Archive for marzo, 2012

47esimi ACM Awards: domenica 1° aprile il giorno della verità

Posted by CountryStateLine on 30th marzo 2012 in Home (News)

L’Academy of Country Music ha annunciato ieri che domenica sera ci saranno diverse esibizioni speciali durante la tre ore di diretta televisiva dei 47esimi ACM Awards, che si svolgeranno domenica prossima in una MGM Grand Garden Arena completamente esaurita. Kenny Chesney farà un duetto con il suo partner di tour Tim McGraw cantando una canzone che si rumoreggia sarà il loro nuovo singolo; Blake Shelton si unirà a Lionel Richie per il loro duetto di “You Are”, una canzone tratta dall’ultimo disco di Richie “Tuskegee”; mentre Toby Keith eseguirà un brano con un ospite speciale (né il brano né l’ospite sono stati resi noti).
Jason Aldean, Dierks Bentley, Luke Bryan, Eric Church, Sara Evans, Miranda Lambert, Brad Paisley, Little Big Town, Carrie Underwood, Keith Urban, Chris Young, The Band Perry, Martina McBride (con Pat Monathan) e Rascal Flatt sono stati tutti annunciati come artisti in scaletta per una esibizione sul palco durante lo show in diretta televisiva sulla CBS, che avrà inizio alle ore 20 (ora di New York). In aggiunta a loro ci saranno Taylor Swift e Lady Antebellum.
Dierks Bentley ha ricevuto una doppia nomination come artista e autore per la canzone dell’anno per la sua “Home”, che eseguirà durante lo show. Già vincitore del premio come nuovo artista emergente, Bentley si è guadagnato in passato  due nominations per la categoria album dell’anno per “Up On The Ridge” e come artista maschile dell’anno.
Brad Paisley è l’artista maschile dell’anno in carica e quest’anno è candidato a quattro premi, incluso la sua quinta (consecutiva) nomination per “Entertainer of the Year” e l’ottava per “Artista Maschile dell’Anno”, che ha vinto cinque volte consecutive tra il 2006 e il 2010. Ha ricevuto due nomination nella categoria “Evento Vocale dell’Anno” per “Old Alabama” con gli Alabama e “Remind Me” con Carrie Underwood.
La intrattenitrice dell’anno in carica, Taylor Swift, guida le candidature di un’artista femminile singola con tre, inclusa la sua terza consecutiva per la stessa categoria per la quale è in carica. Se dovesse vincere anche domenica sarebbe la sua seconda vittoria consecutiva. Taylor, 6 volte vincitrice di un premio Grammy, è stata nominata per la quinta volta come vocalista femminile dell’anno, e per la terza volta nella categoria “Video of the Year” (per “Mean”). Nel 2011, in aggiunta al premio come intrattenitrice dell’anno, Swift è stata insignita anche del prestigioso Jim Reeves International Awards, in riconoscenza al suo notevole contributo alla diffusione e alla accettazione della musica country in giro per il mondo.

Per vedere TUTTE le nomination cliccate  QUI.

 

 

Addio ad Earl “three-finger banjo picking” Scruggs!

Posted by CountryStateLine on 29th marzo 2012 in Home (News)

