Archive for febbraio, 2012

Natalie Maines (Dixie Chicks): il country non è più cosa per me…

Posted by CountryStateLine on 29th febbraio 2012 in Home (News)

Girando per blog e forum che trattano l’argomento si capisce che le ultime esternazioni di Natalie Maines, componente del gruppo country alternativo delle Dixie Chicks, non sono piaciute granché. Non è certo un caso che l’ultimo disco del gruppo risalga al 2006 (“Taking The Long Way”): la Maines ha ultimamente fatto capire di voler mettere la massima distanza possibile tra lei e il mondo della musica country, sputando praticamente nel piatto in cui ha così abbondantemente mangiato per tanti anni. L’ultima uscita l’ha fatta “cinguettando” con i suoi sostenitori su twitter durante la diretta della serata dei premi Grammy, nella notte di domenica 12 febbraio. Mentre Jason Aldean cantava la sua “Don’t You Wanna Stay” con Kelly Clarkson, Maines ha infatti scritto che non aveva idea di chi fosse questo Aldean e che non lo aveva mai sentito prima. Al che un fan le ha risposto che semplicemente non poteva credere che ella avesse rimosso a tal punto la sua appartenenza a questo mondo. A quel fan Maines ha risposto «Davvero lo credi? Sono 6 anni che non mi interesso della musica country. Non è cosa per me». Quando un altro fan ha scritto di non poter credere che Natalie non sapesse chi fosse Jason Aldean, ella ha ribadito la sua affermazione precedente sul mondo del country scrivendo «sono davvero fuori da quel mondo». Il botta e risposta tra lei e i fan sul noto social network è andato avanti per un po’ coinvolgendone altri. Natalie ha ammesso di aver seguito il country mainstream per un certo periodo della sua carriera ma solo perché ci fu costretta e perché sentì una sorta di responsabilità nel farlo. Quella responsabilità, ha detto, ora non c’è più. «L’ho seguito perché faceva parte del mio lavoro conoscere l’ambiente musicale in cui mi muovevo. Non penso sia più necessario per me» ha risposto poi ad un alto fan.
Un’artista di cui Maines conosce però bene l’esistenza è Taylor Swift. E’ arrivata a farle anche i complimenti su twitter scrivendo «non ho mai visto nessuno fare apparire il banjo così bello dai tempi di Emily Robinson [un’altra componente delle Dixie Chick, ndr]. Bel lavoro Taylor Swift!» Un altro fan le ha giustamente ricordato che è stata proprio la musica country e renderla una star e a garantirle fama e fortuna. Natalie ha rassicurato lui e gli altri appassionati che essi sono sempre ancora tutti nel cuore delle Dixie Chicks.
D’altronde ricordo che non è la prima volta che Natalie Maines prima apre la bocca e le dà fiato (intendiamoci, nel pieno e sacrosanto diritto di ognuno di poter esprimere le proprie libere opinioni) salvo poi pentirsi e cercare di correggere il tiro delle sue esternazioni. La prima buccia di banana la calpestò nel 2003, all’epoca dell’invasione dell’Iraq da parte delle truppe americane sotto la presidenza di George W. Bush. Il 10 marzo, durante la tappa londinese del tour mondiale delle Dixie Chick Natalie disse: «Non vogliamo questa guerra , questa violenza, e ci vergogniamo che il presidente degli Stati Uniti sia nato in Texas [come le Dixie Chicks, ndr]». Il risultato più evidente – soprattutto a causa di una massiccia amplificazione mass mediatica che scoppiò negli Stati Uniti  a partire dal giorno successivo – fu quello di dividere sostanzialmente gli americani tra pro e contro. Benché la maggioranza della popolazione americana rimase fondamentalmente vicina al gruppo, l’uscita della Maines si ripercosse in un calo delle vendite, delle sponsorizzazioni e dei passaggi radiofonici (in quanto molte radio conservatrici iniziarono a boicottare la loro musica).
Né fu utile alla causa la diatriba che Natalie instaurò con Toby Keith sul di lui singolo “Courtesy of The Red, White and Blue” (inneggiante alla guerra e alla giusta rivalsa americana contro gli attacchi dell’11 settembre) definendo il collega un “ignorante”. Alla serata di premiazione degli Academy of Country Music Awards del 2003 (in cui il premio per intrattenitore dell’anno fu assegnato proprio a Keith) le Dixie Chicks erano tra il pubblico (nominate) e Natalie Maines indossava – come d’altronde aveva fatto anche durante alcune delle ultime tappe del tour – una maglietta con sopra scritto “FUTK” (foto Senator). L’ufficio stampa del gruppo dichiarò che quelle lettere stessero per “Friend United in Truth and Kindness” (amici uniti nella verità e nella gentilezza) ma era chiaro che il vero acronimo fosse “Fuck You Toby Keith” (fottiti Toby Keith).
Insomma, nonostante stiamo parlando di un gruppo che ha vinto 13 Grammy e venduto una trentina di milioni di dischi, le Dixie Chicks non hanno mai smesso di dividere e così è stato anche per la “cinguettata” di due settimane fa. Che devo dire ha generato moltissime critiche, la più pacata e carina delle quali recita “Stay out of Country may be the best place for her”, che si tradurrebbe con un “stare fuori dal Country potrebbe essere per lei il posto migliore”. Ma “country” potrebbe essere anche inteso come “paese”, quindi il gioco di parole è servito…

