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Incontro con Eric Heatherly: “La mia musica esprime me stesso. Non voglio omologarmi”. Venerdì 19 sarà a Milano

Posted by CountryStateLine on 17th novembre 2010 in Home (News)

Eric Heatherly>>>>> CLICK HERE FOR THE ENGLISH VERSION OF THIS INTERVIEW <<<<<


Eric Heatherly
, nato in Tennessee 40 anni fa, in 10 anni di carriera di alti e bassi ne ha vissuti parecchi. Esordisce nel 2000 con una splendida cover di “Flowers On The Wall” degli Statler Brothers, pubblica poi il suo cd di esordio “Swimming in Champagne” per la Mercury Nashville ponendo le premesse di una splendida carriera. Poi la Mercury si ristruttura ed Eric, annusando puzza di ritardo nella promozione e nella produzione del suo secondo album, si trasferisce alla Dreamworks dove però glielo fanno incidere senza pubblicarlo. Abbastanza amareggiato, Eric lascia le major discografiche e tra non poche difficoltà decide di creare una sua casa discografica, la NashVegas Records, con la quale riesce nel 2005 a fare uscire il suo secondo lavoro “The Lower East Side of Life”. Da allora altri due album, sempre indipendenti, “2 High 2 Cry” e “Painkillers”.
Settimana scorsa CountryStateLine ha incontrato in esclusiva Eric Heatherly a Bulach, in Svizzera, all’indomani di una nuova distribuzione europea del suo album “2 High 2 Cry” in seguito alla quale ha intrapreso un piccolo tour europeo che, notizia recentissima, lo porterà anche in terra italiana, a Milano, per una esclusiva esibizione all’interno della terza edizione del Campionato Italiano di Country & Western Dance organizzato da AICOWED che avrà luogo venerdì prossimo alle 22 presso il Jolly Congress Center di Milanofiori.

Eric hai languito nel limbo di Nashville dall’uscita del tuo album d’esordio nel 2000, Swimming in Champagne, che sarebbe dovuto essere il lancio della tua carriera e invece è stato l’inizio di una serie di apparenti risalite e nuovi contratti seguita da un’altra serie di delusioni e giri a vuoto. Come descriveresti quel periodo della tua vita e come lo ricordi?
Vivere quel periodo in quel momento è stato scoraggiante. E’ stato un risveglio rendendomi conto che la musica è un business e non è solo musica. E poi mi sono impantanato in alcuni cattivi contratti e in alcune case discografiche che hanno chiuso e si sono fuse con altre case discografiche e i miei dischi ed il mio cuore sono stati chiusi dentro un caveau. Ma da allora – e sono passati quasi dieci anni – sono andato avanti , sono avanzato con decisione e ho continuato sempre a suonare la mia musica dal vivo in giro con la mia band anno dopo anno, ho continuato a scrivere canzoni e ho realizzato dischi per conto mio che alla fine sono andati bene, specialmente in Europa. Per come la vedo adesso non è tanto quello che è successo a me ma è quello che è successo per me, perché da questo ho imparato, ne sono venute delle belle canzoni e ora sono una persona migliore.

 

Alla luce di quello che hai passato, pensi che talento e determinazione sino fattori sufficienti oggi a Nashville per avere successo? E come è cambiata Nashville oggigiorno in confronto  a quella che ammiravi da bambino quando, con la tua prima chitarra, suonavi Folsom Prison Blues o paragonata a quella che ti circondava quando, a 29 anni, eri solito suonare dal vivo sul palco del Tootsie’s Lounge?
Talento e determinazione sono fattori molto importanti ma l’industria [discografica] è cambiata molto da anche solo dieci anni fa e molto di più se andiamo più indietro. Erano i giorni di Bruce Springsteen, Tom Petty… gente come loro… Tu scrivevi canzoni, mettevi insieme una band… ti mettevi in tour dal vivo e determinavi il tuo seguito e facevi parlare di te creando la tua atmosfera e le etichette ti scoprivano per quello che avevi costruito da zero. Oggi è un po’ diverso con [programmi come] American Idol  e con le case discografiche che vogliono solo avere in fretta il loro pezzo di successo e poi ti scaricano. Ha a che fare più con il look e con il suono che essi cercano in quel momento. Penso che alcuni dei giovani artisti di oggi devono scendere a compromessi rispetto a quello che vogliono essere; per qualsiasi cosa le etichette vogliano sfruttarli,  a loro importa solo essere famosi. Questa penso sia la più grande differenza.