Aveva reso popolare e perfezionato al massimo il cosiddetto “three-finger banjo picking”, vale a dire la tecnica di pizzicare con tre dite le corde di quello strumento in un vorticoso movimento davvero di difficile esecuzione ma di resa così musicalmente entusiasmante. Senza dimenticare che aveva fatto parte nientemeno che della band di Bill Monroe (il padre del bluegrass) prima e del duo Flatt & Scruggs dopo, rappresentando il momento della nascita di un movimento bluegrass che di lì al ventesimo secolo sarebbe andato a crescere inarrestabile.
Earl Eugene Scruggs, probabilmente il suonatore di banjo, ci ha lasciati ieri all’età di 88 anni, morto per cause naturali in un ospedale di Nashville. Era nato a Flint Hill, in Nord Carolina, il 6 gennaio 1924. A 21 anni si era unito ai Blue Grass Boys, la band di Bill Monroe, ma tre anni più tardi insieme a Lester Flatt (ex degli stessi Blue Grass Boys, venuto a mancare nel 1979) aveva fondato un duo dal nome Foggy Mountain Boys. Più tardi questo duo sarebbe stato conosciuto con il nome di Flatt & Scruggs e avrebbe suonato fino al 1969, anno del loro scioglimento artistico dovuto a contrastanti idee su come interpretare il loro bluegrass (rimanere più fedeli alla tradizione, come voleva Flatt, o dare più spazio alla sperimentazione come auspicato da Scruggs) . Uno dei loro più famosi successi risulterà essere “The Ballad of Jed Clampett”. Nel 1969, l’anno della rottura, vinsero un Grammy per la versione strumentale di “Foggy Mountain Breakdown” di Scruggs e quello stesso anno Scruggs fondò gli Earl Scruggs Revue, al cui internò diede spazio ai suoi figli. Nel 1985 Flatt & Scruggs furono eletti membri della Country Music Hall of Fame.
Scruggs continuò a incidere dischi e a suonare per il resto della sua esistenza. Vinse  un secondo Grammy nel 2001 per “Foggy Mountain Breakdown”. Nel  brano Steve Martin esegue un assolo con un secondo banjo. Mentre Vince Gill ed Albert Lee lo eseguono alla chitarra elettrica, Paul Shaffer al pianoforte, Leon Russell all’organo e Marty Stuart al mandolino. A partire da quell’anno Scruggs si esibì di rado dal vivo, soprattutto a causa delle sue fragili condizioni di salute. Nel 1996 ebbe un attacco di cuore durante la degenza post-operatoria per un intervento di sostituzione di un femore. Era stato ricoverato anche l’anno scorso, dopo un paio di apparizioni tra il 2010 ed il 2011 con i suoi figli, e le sue condizioni apparivano buone.
Nel 2001 aveva realizzato il cd “Earl Scruggs and Friends”, il suo primo album dopo un decennio di silenzio discografico: in 12 brani ha collaborato con un impressionante stuolo di musicisti/cantanti suoi ammiratori, da Elton John a Dwight Yoakam, da Travis Tritt a Sting, da Melissa Etheridge a Vince Gill, da John Fogerty a Don Henley, da Johnny Cash allo stesso Steve Martin.
Una stella sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles lo ricorda imperituramente dal 13 febbraio 2003. Lascia i suoi due figli, Randy e Gary (la moglie Louise era scomparsa sei anni fa).
Riposa in pace, Mr. Scruggs!
M.A.
(Foto: AP e Getty Images)

 

 

 

Taylor Swift: 25 nuove canzoni già pronte. Album fuori a fine anno.

Posted by CountryStateLine on 23rd marzo 2012 in Home (News)

Non bastassero i record che ha stabilito nel 2011 in fatto di guadagni e di durata di un tour, secondo Taylor Swift l’anno del botto sarà il 2012. La 22enne originaria della Pennsylvania ha promesso infatti che quest’anno, dopo il tremendo successo del suo terzo album “Speak Now”, pubblicherà un nuovo disco. Nulla è dato sapere ovviamente a riguardo della data di pubblicazione o del titolo ma Swift ha dichiarato che ci metterà l’anima proprio come ha fatto con i suoi precedenti lavori. La cantante è cresciuta parecchio da quando esordì nel 2006 con il singolo “Tim McGraw” e di certo la critica l’attende al varco per vedere cosa mai le passa nella testa mentre in questi anni sta passando dall’adolescenza all’età adulta.
Lo scorso inverno, in una intervista concessa al New Yorker Taylor ha rivelato che la canzoni che ha composto finora per l’album in uscita nel 2012 sono per lo più canzoni tristi. Mi chiedo: ma quanti sono i ragazzi che ha incontrato e che l’hanno delusa? Qualche mese fa, invece, ospite nella trasmissione radiofonica di Ryan Seacrest a Los Angeles, ella ha dichiarato di avere già pronte per il disco 25 canzoni; considerato che sono passati diversi mesi il carnet di brani a disposizione sarà stato sicuramente rimpinguato durante queste ultime settimane di tour per il mondo, anche se la cantante dice di non avere mai molto tempo di scrivere mentre gira per concerti (e meno male!). Di sicuro ha messo da parte un consistente numero di canzoni per poter assemblare – verosimilmente – un disco molto forte da un punto di vista contenutistico. Ciò che non sceglierà per la tracking list sarà messo al sicuro in cassaforte per un uso futuro, ha detto. Di certo una ragazza molto saggia, ma questo lo sapevamo già. «Essendo così impegnata, non c’è molto tempo per fermarsi a metà giornata e mettersi a riflettere su quel ricordo o quella sensazione in cui ti sei imbattuta in quel momento circa un rapporto o incontro che hai avuto un anno prima» ha detto, spiegando che le migliori idee le vengono alla sera tardi e dimostrando che da brava star country pop non dorme praticamente mai. «Le canzoni che alla fine amo di più sono quelle che mi arrivano e che butto giù velocemente».
Lo scorso dicembre Taylor ha scritto e pubblicato un brano con i Civil Wars, un duo country folk composto da John Paul White e Joy Williams (con Taylor Swift e Hillary Scott dei Lady Antebellum qui a sinistra, a Nashville – FotoTec Petaja) e T Bone Burnett del quale – a suo dire – è stata particolarmente entusiasta. La canzone si intitola “Safe and Sound” ed è tratta dalla colonna sonora del film “The Hunger Games”, film in uscita anche in Italia a maggio. La canzone è un po’ diversa dalle classiche melodie di Swift e presenta elementi che la rendono molto più “cupa” del solito, forse il sintomo che la ragazza è cresciuta sia come artista che come autrice. Ad ogni modo da qualche settimana circola su internet anche l’audio di un secondo brano tratto da quel film, “Eyes Open”, che più di ogni altra cosa secondo me prova un definitivo allontanamento dalla musica country. Vero è che il film con la musica o il mondo country nulla ha a che fare. Secondo il padre di Taylor questo album sarà il suo migliore in assoluto. Noi non possiamo saperlo, né possiamo sapere se questa tendenza alla cupezza sarà presente anche nel suo nuovo lavoro country. Cambiamento è sempre sinonimo di miglioramento? Per molti detrattori di Taylor Swift, nel suo caso si. Staremo a vedere.
Ad ogni modo il nuovo album è atteso per la fine dell’anno, il che darà alla cantante ancora del tempo per concludere il suo “Speak Now World Tour” e forse aggiungere anche altre date, nonché altri premi ai due Grammy che si è portata via quest’anno per la canzone “Mean”.