 

La genesi di “I Will Always Love You”. Dolly: quando la cantai a Porter lui pianse. Costner: Whitney era perfetta

Posted by CountryStateLine on 19th febbraio 2012 in Home (News)

A una settimana dalla prematura scomparsa a soli 48 anni di Whitney Houston voglio parlare della canzone che oggi la rappresenta di più e che l’ha resa immortale, quella “I Will Always Love You” cui Whitney ha regalato nuovo splendore ma che originariamente – come tutti ormai saprete – fu scritta dalla “nostra” amata Dolly Parton.
Intanto un po’ di numeri. Quando nel 1994 Whitney la riregistrò per la colonna sonora di “The Bodyguard”, il singolo “I Will Always Love You” vendette più di 4 milioni di copie, mentre la colonna sonora del film raggiunse i 17 milioni. Ma come nacque originariamente questa canzone? L’ispirazione venne a Dolly Parton nel 1974 col desiderio di comunicare a Porter Wagoner (con lei a sinistra, in una foto degli anni ’80) senza ferirlo la sua intenzione di interrompere la collaborazione all’interno dello show settimanale che con lui conduceva ormai dal 1967, “The Porter Wagoner Show” e grazie al quale aveva guadagnato notorietà a livello nazionale. Anche se ella era determinata a prendere altre strade, voleva trasmettere nella canzone un messaggio di sincera gratitudine. «Il testo dice che “solo per il fatto che me ne sto andando non vuol dire che non ti amerò. Ti stimo e spero che te la caverai alla grande e apprezzo ogni cosa che hai fatto, ma mi chiamo fuori”» ha spiegato Dolly in un’intervista «Questo è fondamentalmente quello che volevo dire. E la mattina seguente colsi al volo la prima occasione e gli dissi “Siediti, Porter. Ho scritto questa canzone, e voglio che tu l’ascolti.” E così gliela cantai. E lui cominciò a piangere. Mi disse: “Questa è la canzone più bella che abbia mai sentito. E puoi andare, a patto che tu mi faccia produrre il disco.” E così fece.»
La versione originale di Dolly raggiunse la posizione numero uno nella classifica Billboard delle canzoni country nel 1974 e fu di nuovo in testa otto anni dopo, nel 1982, quando Dolly la incise nuovamente per il film “Il Più Bel Casino del Texas” che recitò accanto a Burt Reynolds (nella foto a sinistra la copertina del singolo). Parton ricorda poi che era alla guida della sua macchina quando sentì per la prima volta “I Will Always Love You” nella versione cantata da Whitney Houston nel 1994 per “The Bodyguard”. Era stato Kevin Costner, co-produttore del film, a volere fortemente che fosse proprio Whitney a registrare una nuova versione per la pellicola, dopo aver altrettanto fortemente insistito con la casa di distribuzione cinematografica Warner – alquanto riluttante e propensa a scegliere un’attrice non alla sua prima esperienza e preferibilmente non di colore – perché fosse lei ad interpretare la parte della co-protagonista Rachel Marron. Dice Dolly: «Ricordo che cominciava con una intro a cappella … Pensai che mi suonava familiare, ma non mi colpì. E’ una di quelle situazioni in cui tu dici “ma com’è il titolo di questa, non mi ricordo…” e poi, tutto a un tratto, quando Whitney cominciò a cantare “I will always love you” a momenti facevo un incidente con la macchina!»
“I Will Always Love You” nella versione della
Houston (a destra) tornò quasi immediatamente il primo posto delle classifiche – questa volta pop. «Kevin Costner e la sua segretaria sono quelli a cui piacque subito la canzone» continua a ricordare Parton «Volevano inizialmente utilizzare un altro brano al posto di quello e ne avevano già anche registrato una versione ma all’ultimo momento vollero cambiarla e andarono nel panico. Così mi chiesero di “I Will Always Love You”, io acconsentii e poi non seppi più nulla.”
Per la cronaca la canzone avrebbe dovuto essere “What Becomes of The Broken Hearted”, una canzone della fine degli anni ’60 portata al successo dal cantante di colore Jimmy Ruffin per la Motown. Ma quando Costner scoprì che una cover della stessa era stata incisa da Paul Young per il film “Pomodori Verdi Fritti (alla fermata del treno)” pochi mesi prima decise di cambiare.

