioni di cantanti ci ricordino tutti e portino avanti il nostro spirito.» Un amara considerazione con cui pare ora che volesse anticipare i tempi. Il suo ultimo messaggio è stato postato su Facebook: «Amo i miei fan e ho dedicato la mia vita a comunicare con loro. Ho apprezzato il loro sostegno durante tutti questi anni e spero di non averli delusi mai. Sono in pace con me stesso. Amo Gesù. Starò bene. Non vi preocupate di me. Un giorno vi rivedrò.» Riposa così come te ne sei andato, Cherokee Cowboy: in pace. E veglia su di noi. M.A

Per le foto di questo articolo si ringraziano:
Frazer Harrison (Getty Images)
Jimmy Ellis (The Tennessean)
Associated Press

 

 

 

 

 

 

Kris Kristofferson: “Perdo la memoria…”

Posted by CountryStateLine on 14th dicembre 2013 in Home (News)

E’ stato egli stesso a rendere pubblico il problema, durante il tour promozionale del suo ultimo film indipendente “The Motel Life”, dichiarando di stare perdendo la memoria. Non già Alzheimer, comunque una degenerazione già rilevabile. Ma Kris Kristofferson, 77 anni (nella foto Andres Otero/WENN qui a destra), una delle ultime figure-mito americane della musica country-folk, ma anche attore, autore e musicista non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalle scene. Kristofferson, che ricordo in film quali “Blade”, “Fire Down Below” e “Payback – La Rivincita di Porter”, ha rilasciato qualche giorno fa una intervista a Fow News raccontando di avere avuto questa diagnosi dopo il consulto con alcuni dottori i quali gli avrebbero detto che il disturbo è legato a tutte le commozioni cerebrali subite in seguito agli incontri di boxe e di football americano giocati in gioventù. «La mia memoria ha cominciato ad abbandonarmi circa due anni fa» ha detto Kristofferson  «e vorrei che oggi non fosse così messa male. Ad ogni modo la musica sarà sempre il mio primo amore. Essa è ciò che sono. Quando ero un piccolo ragazzo scrivevo già canzoni, ma cominciai anche a recitare e ad esibirmi dal vivo. La cosa buffa è che non ero affatto preparato o allenato per nessuna di queste attività. Non ero mai stato su di un palco e non avevo mai suonato in vita mia.» Ma Kristofferson non vuole la pietà della gente: «Non posso pensare a niente che potrei fare e che non ho gia fatto. Forse solo scrivere e dirigere un film, ma non credo che ciò capiterà mai. Io mi sento fortunato già solo per il fatto di essere ancora qui a raccontarvela e di avere avuto l’opportunità di lavorare con così tante straordinarie persone.»
Anche se ha avuto una carriera di successi che copre un arco di più di 40 anni, Kris Kristofferson (che è anche membro della Country Music Hall of Fame) dice che il suo più grande risultato non ha nulla a che fare con nessuno dei suoi successi professionali: si tratta di Lisa Mayer, sua moglie. «Sono sposato con mia moglie da 33 anni, ho avuto otto bambini e mi assomigliano tutti. Sono benedetto e tutto sommato posso dire di essere davvero ad un buon punto della mia vita.» Poi, un altro importante dettaglio: nonostante la memoria lo stia abbandonando, ricorda ancora tutte le sue canzoni! Quindi i fan possono almeno da questo punto di vista stare tranquilli: i suoi concerti sono al sicuro!
M.A.