Una numero uno all’anno per George “The King” Strait!

Posted by CountryStateLine on 22nd marzo 2012 in Home (News)

George Strait lo ha fatto ancora! Il suo più recente singolo, “Love’s Gonna Make it Alright” tratto dal suo ultimo CD “Here For A Good Times”, acchiappa anch’esso la prima posizione secondo Mediabase (un servizio di  rilevazioni americano che monitora quasi 2000 stazioni radio tra Stati Uniti e Canada) andando ironicamente a marcare la sua 59esima numero a pochi mesi dal compimento del suo 60esimo compleanno: quindi una numero uno all’anno! “Love’s Gonna Make It Alright”, scritta da Al Anderson e Chris Stapleton, è una delle poche canzoni di questo album che Strait non ha scritto con il figlio Bubba e con il suo amico di lunga data Dean Dillon. «Sapete, ho sempre pensato che a prescindere dal fatto che l’abbia scritta io o meno, devo approfittare di ogni buona canzone che mi capita a tiro» ha detto Strait «Non le canto solo quando sono io a scriverle. Cerco sempre di trovare le migliori canzoni per fare il miglior disco e penso che tutte le canzoni che ho registrato meritano di essere in questo album.”
“Here For A Good Time” ha debuttato al numero uno della classifica degli album country di Billboard (il terzo album di Strait a debuttare consecutivamente al numero uno) e al numero tre nella classifica Billboard Top 200, dietro Adele e Lil Wayne. Strait ha coprodotto l’album con il suo fidato produttore Tony Brown allo Shrimpboat Sound Studio di Key West in Florida, lo stesso studio dove l’artista ha registrato i suoi ultimi tre album (che hanno portato a casa tutti almeno un riconoscimento). Il membro della Country Music Hall of Fame ha invece co-scritto sette delle undici tracce di “Here For A Good Time” insieme a suo figlio Bubba e a Dean Dillon. George Strait è l’unico artista che su 90 suoi singoli trasmessi in radio ne ha visti ben 85 entrare nei primi dieci, con 24 dischi arrivati in cima alla classifica degli album country di Billboard.