In una intervista rilasciata nel 2008 a CMT.com Kevin Costner (foto a sinistra) rivelò che non percepì nessun entusiasmo quando insistette a volere che fosse la Houston a cantare la nuova versione del brano di Dolly Parton, men che meno da parte di Clive Davis, capo della Arista Records, e degli altri dirigenti della casa discografica della cantante. «Quando dissi a Whitney che avrebbe cantato “I Will Always Love You” tutti rimasero scioccati. Dissi che quella era una canzone importantissima per il film. Non mi importava se fosse o meno mai passata in radio. Dissi anche che avremmo inserito nel film una versione a cappella all’inizio. Avevo bisogno di una versione a cappella per far capire quanto Frank Farmer piacesse a questa donna, tanto da riuscire a cantargli una canzone senza neanche la musica.»
Dolly Parton ha sempre lodato la versione di Whitney di “I Will Always Love You” e ha più volte espresso la sua gratitudine a Costner per aver deciso di includere la canzone nel film “The Bodyguard”. Pochi giorni fa Dolly ha aggiunto una nota sul suo sito: «Il mio cuore è con Whitney e la sua famiglia mentre piangono la sua scomparsa. Non conoscevo né Whitney né nessun membro della sua famiglia personalmente. Ma ella sarà sempre parte del mio cuore e le sarò sempre grata per la sua incredibile esecuzione e per il suo successo con la nostra canzone “I Will Always Love You”.»
Ricorda Costner: «Dolly privatamente mi disse qualcosa [riguardo alla interpretazione della sua canzone da parte di Whitney, ndr] che non posso ripetere, ma fu molto generosa a riguardo e fu divertente – come solo lei può esserlo – e fu in sostanza un grande “grazie”. Un grande, grosso e grasso “grazie”».

 

 

 

 

Kenny Rogers cita la Capitol Records in giudizio a Nashville

Posted by CountryStateLine on 18th febbraio 2012 in Home (News)

Kenny Rogers va per i 74 ma è ancora sveglio e sa badare ai suoi affari. Quando la scorsa settimana ha scoperto che la Capitol Records ha tenuto all’oscuro lui ed altri artisti sotto contratto con l’etichetta di avere incassato ed essersi tenuta i pagamenti delle royalty derivanti dal download dei loro brani musicali da internet anziché corrisponderglieli non ci ha pensato un attimo e lunedì scorso ha fatto loro causa. Il procedimento, intrapreso presso il tribunale di Nashville dall’avvocato Richard Busch, è l’ultimo in una serie di cause simili intentate (e vinte) da altri artisti, come Eminem e Peter Frampton. L’accusa mossa alle case discografiche in ogni causa è sempre la stessa: esse hanno deliberatamente pagato una somma inferiore rispetto a quella che avrebbero dovuto grazie ad un sotterfugio amministrativo-contabile. Esse hanno cioè considerato le transazioni online legate al download dei brani come una vendita di “musica”, anziché di una licenza. La prima infatti prevede la corresponsione all’artista di una percentuale di guadagno inferiore in confronto al 50% di solito previsto per la vendita di una licenza. La causa mossa da Rogers alla Capitol non cita uno specifico ammontare di royalty digitali che sarebbero state trattenute illegalmente dalla casa discografica anche se egli li accusa di essersi tenuti in cassa per i 30 anni in cui ha inciso per loro non meno di 400mila dollari in seguito a “errori” contabili. Per anni la Capitol ha tra l’altro mantenuto il controllo sui guadagni derivanti dalle incisioni dei più grandi successi di Rogers registrati tra gli anni ’70 e gli anni ’80 sulle etichette United Artists e Liberty. In buona fede o no, sarà a questo punto il tribunale a deciderlo.

 

 

Un po’ di country dal vivo in giro per l’Europa. Terri Clark a Voghera. Martina McBride a Gstaad.