Josh Turner, Kellie Pickler e i Kentucky Thunders alla Country Night Gstaad 2014

Posted by CountryStateLine on 10th dicembre 2013 in Home (News)

Contratti già blindati e firmati, line-up confermata e prevendite già aperte per la edizione 2014 della Country Night di Gstaad. A cadere sull’Oberland Bernese l’anno prossimo saranno stelle di primissima grandezza e sopraffina classe: Josh Turner, Kellie Pickler e i Kentucky Thunders. Il gruppo svizzero degli Swiss Highwaymen ad aprire le due magnifiche serate.
Trentasei anni Josh Turner, ventisette Kellie Pickler, del South Carolina lui, del North carolina lei, sono davvero quanto di meglio l’ultimissima generazione della country music ci ha regalato in campo maschile e femminile.
Considerato degno erede di Randy Travis, anche per il suo attaccamento alla tradizione musicale del genere, Josh Turner ha esordito nel 2003 con il suo primo album “Long Black Train” contenente l’omonimo singolo con il quale due anni prima aveva lasciato di stucco pubblico e critica cantandolo dal vivo al Grand Ole Opry. La platea si era alzata in piedi per applaudire e a Josh era stato chiesto di eseguirne il bis. La sua  capacità canora e la sua voce baritonale sono il tratto distintivo di questo grande artista, che a 19 anni aveva sofferto di una lesione alle corde vocali la quale lo aveva costretto a riposare la voce per circa un anno. Fervente cristiano, è sposato con Jennifer Ford dal 2003 ed ha tre figli. Ad oggi ha al suo attivo 5 album registrati in studio e 2 dal vivo, nonché 12 nomination tra Country Music Association, Academy of Country Music, Grammy, Ispirational Country Music e CMT Music Awards ed ha venduto più di 5 milioni di album.
La bionda Kellie Pickler è invece stata “sfornata” come Carrie Underwood dal programma “American Idol” (quarta edizione Carrie, quinta edizione lei)  guadagnandosi stima e rispetto per le sue doti canore e per la facilità con la quale affrontava canzoni country di una certa levatura, come “A Broken Wing” di Martina McBride. E’ da poco uscito il suo quarto album, “The Woman I Am” che pare confermare la popolarità che Kelly riscuote tra le nuove generazioni dei fan della musica country.
Dei Kentucky Thunder non c’è bisogno di dire nulla: un gruppo che rappresenta l’eccellenza del bluegrass capitanato dall’icona Ricky Skaggs, non nuovo sul palco del Country Night festival, a differenza di Turner e Pickler che giungeranno a Gstaad per la prima volta.
Ora non perdete tempo e andate a prenotare i vostri biglietti per venerdì 12 e sabato 13 settembre 2014!
Il link: http://www.countrynight-gstaad.ch/pages/en/artists-2014.html
M.A.

E’ ufficiale: Garth Brooks in tour mondiale nel 2014, probabilmente insieme a Trisha!

Posted by CountryStateLine on 9th dicembre 2013 in Home (News)

Sarà stato un caso, ma subito dopo il mio post di ieri Garth Brooks ha finalmente fatto l’annuncio ufficiale! Non ci posso ancora credere! Questa mattina, a “Good Morning America!”, ospite di Robin Roberts, che lo aveva invitato per parlare del suo megacofanetto appena uscito “Blame It All On My Roots” (che, per chi non lo sapesse, è un inciso tratto dal testo della sua strafamosissima “Friends In Low Places”…) e da questa incalzato sull’argomento, Garth, che all’inizio aveva solo parlato di un imminente comunicato ufficiale, lo ha detto: «Sai cosa? Visto che sei tu e visto che è una storia che si protrae ormai da tempo, annunciamolo ORA. Ebbene si, ci imbarcheremo in un tour mondiale nel 2014. Non posso crederci, l’ho appena detto…!»
Garth ha aggiunto che, almeno nelle intenzioni, il tour sarà insieme a Trisha Yearwood e che la prossima settimana saranno emessi i primi comunicati ufficiali e inizieranno i tour radiofonici per “spargere la voce”. Alla domanda “Perché adesso?” da parte di Robin, Brooks ha risposto che lui e Trisha ne hanno parlato in famiglia ed è in famiglia che si è presa questa decisione; le figlie ormai sono grandi e sono d’accordo a che papà e mamma tornino in giro per concerti. «Adesso devo fare quello che amo fare, cioè suonare e stare con la persona con cui voglio stare, cioè con la signora Yearwood. Le mie figlie sono ormai grandi abbastanza e sono indipendenti così non mi sento più così colpevole di non essere a casa, adesso sono un papà al quale basta una telefonata per chiedere “come stai?” e dire “Ti voglio bene” … così stanno le cose. Mi sento molto felice, ho delle figlie in salute pronte per spiccare il volo… Se hai dei bambini, non c’è nulla di meglio che essere papà, senza offesa per la musica e per niente al mondo. In realtà il tempo che ho preso per loro l’ho preso per me stesso!»
Siamo pronti, Garth. Dicci dove vieni a suonare, e noi saremo lì!