Willie Nelson rivela i dettagli del suo nuovo album in uscita a maggio

Posted by CountryStateLine on 19th marzo 2012 in Home (News)

Il primo album di Willie Nelson per la Sony Music Legacy, dal titolo “Heroes” (eroi), sarà pubblicato il prossimo 15 maggio. L’album è una raccolta di cover in chiave pop-country degli anni ’30 e ’40 ma anche di brani re-inventati e scritti per l’occasione da Willie con ospiti artisti di tutto rispetto quali Merle haggard, Snoop Dogg, Kris Kristofferson, Billy Joe Shaver, Sheryl Crow, Jamey Johnson, nonché i figli di Willie Lukas e Micah.
Prodotto da Buddy Cannon, “Heroes” è stato per lo più registrato da Steve Chadie al Pedernales Recording Studio di Austin, Texas. Tre tracce – “Hero”, “Roll Me Up and Smoke Me When I Die” e “Come On Back Jesus” sono state invece registrate da Butch Carr al Cannon Production and Sound Emporium Recording Studios a Nashville.
“Heroes” segna il primo album di uno storico accordo discografico tra Nelson e la Legacy Recordings, il catalogo che rappresenta una divisione della Sony Music Entertainment. L’accordo è un ritorno a casa per Nelson, il quale tra il 1975 ed il 1993 incise una serie di singoli e di album di grande successo per la Columbia Record, ad iniziare dalla sua “hit” dal titolo “Red Headed Stranger” datata 1975.
«Sono davvero contento di essere tornato a casa con la Sony Music. Siamo stati partner per tanti anni; a ritroso fino ad arrivare alla Pamper Music e alla Tree Music. Condividiamo una grande storia e non vedo l’ora di fare tante altre grandi cose assieme negli anni a venire» ha detto Willie presentando il progetto.
A supportare Nelson e la sua chitarra Trigger, uno stuolo di musicisti che formano la “Roll Me Up Band”: Kevin “Swine” Grantt al basso, Bobby Terry alla chitarra elettrica e acustica, Jim “Moose” Brown al piano, Wurlitzer e organo B-3, Mike Johnson alla steel guitar, Tony Creasman alla batteria, Mickey Raphael all’armonica, Lucas Nelson alla chitarra elettrica. Ma la lista non finisce qui: sul disco hanno suonato anche Paul Shaffer all’organo B-3 (quello che vedete sempre al David Letterman…), Butch Carr al sintetizzatore, Steve Brewster alle percussioni e lo stesso produttore Buddy Cannon al basso e alla chitarra acustica. Melonie Cannon, Buddy Cannon, Lance Miller e Kris Kristofferson contribuiscono alle voci.

Ecco la lista dei brani:

  1. “A Horse Called Music” con Merle Haggard & Lukas Nelson
  2. “Roll Me Up And Smoke Me When I Die” con Snoop Dogg. Kris Kristofferson e Jamey Johnson
  3. “That’s All There Is To This Song”
  4. “No Place To Fly” with Lukas Nelson
  5. “Every Time He Drinks He Thinks Of Her” con Lukas Nelson
  6. “Come On Up To The House” con Lukas Nelson e Sheryl Crow
  7. “Hero” con Billy Jo Shaver e Jamey Johnson
  8. “My Window Faces The South” con Lukas Nelson
  9. “The Sound Of Your Memory” con Lukas Nelson
  10. “Could War With You” con Lukas Nelson e Ray Price
  11. “Just Breathe” con Lukas Nelson
  12. “My Home In San Antone” con Lukas Nelson
  13. “Come On Back Jesus” con Lukas e Micah Nelson
  14. “The Scientist”

 

 

A Nashville apre il museo di Johnny Cash: più di 1000 mq in pieno centro

Posted by CountryStateLine on 17th marzo 2012 in Home (News)