Posted by CountryStateLine on 17th febbraio 2012 in Home (News)

Schützenhaus Albisgütli di Zurigo, International Trucker & Country Festival di Interlaken, Craponne Rendez-Vous Country Festival, Country Night di Gstaad, Voghera Country Festival. Sono tanti ormai i festival di musica country di una certa rilevanza nell’Europa continentale che annualmente assicurano line-up interessanti. Quelli che ho citato sono appuntamenti ormai consolidati: i primi tre in terra elvetica, il quarto in terra francese ed il quinto addirittura in Italia, presso il Cowboys Guest Ranch. I fan di questo nostro amato genere musicale attendono sempre con una certa impazienza l’arrivo di ogni edizione nella speranza che qualche loro beniamino vi faccia tappa nel corso del suo tour europeo. O in esclusiva. Dato che anche il Country Night festival ha finalmente ufficializzato ieri la formazione che calerà a Gstaad per la 24esima edizione il prossimo settembre, vediamo di fare un riassunto.
Lo Schützenhaus Albisgütli di Zurigo, in Svizzera, giunto alla sua 28esima edizione, in svolgimento fino al prossimo 18 marzo, ha già visto esibirsi i Two Tons of Steel mentre sono in arrivo Mandy Barnett e la sua band (oggi e domani), il trio country-rock degli Scarletta (22 e 23 febbraio), Michael Cleveland & Flamekeepers (1 e 2 marzo) per finire coi LoCash Cowboys (il 7 e 8 marzo). Come già ho avuto modo di dire presentandolo negli anni scorsi, questo è l’unico festival in Europa che dura più di un mese ed assieme agli artisti americani ogni anno in cartellone ci sono artisti provenienti da diversi paesi europei: Francia, Austria, Germania, Gran Bretagna, Repubblica Ceca e la stessa Svizzera. Tutti gli spettacoli, che si susseguono dalle 1930 alla mezzanotte circa (a parte quelli domenicali che cominciano di mattina) hanno luogo in una hall in grado di contenere fino a circa 800 persone e ovviamente di contorno ai concerti c’è la classica organizzazione svizzera fatta di bancarelle, eventi collaterali e grandi quantità di birra e cibo. Alcuni concerti sono ad ingresso gratuito mentre per altri il prezzo dipende dalla popolarità dell’artista. Per il programma completo, informazioni e prenotazioni questi sono i riferimenti: http://www.albisguetli.ch/index.php?page=167, email info@albisguetli.ch, tel, +41433333000 dalle 9 alle 19, fax +41433333001.
La 19esima edizione dell’International Trucker & Country Festival, che si svolgerà dal 29 giugno al 1° luglio, vedrà confluire a Interlaken, in Svizzera, Tanya Tucker e Terri Clark che si esibiranno nella serata di venerdì 29 giugno; mentre la sera successiva sarà la volta dei Bellamy Brothers, ormai popolarissimi in terra elvetica, e di Burns & Poe (duo composto da Keith Burns, già parte del fu trio Trick Pony, e da Michelle Poe). Anche qui gli ingressi per questi show, che si svolgono in un apposito tendone, sono a pagamento ma all’interno del vasto villaggio western che compone l’area del festival (per entrare nel quale pure si paga un ingresso minimo), tra stand gastronomici e musicali, si esibiscono tanti artisti minori che si possono ascoltare senza sovrapprezzo. Per tutte le info: http://www.trucker-festival.ch/  .
Terri Clark attraverserà poi le Alpi per arrivare ad esibirsi alla 5^ edizione del Voghera Country festival, che come ogni anno si svolge al Cowboys’ Guest Ranch e che quest’anno si terrà dal 29 giugno al 1° luglio. Terri si esibirà nel Palatexas del ranch la sera di sabato 30 giugno e dopo il patinato show di Lorrie Morgan del 2011 credo che questa sia decisamente un’edizione più consona allo spirito del festival, del quale è parte importante il ballo con le varie gare che si svolgono durante la tre giorni della manifestazione. Clark è senz’altro un’artista che scalderà molto meglio le centinaia di fan attesi a Voghera. Le prevendite sono già aperte e tutte le informazioni possono essere ottenute sul sito del festival http://www.vogheracountryfestival.com/index.html .
Dal 27 al 29 luglio invece sarà la volta del festival francese Rendez-Vous a Craponne Sur Arzonne, famoso per svolgersi all’aperto in un anfiteatro naturale a circa 1000 metri di altitudine e per attrarre nel corso dei tre giorni di spettacoli più di 30mila spettatori. Assieme ad altri numerosi artisti provenienti da tutta Europa, quest’anno è in arrivo una decina di artisti americani.  Il 27 luglio, dopo essere apparsi allo Schützenhaus Albisgütli di Zurigo, si esibiranno i Tons of Steel. A seguire i Turnpike Troubadours e The Steeldrivers. Sabato 28 luglio sarà la volta dei Modern Earl, di Amber Digby & Midnight Flyers, di Kelly Willis con Bruce Robison e di Whiskey Myers. Domenica 29 luglio chiuderanno John Slaughter, Ronnie Bowman, Bayou Roux Justin Haigh. Tutte le info su www.festivaldecraponne.com .
Infine, la 23esima edizione del Country Night festival di Gstaad (Svizzera), dal 21 al 23 settembre, quest’anno farà il botto avendo sul palco la veterana Martina McBride (in esclusiva per quest’anno in Europa) e il nuovo arrivato Craig Campbell. Dato che i due sono gli unici artisti americani chiamati ad esibirsi (gli altri due sono la svizzera Tinkabelle e il gruppo inglese dei Los Pacaminos) il contratto per Martina e Craig deve essere costato niente male. Credo però che siano stati i soldi meglio spesi da diverse edizioni a questa parte: si tratterà davvero di due show dal vivo tra i più belli che si possano vedere a Nashville e avere la possibilità di assistervi in Svizzera è un’occasione imperdibile. Non dimentichiamo che in questi giorni Martina McBride sta girando in tour nientemeno che con George Strait mentre il calendario dei concerti dal vivo di Craig Campbell è decisamente più impegnato in media di quello di qualsiasi altro “nuovo arrivato” a Nashville. Info su www.countrynight-gstaad.ch .
C’è anche un altro festival prossimo a cominciare, il 15esimo International Festival of Country Music di Zurigo, che vedrà una strepitosa lineup guidata da Reba McEntire con i Lonestar, Asleep at the Wheel e Ricky Skaggs. Ma di questo festival ho gà parlato in un precedente articolo su CountryStateLine. Se volete rivederlo cliccate qui.
Come sempre, keep it country!
M.A.