M.A.

 

 

 

Garth torna a suonare con band al seguito nel 2014. E il suo nuovo cofanetto stravende

Posted by CountryStateLine on 8th dicembre 2013 in Home (News)

Che Garth Brooks sia stato e rimanga il Re Mida della musica country l’ho sempre sostenuto. A riprova di ciò il fatto che gli siano bastate due settimane per infiammare di nuovo la scena discografica e musicale. Nella prima, a fine novembre, ha lanciato sul mercato il suo gigantesco cofanetto celebrativo “Blame It All On My Roots” (6 cd e 2 dvd in vendita esclusiva tramite WalMart per ripercorrere i suoi 4 anni di esibizioni al Wynn Encore di Las Vegas); nella seconda (vale a dire lunedì scorso) ha annunciato “The Man, His Band and His Music”, una serie di 4 concerti in due date a gennaio 2014 sempre sul palco dell’Encore Theater a Las Vegas. Risultato: in quattro giorni il box ha venduto 160mila copie (inclusa ovviamente la mia) con il conto in aumento visto che la classifica è stata rilasciata solo quattro giorni dopo il lancio e mentre scrivo, dopo l’apertura delle vendite due giorni fa, poche decine sono i biglietti rimasti disponibili per i concerti di gennaio, che avranno luogo il 3 e 4 del mese (due show al giorno, 200 dollari a biglietto escluse tasse e commissioni) e avranno la peculiarità di vedere il ritorno di Garth insieme a tutta la sua storica band (e non più da solo come fece sullo stesso palco dal 2009, quando annunciò ufficialmente il suo ritorno alla musica dal vivo, fino al 29 novembre dello scorso anno).
«Morivo da tempo dalla voglia di portare la mia band a suonare su questo palco, Steve Wynn mi aveva detto che potevo venire qui quando avessi voluto così gli ho chiesto quando potevo cominciare ed egli mi ha risposto “Perché non per la vigilia del nuovo anno?”» Proprio la vigilia no, avrà pensato Garth, desideroso ora come sappiamo di trascorrere giustamente i momenti più importanti con la sua famiglia. Ma giusto il tempo di smaltire le gozzoviglie del Capodanno e il nostro salirà su palco con band al seguito per quattro concerti che, come sempre,sono certo rimarranno nella storia.
«Non so se questo accadrà ancora» ha dichiarato Brooks a proposito di ulteriori concerti dal vivo «Così colgo l’occasione offertami da Mr. Wynn. Salterà fuori qualche altra cosa? E chi lo sa? Intanto mi diverto a comparire di nuovo a Las Vegas e suonare questa volta con tutta la band».
Ora, la domanda che tutti i fan di GB si pongono ormai da anni (sottoscritto in primis) è: tornerà mai il nostro beniamino ad esibirsi dal vivo in giro per gli States e possibilmente in Europa? Non è dato avere risposte certe per il momento. Ma ricordo che in una intervista, qualche anno fa, Garth dichiarò che sarebbe tornato a pensare di incidere nuova musica e a fare nuovi tour solo quando la figlia più giovane, Allie, si fosse diplomata. Bene, sappiate che – a meno di spiacevoli sorprese per la famiglia Brooks – Allie dovrebbe diplomarsi l’anno prossimo. Teniamoci pronti!
M.A.