I fan della musica country in viaggio negli Stati Uniti avranno da questa estate una ragione in più per fare tappa a Nashville. In una conferenza stampa tenutasi a Music City a fine febbraio, infatti, amici e familiari di Johnny Cash hanno annunciato i dettagli dell’apertura del nuovo museo dedicato proprio a lui. A quanto riportato da The Tennessean, il “Johnny Cash Museum” aprirà proprio in centro città tra poche settimane, anche se la data esatta ancora non è stata decisa. Ricavato da un ex negozio di tappezzerie dall’amico di una vita di Johnny, Bill Miller, che ci ha investito un totale di sette milioni di dollari, il museo sarà  dedicato alla vita e alla musica dell’uomo in nero, the man in black, come Cash è universalmente conosciuto.
«Mio padre e mia madre hanno vissuto in onestà e verità di spirito» ha detto in conferenza stampa John Cash, figlio di Johnny e June Carter Cash «[questo museo] Non riguarda il glamour o la necessità di essere presenti a Nashville. Aprire questo museo ha più a che fare con il diffondere il loro spirito. Mio padre ha attratto e attrae tanto l’americano medio che possiede una piccola collezione di cd quanto il punk per le vie della Germania. Ed è una sorta di magia questo modo in cui egli è sempre stato in grado di fare ciò, la sua immagine ispira persone che vengono dalle esperienze di vita più disparate.»
«Questo è qualcosa che abbiamo voluto fare per Johnny, qualcosa che Johnny merita, qualcosa che a Johnny farebbe davvero molto molto piacere» ha detto Bill Miller (a sinistra in una foto che lo ritrae con Johnny Cash) , uno dei suoi più intimi amici nonché proprietario della più grande collezione di suoi oggetti «Questo museo sarà una passeggiata in tre dimensioni nella vita di Johnny Cash, con momenti interattivi visivi, sonori e con oggetti appartenutigli. E’ stato sempre un mio sogno, da quando lui non c’è più, di mettere in mostra la vita e la carriera di Johnny Cash organizzandole in una memorabile esposizione per permettere anche a tutti i suoi fan di goderne.»
I più di 1000 metri quadrati di esposizione che apriranno su Lower Broadway, proprio a un isolato di distanza dal Country Music Hall of Fame and Museum, in pieno centro, custodiranno memorabilia, mostre multimediali e un teatro di 250 posti e a dire dei progettisti sarà “la più grande, omnicomprensiva ed importante collezione di oggetti appartenuti a Cash e memorabilia proveniente da ogni parte del mondo”. Oggetti destinati al museo saranno donati dalla famiglia Cash, dalla collezione di Bill Miller e da un pre-esistente museo su Johnny Cash di Hendersonville (Tennessee), il cui nome era “The House of Cash”, che ha chiuso i battenti nel 1999. Ovviamente tanti fan donatori si sono già fatti avanti per cedere al nuovo museo i loro oggetti. La Rock and Roll Hall of Fame si è anche offerta di prestare al museo la leggendaria chitarra Gibson appartenuta a Cash. Saranno esposti documenti storici mai visti prima, lettere, premi vinti in carriera, costumi e tutti gli altri strumenti che il grande Johnny ha utilizzato nel corso della sua straordinaria carriera, in un percorso tridimensionale che attraverserà tutta la sua vita. Sarà ricostruita all’interno del museo anche una esatta replica di una sezione della casa in cui Johnny visse da adolescente e tra i pezzi rari esposti ci sarà anche un manoscritto autografo con l’ultima canzone che Cash scrisse, proprio pochi giorni prima di morire.
I visitatori potranno conoscere meglio anche la parte della esistenza di Johnny Cash non strettamente legata al suo status di star, alla sua vita quando non era sul palco inclusa la sua infanzia e la sua adolescenza, nonché al periodo in cui prestò servizio militare nell’Aeronautica Americana.
Senza considerare il progetto di preservazione della vecchia casa dei Cash a Dyess (Arkansas), dove Johnny visse gli anni della sua infanzia e giovinezza negli anni ’30 e ’40. Un progetto fortemente voluto dalla Arkansas State University e finanziato anche con una raccolta fondi iniziata la scorsa estate, tendente a conservare non solo quell’edificio ma tutta una serie di costruzioni adiacenti allo scopo di mantenere integro lo spirito del New Deal americano, la realtà della Grande Depressione e della vita della famiglia Cash. Il restauro è stato basato su foto e ricordi di parenti e amici e gli interni saranno arredati e decorati come quando la famiglia Cash viveva lì ottanta anni fa. Rosanne Cash (foto sopra) ha detto una cosa molto bella e importante: «E’ sorprendente: ci rendiamo conto che i fili che ci legano ai nostri antenati sono fondamentali sempre solo quando i nostri genitori muoiono. Per una sorta di strano paradosso, finché essi sono in vita non lo senti e non te ne rendi conto, quindi c’è questa forte emozione e questo bisogno di comprendere, proteggere e preservare per le generazioni che verranno e di immaginarmici al suo interno. Per me è importantissimo.»
«[Bill Miller] è stato un fan incredibile di mio padre» ha anche detto Rosanne Cash nel corso di una intervista alla AP «nonché uno dei più grandi collezionisti di oggetti a lui legati. Se esiste qualcuno che era in grado di mettere su un museo, questo era Bill. Quindi ho molta fiducia in lui e penso che sia una gran cosa a questo punto. Penso che realizzerà qualcosa con dignità e classe che storicamente è importante, non la solita cosa kitsch. Sono molto interessata a vedere cosa verrà fuori.»
La musica ovviamente non potrebbe star fuori da questo progetto. Da quando Johnny Cash è morto – come avviene per ogni stella del mondo discografico che scompare – numerose sono state le opere pubblicate postume, non ultima la serie della American Recordings prodotta da Rick Rubin e tutta una serie di bootleg. Ora è stata annunciata anche l’uscita, il prossimo 3 aprile, del cofanetto doppio “Bootleg IV: The Soul of Truth” per la Sony Legacy che conterrà una serie di registrazioni soprattutto ispirate al gospel e ai temi spirituali effettuate tra gli anni ’70 e gli anni ’80 e che conterrà sia materiale già editato che brani inediti. La stessa casa discografica già annuncia altre pubblicazioni nei prossimi mesi ma non ha rivelato maggiori dettagli in merito.