 

In attesa degli altri duetti di Lionel Richie in “Tuskegee” arriva “Endless Love” con Shania Twain

Posted by CountryStateLine on 15th febbraio 2012 in Home (News)

Ricordo che le stupende note di “Endless Love”, datata 1981, con le bellissime voci di Lionel Richie e Diana Ross, arrivarono alle mie orecchie dopo il successo planetario del 1983 di “All Night Long”. Era la metà degli anni ’80, avrò avuto 16 o 17 anni e la canzone mi era stata registrata da un’amica di penna canadese che me la inviò su di un nastro insieme ad altre canzoni. Ne rimasi folgorato. Grazie a questo brano e a “Truly” Lionel Richie diventò da allora uno dei miei cantanti preferiti e ogni volta che me lo potevo permettere andavo a caccia di qualche suo nuovo vinile che potesse continuare a soddisfare la mia sete di buona musica. Quando alla fine dello scorso anno si è saputo del progetto del cantante americano di tornare alle sue origini con un disco-remake di suoi successi in chiave country in coppia con artisti del calibro di Jimmy Buffett, Blake Shelton, Jason Aldean, Billy Currington, Willie Nelson e Kenny Rogers il discorso si è fatto molto interessante perché tra i successi era ricompresa appunto la grande “Endless Love” e a cantare con lui sarebbe stata nientemeno che Shania Twain. Ora il progetto si è concretizzato, il disco sta per uscire (il 27 marzo) e il primo singolo è proprio “Endless Love”, anche se almeno per il momento è scaricabile solo su iTunes. Nonostante avessi qualche dubbio riguardo al rifacimento di un tale gioiello, dopo aver ascoltato la nuova versione mi sento di dire che ne è valsa la pena. Il remake avrebbe potuto andare male per mille motivi, a cominciare dal fatto che Shania è stata lontano dalle scene per anni e che la sua voce non era più quella di una volta. Non solo invece la voce della bella artista canadese ha centrato il bersaglio, ma Richie è stato anche molto bravo a non piegare l’arrangiamento ad inutile beneficio di un country a presa rapida per le masse popolari, cercando invece di esaltare le due vocalità in quell’alchimia che rende questa nuova versione di “Endless Love” – lungi dal voler rivalere con quella cantata con Ross – degna di essere annoverata tra i suoi successi. La melodia, lo sappiamo, è dolce; il pianoforte è stato sostituito qui dalle chitarre acustiche e da quelle elettriche che la guidano mentre le due voci si amalgamano quasi alla perfezione. E’ facile riscoprire la spirito country che alberga in Lionel Richie, nativo dell’Alabama, anche in questo pezzo intramontabile della musica di tutti i tempi (uno dei migliori duetti di sempre, secondo Billboard). Spero che questo singolo – e a seguire il disco – abbiano il successo che meritano, perché la country music può trovare solo giovamento da iniezioni di buona musica come questa. Oltre a nuove generazioni di appassionati che nel 1980 erano ancora troppo piccoli per apprezzare e ricordare. E spero anche che per Shania sia davvero la rinascita. Altrimenti l’avremo persa troppo presto. Ascoltatevi la nuova versione qui e se volete ditemi cosa ne pensate.
M.A.

 

 

Tim e Faith a “Good Morning America”: la realtà è che non siamo sposati…

Posted by CountryStateLine on 14th febbraio 2012 in Home (News)

Diciamo che a Faith Hill e Tim McGraw (foto), una delle coppie più belle e durature della musica country e dello show business americano, piace molto scherzare. Tim in particolare mercoledì scorso a “Good Morning America” si è divertito ai danni della conduttrice Robin Roberts. Il programma aveva infatti ospiti i due cantanti e Roberts, parlando della loro storia e delle loro carriere, ad un certo punto ha detto: «La gente è ispirata dalla vostra storia d’amore!» Al che Tim ha replicato: «E’ tutto falso. Niente di tutto ciò corrisponde al vero. In realtà ciascuno di noi è sposato ad un’altra persona.» Al che sia la conduttrice che i tecnici dello studio hanno riso a gran voce, mentre Tim rincarava la dose: «E’ così, nessuno lo sa.»
Robin ha replicato riferendosi a Tim: «Non si può mai sapere cosa può uscire dalla sua bocca.» La coppia era al programma per presentare il loro nuovo profumo, ma gli spettatori hanno voluto sapere se i due faranno mai un disco country di duetti.
«Sono sicura che ad un certo punto alla fine lo faremo» ha risposto Faith «Noi stiamo insieme tutto il tempo e abbiamo grandi idee circa quello che ci piacerebbe fare. Ma questo lo faremo alla fine.»
«Credo che Faith non avrebbe problemi ad abbassare lo standard di qualità per una canzone o due,» ha aggiunto Tim, continuando a scherzare «ma per un intero disco… non lo so!”
Belli bravi e spiritosi.

Cadute le accuse a carico di Rodney Atkins da parte della moglie

Posted by CountryStateLine on 14th febbraio 2012 in Home (News)

Sono notizie a cui fatico sempre a credere, ma per chi non lo sapesse lo scorso 21 novembre Rodney “Watching You” Atkins era stato arrestato dopo che la moglie Tammy Jo lo aveva accusato di averla assalita e aver tentato di soffocarla con un cuscino davanti al loro figlio di dieci anni Elijah dopo una notte passata ad ubriacarsi. In seguito a questa accusa le autorità della contea di Williamson avevano deciso di prendere in custodia Atkins (qui nella foto segnaletica che gli è stata scattata al suo ingresso in cella), che è finito per una notte al fresco per poi uscire dietro il pagamento di una cauzione di 2500 dollari. Poco dopo Mr. “Watching You” ha inoltrato una istanza per il divorzio. Il suo avvocato Rose Palermo aveva dato la versione del suo cliente, secondo cui Atkins avrebbe negato ogni contatto fisico avvenuto quella sera affermando di essere estraneo alle accuse mossegli e definendo sua moglie (con lui ai CMA Awards nella foto più sotto di Frederick Breedon / Getty Images) niente più che una bugiarda.
«Secondo le leggi dello stato del Tennessee, chiunque può spergiurare il falso e portare una persona ad essere arrestata semplicemente sulla base delle proprie dichiarazioni. Ovviamente questo è il caso in questione, dato che nessun testimone può supportare le dichiarazioni della signora Atkins. La polizia non ha visto nessuna aggressione perché nessuna aggressione è avvenuta. Il tutto è basato sulle parole della signora.»
Atkins aveva chiesto ai fan rispettosa privacy nell’attesa che la questione si dirimesse, ringraziandoli per essergli accanto e fiducioso che tutto si sarebbe risolto positivamente con il prevalere della verità. Bene: la notizia, di settimana scorsa, è che Atkins non sarà perseguito penalmente per aggressione domestica solo però a condizione che egli soddisfi le condizioni poste dalla corte in cui è stato giudicato. Mercoledì scorso, infatti, un giudice del Tennessee ha acconsentito a ritirare le accuse a suo carico, vale a dire che di esse non rimarrà traccia sulla sua fedina penale a patto che egli stia fuori dai guai e non subisca nesun’altra denuncia per altri 11 mesi e 23 giorni oggi. Il suo avvocato Rose Palermo dice che Atkins ha superato positivamente l’esame dopo un periodo obbligatorio trascorso presso un centro per la cura dell’aggressività, la dipendenza dalla droga e dall’alcol che la Corte gli ha ordinato e che ha acconsentito a sottoporsi a 30 ore di servizio sociale.
I più attenti a appassionati fan di Atkins ricorderanno che la moglie era apparsa anche nel video del suo brano “Farmer’s Daughter” del 2010 (vedi). The Tennessean riporta che Rodney  sarebbe partito per un tour nelle basi americane all’estero lo scorso venerdì.