Comunque sia i tantissimi fan di Johnny Cash (nella foto AP ritratto nel 1999) sono desiderosi di ascoltare anche queste nuove pubblicazioni e di imparare sempre qualcosa di nuovo su di lui. The Man in Black, che venne a mancare in seguito a complicanze legate al suo diabete il 12 settembre 2003, lo scorso 26 febbraio avrebbe compiuto 80 anni. L’anno giusto per celebrarlo con un museo e nuovi cd in suo onore.
M.A.

 

Paul Bogart, cantante country e rodeo-man, da domani mini-tour in Italia

Posted by CountryStateLine on 16th marzo 2012 in Home (News)

Siamo alla vigilia dell’inizio del piccolo tour italiano di Paul Bogart, interessante cantante country in arrivo nel nostro paese per alcune session acustiche tra Lombardia, Emilia e Veneto che vi consiglio davvero di non perdere se siete in zona. Si comincia domani al B&B Saloon di Dorno, in provincia di Pavia. Venerdì 23 marzo sarà al Trailer Saloon di Ciano d’Enza (Reggio Emilia) per chiudere la piccola tournée sabato 24 marzo all’Horseman Ranch Saloon di Ponte di Castegnero (Vicenza), dove segnalo che ad aprire per lui sarà il mio amico Giorgio Bettocchi.
Nato e cresciuto a Oologah, Oklahoma, ma da sempre affascinato dal sound del Texas (quello alla George Strait tanto per intenderci), Paul Bogart appartiene alla schiera del cantautorato country che affonda le sue origini nello spirito e nelle tradizioni dei cowboy, della vita all’aria aperta, dell’allevamento del bestiame e dei rodei. Ha iniziato frequentando proprio questi ultimi e benchè ora viva stabilmente a Nashville la sua provenienza ed appartenenza alla provincia rimane ben radicata in lui, tant’è che non ha completamente abbandonato i circuiti di competizione e non è mai entrato nel “grande giro” discografico, pur avendo le qualità che necessiterebbero per farlo. Scrive (o co-scrive) tutte le canzoni che pubblica, i suoi dischi (tre finora) sono stati tutti autoprodotti e gli show dal vivo che preferisce sono quelli che tiene nei saloon, nei barn-dance e nei locali dove riesce a stabilire un contatto diretto con il suo pubblico. Quando era al college, con la musica country già nel sangue, suonava dovunque gli si consentisse di farlo: feste scolastiche, raccolte fondi e sagre di paese, arrivando ad esibirsi anche nell’area di Tulsa e Oklahoma City, dove il suo nome cominciò a diventare piuttosto popolare. Un giorno, durante l’ultimo anno alla Roger State University di Claremore, Paul ottenne di esibirsi presso una scuola locale in occasione di una raccolta di beneficienza e a questo scopo iniziò a tappezzare tutta la cittadina con dei manifestini fatti in casa che annunciavano la sua esibizione. Qualche giorno dopo, mentre era a casa dei suoi, squillò il telefono. Fu lui a rispondere. «Sollevai la cornetta» racconta ricordando con incredulità «e questo tizio dall’altro capo del filo dice “Salve, il mio nome è Floyd e lavoro per Garth Brooks. Garth ha visto un tuo volantino e vuole incontrarti”. Io pensai che fosse assolutamente uno scherzo, così accampai scuse dicendo che dovevo controllare prima la mia agenda. Una settimana dopo questo tizio chiamò di nuovo e di nuovo mi chiese se ora avessi tempo di incontrare Garth. A quel punto risposi: “Signore ma sta dicendo sul serio ?” e quel Floyd mi confermò tutto dicendo che Garth era riuscito ad entrare in possesso del mio album demo inciso quando ero al college e voleva parlare con me di musica». Quale migliore incoraggiamento di questo? Seguì il consiglio di Garth a trasferirsi a Nashville. «Mi ricordo» dice ancora Paul «che Garth mi disse: “Tu sei un team roper [chi durante un rodeo cattura un vitello al lazo inseguendolo a cavallo, ndr] di successo perché sei dell’Oklahoma, ma se vuoi essere un musicista di successo devi trasferirti a Nashville.”»
Bogart prese la sua decisione e, l’estate successiva alla laurea presso la Roger State University, a Music City ci andò davvero. Ma non sfruttò la sua conoscenza con una delle leggende viventi della country music moderna; decise invece di cominciare da zero, lavorando duro con determinazione ed integrità. Proprio come un vero cowboy sa fare. Suonò e scrisse con chiunque gli capitasse a tiro, conoscendo tutti i migliori autori di Nashville tra cui Jim Beavers (“Sideways” di Dierks Bentley), Billy Montana (“Bring On The Rain” di Jo Dee Messina), Tom Douglas (“I Run To You” di Lady Antebellum) e semplicemente apprezzando l’opportunità solo di essere nella stessa stanza con questi autori, suonando con loro e imparando da loro.
Oggi tutti in giro lo conoscono. La sua musica è un marchio distintivo, contagiosa e dalla melodia accattivante. «Mio padre mi ha sempre insegnato» dice «che se ci sai fare la gente prima o poi se ne accorge, senza mai aver bisogno di fare lo spaccone». Col cuore di un cowboy e lo spirito di un gentuluomo, la sincerità e la verità che permeano le sue canzoni sono allo stesso tempo disarmanti ma danno la certezza che Paul sa quello che appassionatamente dice e mantiene la promesse che fa.
M.A.

Le tappe di Paul Bogart

  • Sabato 17 marzo 2012 – “B&B Saloon”, Via Vittorio Veneto 143, Dorno (PV), Info tel.0382812596
  • Venerdì 23 marzo 2012 – “Trailer Saloon”, Via per Vetto Loc. Cerezzola, Ciano d’Enza (RE), Info tel.3394554995
  • Sabato 24 marzo 2012 – “Horseman Ranch Saloon”, via Bagnolo 15, Ponte di Castegnero (VI), Info tel.3478501289

 

 

 

Guadagni in tournée: Taylor Swift guida la classifica con il suo “Speak Now World Tour”

Posted by CountryStateLine on 2nd marzo 2012 in Home (News)

Da qualsiasi parte la si osservi, alla fine sono sempre le cifre a parlare più chiaramente di qualsiasi altro dato. E stando a quanto riportato da StubHub (la più grande società di compravendità online di biglietti facente oggi capo a Ebay che opera da 12 anni sia sul mercato americano che su quello inglese), queste sono inequivocabili: la dominatrice incontrastata del 2011 e di questo scorcio iniziale di 2012 è Taylor Swift (nella foto durante i recenti Grammy Awards). L’anno scorso, infatti, il suo “Speak Now World Tour” (che fece tappa anche al Forum di Milano – vedi) ha venduto più biglietti di qualsiasi altro tour mondiale precedente, ivi inclusi quello di Kate Perry, Paul McCartney e dei New Kids on the Block. Nei soli Stati Uniti e Canada ha venduto biglietti per quasi 100 milioni di dollari. Agli U2 e Lady Gaga la medaglia d’argento e di bronzo. Il tour di Taylor si è piazzato inoltre al quarto posto della classifica dei tour mondiali più grandi dell’anno scorso. E il country non si può proprio lamentare poiché al terzo posto di questa classifica si è piazzato Kenny Chesney con il suo “Goin Coastal Tour” (che non ha mai varcato i confini americani) mentre Jason Aldean e Keith Urban si sono piazzati rispettivamente al 23esimo ed al 25esimo posto. Gli U2 al primo con ricavi di 156 milioni di dollari e 1,7 milioni di biglietti venduti in 25 show in nord America. Il guadagno complessivo è stato invece di 231,9 milioni di euro.
Parlando di Taylor Swift queste cifre in fondo non stupiscono più di tanto: consideriamo che la cantante nel 2011 ha girato ben 98 città nel mondo per promuovere il suo terzo disco e che qua e là lungo il tour cantanti sia country che pop (da Tim McGraw a Justin Bieber) sono saliti sul palco per unirsi a lei e rendere ancora più appetibili le sue esibizioni. In 80 città americane la cantante ha guadagnato 97,7 milioni di dollari. Il prezzo medio del biglietto di ingresso ai suoi spettacoli è stato di 71,54 dollari mentre quello degli U2 è stato di 91,67 dollari. Il più basso è stato mediamente il prezzo di un biglietto di un concerto di Jason Aldean: 34,63 dollari, di gran lunga il biglietto più economico tra i primi 25 cantanti country. Nel corso del suo “Speak Now Tour” si sono staccati 1,365 milioni di biglietti con un guadagno medio a spettacolo di 1,656 milioni di dollari. In 100 concerti la Swift ha realizzato un guadagnoo complessivo a livello mondiale di 104,2 milioni di dollari. Per chi si è perso la data italiana o semplicemente volesse rivivere le emozioni vissute ricordo che lo scorso novembre è uscito un “pacchetto” dvd+cd che racchiude i migliori momenti dello “Speak Now World Tour”, mentre lo stesso tour mondiale va gloriosamente a concludersi nel mese di marzo tra Australia e Nuova Zelanda (ultima tappa ad Auckland il 18) e Taylor si prepara ai lavori di ritocco sul suo nuovo album in uscita prevista quest’anno. Data e titoli ancora top secret, ma ne parleremo più avanti…