 

54esimi Grammy Awards. Il ricordo di Whitney e la vetrina country

Posted by CountryStateLine on 13th febbraio 2012 in Home (News)

La 54esima edizione dei Grammy Awards , aperta dalla esibizione del grande Bruce Springsteen accompagnato dalla sua E-Street Band e dominata da Adele che si è portata a casa sei premi su sei nomination, sarà inevitabilmente ricordata come l’edizione del grande tributo a Whitney Houston, altra immensa icona della musica pop sacrificatasi all’altare della fama che consuma, del mito che uccide, prematuramente morta l’altroieri – una sera prima della premiazione – a neanche  49 anni per ragioni ancora da chiarire del tutto ma di certo legate al suo ultimamente precario equilibrio sul filo della vita e ai suoi nefasti rapporti con alcol e droghe.
A renderle omaggio, oltre a tutto il parterre, mentre la presenza sua e dei suoi 6 premi Grammy vinti nel corso di una sfavillante carriera snodatasi nel corso degli ultimi 27 anni aleggiava sul Convention Center di Los Angeles, è stata la bella e brava Jennifer Hudson (nella foto John Shearer / WireImage), che trattenendo le lacrime ha eseguito in conclusione di un omaggio filmato e fotografico l’indimenticabile “I Will Always Love You”, scritta dalla nostra amata Dolly Parton e riportata in gloria eterna da Whitney nel 1994 quando ne fece il cavallo di battaglia della colonna sonora del suo film “The Bodyguard” col quale – manco a dirlo – vinse il premio per l’album dell’anno. Un omaggio se vogliamo anche più corto del previsto. Ma chi se lo aspettava – solo 24 ore prima – di dover preparare un omaggio del genere?
Ciò doverosamente premesso, il country ha fatto la sua meritata comparsa anche ai Grammy, con tanta vetrina e molte importanti nomination che hanno creato attese non da poco. Tra i “big” alla fine hanno vinto Taylor Swift, Lady Antebellum e The Civil War. La prima, che subito dopo aver vinto si è scattata una foto (quella che vedete) e l’ha postata su Twitter, si è accaparrata i premi per Best Country Solo Performance (Migliore Interpretazione Country Singola) e  Best Country  Song (Migliore Canzone Country) per “Mean” ; i secondi hanno vinto il Grammy per il Miglior Album Country (“Own The Night”) con la sorpresa di Charles Kelley che sul palco ha dichiarato «Non ce lo aspettavamo. Grazie per averci cambiato la vita l’anno scorso.»  Lady A hanno sconfitto nella categoria Jason Aldean (“My Kinda Party”), Eric Church (“Chief”), Blake Shelton (“Red River Blue”), George Strait (“Here For a Good Time”) e Taylor Swift (“Speak Now”). The Civil War si sono portati a casa il Grammy per Best Country Duo/Group e Best Folk Album per l’album “Barton Hollow”. The Civil War hanno sconfitto “Don’t You Wanna Stay” di Jason Aldean e Kelly Clarkson, “You And Tequila” di Kenny Chesney e Grace Potter e “Are You Gonna Kiss Me Or Not” di Thompson Square.
Alison Krauss and Union Station hanno vinto il Grammy nella categoria Best Bluegrass Album con “Paper Airplane” (oltre ad un Grammy “tecnico”, quello nella categoria Best Engineered Album, Non-Classical) battendo Steve Martin and The Steep Canyon Rangers con “Rare Bird Alert”, Jim Lauderdale con “Reason And Ryhme”, Del McCoury Band con “Old Memories: The Songs of Bill Monroe” e la coppia Chris Tile/Michael Daves con “Sleep With One Eye Open”.
Levon Helm ha preso l’Americana Grammy per “Ramble At The Ryman”, un disco dal vivo, battendo “Pull Up Some Dust And Sit Down” di Ry Cooder, “Hard Bargain” di Emmylou Harris e “Blessed” di Lucinda Williams.
Chiudo con la battuta migliore della serata. Blake Shelton, quando ha “perso “ il secondo Grammy in cui era nominato a favore di Taylor Swift, ha dichiarato: «Non so chi sia questa, ma pare essere molto popolare in tutto il mondo…»
M.A.

 

 

Chiuso il primo procedimento per la tragedia all’Indiana State Fair

Posted by CountryStateLine on 12th febbraio 2012 in Home (News)