Seminario radiofonico per Faith Hill a Nashville. A marzo tour in Australia.

Posted by CountryStateLine on 1st marzo 2012 in Home (News)

“Mississippi Girl”, “The Way You Love Me”, “This Kiss”, “Breathe”. Sono alcuni dei grandi successi di Faith Hill che la 45enne cantante country ha ripreso durante il seminario delle radio country organizzato a Nashville dalla sua casa discografica, la Warner Brothers, lo scorso venerdì 24 febbraio dopo circa dieci anni in cui non saliva su di un palco in simili occasioni. Faith ha anche interpretato, “Six Hundred Years” e “American Heart”, un paio di brani tratti  dal suo imminente album, la data di uscita del quale è attesa a breve ed il cui titolo dovrebbe essere “Illusion”. L’esibizione di Hill (nella foto qui a destra un momento) è stata convincente durante l’intero set e la sua voce non è mai stata così in palla, come quando ha cantato “Stronger” (brano dal suo disco “Cry”) seguito da una bella versione della sua famosa “Piece Of My Heart” che nel 1993 fu uno dei suoi primissimi cavalli di battaglia.
Solo il tempo saprà dirci se Faith riuscirà a fare il suo ritorno nel circuito radiofonico, anche perché non è da sottovalutare il fatto che ella aveva già distribuito al circuito il primo singolo del suo prossimo disco, “Come Home”, il quale però non è andato oltre la 26esima posizione della classifica dei singoli country di Billboard. Ryan McCall, speaker della radio WGLR 97.7 di Platteville, Wisconsin, è tra le persone che erano presenti al seminario della Warner e che sono rimaste assolutamente ben impressionate da ciò che hanno sentito durante lo show di Hill. «Ho avuto netta la sensazione che questa fosse una esibizione da “o la va o la spacca” per la sua carriera» ha detto «e credo che l’occasione le abbia giovato.»
Il seminario si è svolto in concomitanza con l’annuale “New Faces Show”, che porta alla ribalta i più bravi talenti della musica country che si sono distinti ogni anno secondo i voti degli addetti ai lavori nella radio. Sono stati votati cinque artisti ma solo quattro – Eli Young Band, Hunter Hayes, Sunny Sweeney e David Nail – si sono esibiti in quanto Thompson Square sono stati costretti a cancellare la loro partecipazione a causa della improvvisa scomparsa del papà di Shawna (la metà femminile del duo country). Tra tutti e quattro la mia personale preferita, Sunny Sweeney, che aveva già entusiasmato l’anno scorso con il suo secondo disco “Concrete” e col primo singolo da esso estratto “From A Table Away” (entrato di prepotenza tra i primi dieci in classifica), ha incantato con l’inno alla donna lavoratrice “Everyone Else Can Kiss My Ass”, che sarà incluso nel suo terzo album (sul quale sta già lavorando) e che vi consiglio di gustarvi cliccando qui.
Auguro di cuore a Faith Hill di tornare alla popolarità di cui ha goduto negli anni ’90, quando vendeva milioni di dischi e arrivò anche come super ospite a Sanremo 2001 cantando “The Way You Love Me” nel momento del suo tentativo (malriuscito, per fortuna) di passare dal country al pop. Nel frattempo passerà tutto il mese di marzo in tournée in Australia.
M.A.
(si ringrazia Billboard)