Si è chiusa giovedì dopo sei mesi la prima di tre indagini aperte sulla tragedia occorsa lo scorso 13 agosto durante lo svolgimento della manifestazione Indiana State Fair di Indianapolis, quando – a causa di un fortissimo vento – la struttura in metallo del palco cedette facendolo collassare a terra e provocando un bilancio di 7 morti e una sessantina di feriti (vedi precedente articolo di CountryStateLine). La colpa è stata attribuita in parte uguali tra la ditta che ha montato i tralicci tubolari del palco e la sua copertura, gli operai che hanno eseguito i lavori e i responsabili della manifestazione per omesso controllo. A seguito delle risultanze dell’inchiesta sono state emesse delle sentenze  che obbligano le parti a pagare multe relativamente lievi, la più pesante delle quali è a carico della ditta che si è occupata  dell’allestimento del palco, la Mid-America Sound Corp., la quale deve sborsare 63mila dollari di danni. La indagine è stata condotta dall’Indiana Occupational Safety and Health Administration (OSHA) ed è la prima di tre indagine indipendenti.
Secondo l’AP i responsabili della manifestazione furono informati della limitata capacità del palco di resistere alle intemperie meteorologiche e avrebbero dovuto far evacuare l’area. La Mid-America sostiene che i responsabili dell’Indiana State Fair sapevano che la struttura temporanea del tetto del palco e il materiale usato quella notte non avrebbero mai potuto sopportare il vento di quella sera, che era arrivato a soffiare a circa 50 chilometri all’ora. Nuovi testimoni presentati affermerebbero inoltre che gli Sugarland e i loro manager rifiutarono l’offerta di posticipare l’inizio del concerto di quella sera. Il direttore esecutivo della Indiana State Fair Commission, Cindy Hoye, ha testimoniato come parte in causa nel procedimento contro la Mid-America. Secondo la AP Hoye ha testimoniato che il rappresentante di una agenzia di promozione concerti che lavora con la fiera avvicinò per ben due volte gli Sugarland e parlo loro del desiderio della Indiana State Fair di voler ritardare l’inizio dello show. «Gli Sugarland avevano intenzione di andare in Iowa per partecipare anche allo Iowa State Fair e così dissero che non avevano intenzione di posticipare l’inizio del concerto.» dice Hoye, che aggiunge che la fiera si offrì di pagare un extra agli operai a Des Monies per ridurre il tempo necessario per costruire il palco, ma la band rifiutò.
Una brutta storia che credo non sia ancora finita.
M.A.
(Grazie per la foto a Matt Kruger – Indianapolis Star)

 

 

 

Alti e bassi per Randy Travis

Posted by CountryStateLine on 11th febbraio 2012 in Home (News)

La notizia è stata riportata dai giornali lunedì scorso e un po’ di tristezza me l’ha fatta provare. Randy Travis è stato arrestato a Sanger, in Texas, nelle prime ore del mattino per sospetta ubriachezza in luogo pubblico. La polizia lo ha individuato mentre era all’interno della sua auto parcheggiata di fronte alla First Baptist Church della città. L’agente che ha proceduto all’arresto ha  dichiarato che dalla macchina proveniva odore di alcol e che nella stessa ha trovato una bottiglia di vino aperta, aggiungendo che Randy parlava a fatica, biascicando le parole. L’agente, ha riferito che faticava a capire quello che Travis stava dicendo e che il cantante ha spiegato il suo stato attribuendolo ad un litigio che avrebbe avuto poco prima con la sua ragazza e che stava cercando di tornare a casa sua a Tioga, che dista circa 40 chilometri da lì. «Mr. Travis non era cosciente di dove si trovasse e continuava a chiedermi di portarlo a casa» è stata la dichiarazione dell’ufficiale. Il 52enne cantante, che nella foto segnaletica che vedete (scattatagli al momento del fermo) ha sorriso in maniera del tutto innaturale, è stato portato in cella attorno alle 1:30 del mattino di lunedì e poi rilasciato sei ore dopo con una citazione in giudizio per reato minore.
Purtroppo negli ultimi due anni questa amata icona della country music ha avuto molti alti e bassi a caratterizzare la sua vita. A ottobre 2010 Randy ha infatti divorziato da sua moglie Elizabeth dopo 19 anni di matrimonio sulla base di condizioni di incompatibilità – come recita il documento di divorzio (ne parlai qui). Poco meno di un anno più tardi Randy ha avuto un collasso sul palco durante un evento musicale di beneficienza in Texas. Il dottore che lo ha visitato ha dichiarato che «durante lo show Mr. Travis è stato sopraffatto da una combinazione di disidratazione, reazione allergica ad uso di farmaci ed uso di caffeina».
Per fortuna non sono mancate le note positive. Lo scorso ottobre Carrie Underwood, John Anderson, Josh Turner ed altri hanno omaggiato Randy per i suoi 25 anni di carriera alla Grand Ole Opry. «E’ stupefacente per me celebrare il mio 25esimo anniversario da professionista nel mondo della musica su questo palco perché rappresenta il modo in cui sono cresciuto e quello che ho ascoltato crescendo» aveva detto il grande Travis.
Ad ogni modo Randy continuerà a celebrare il suo anniversario d’argento con il suo tour 2012 che è cominciato ieri e che lo porterà in giro per tutti gli Stati Uniti fino a giugno.