E’ per queste ragioni che hai deciso di produrti da solo il tuo quarto album (che poi è stato solo il secondo ad essere uscito sul mercato), The Lower East Side of Life? Non è difficile fare tutto da sé?
Si, è stata quella la ragione per cui ho voluto incidere un disco per conto mio e l’ho creato da solo. Perciò ho dovuto sostenere le spese di incisione, di produzione… E anziché stipendiare dei musicisti [che suonassero con me, ndr] ho imparato a suonare altri strumenti musicali che ancora non sapevo suonare, come per esempio mandolino, armonica, basso, alcune tastiere, alcune percussioni… Ed è stato una gioia perché ho registrato quella canzone [The Lower East Side of Life] a casa mia  e la mia bambina aveva solo due anni e si era seduta sul mio grembo mentre io registravo quelle parti, quindi quell’incisione sarà sempre speciale per me, specialmente per questo motivo. Ma dovevo fare qualcosa di creativo e di artistico per uscire da quella depressione e da quella monotonia in cui le etichette discografiche mi avevano messo… Perché ero andato in tilt, ero in picchiata e non ero disposto a permettere che una corporazione fermasse la mia creatività!

Parliamo del tuo album The Lower East Side of Life. Nella canzone Judging Beauty tu parli del mondo come di un posto molto superficiale che troppo spesso giudica cose e persone dall’aspetto esteriore. Poi, nel bellissimo blues The Lower East Side of Life, tu dici che «…the lower east side…» is where «they play that country music the way they did before» [traduzione: la parte a sud est della vita è dove suonano quella country music nella maniera in cui facevano una volta, ndr]. Mi sembra che tu sia alquanto disincantato e depresso. Quanta parte ha avuto la tua frustrazione nella realizzazione della musica e dei testi di questo album?
(ridendo) Un sacco! Questa era la mia occasione – non lavorando per una major discografica – di sfogarsi, se vogliamo, e poter dire alcune cose che non avrei mai potuto dire se fossi stato sotto contratto con una major. Essere un artista indipendente mi ha permesso di esprimere me stesso e di non dovermi omologare o annacquare il prodotto a scopi commerciali o radiofonici. E a conti fatti, questo disco penso meriti non meno di quattro stelle al di fuori degli States – a livello internazionale – da un punto di vista critico. Quindi questa è stata l’ottima ricompensa, che abbiano apprezzato il mio franchezza e la mia onestà.

Eric HeatherlyCosa puoi dirmi del tuo album “Painkillers”? Non ho capito se è venuto prima o dopo l’uscita americana di “2 High 2 Cry”.
“Painkillers” è qualcosa che ho finito solo di recente, nel 2010. Anche questo è autofinanziato ed è uscito per la mia nuova etichetta (indipendente). A dire la verità ho cominciato a scrivere “2 High 2 Cry” nel 2007. Ho finito di registrarlo nel 2009. Poi ho cominciato a girare per supportare l’uscita di “2 High 2 Cry” negli Stati Uniti e durante quel periodo ho siglato un accordo con la AGR/Universal per l’Europa riguardante “2 High 2 Cry” perché non l’avevano ancora ascoltato qui, quindi è nuovo… nuovo per l’Europa. Ma negli States è uscito un paio di anni fa. Ma ancora… Gli unici che davvero l’anno ascoltato negli Usa dal momento che non è passato in radio è stata la gente che è venuta ai miei concerti. Quindi in sostanza sono in realtà entrambi ancora due cd nuovi, da questo punto di vista. Ma “Painkillers” è quello che ho finito ultimamente, e spero che sia il prossimo ad essere distribuito dalla AGR, dopo “2 High To Cry”.

Quali sono i tuoi idoli musicali e le tue radici ispirazionali?
Musicalmente, penso che se fossi sperduto su di un’isola e potessi scegliere il nome di solo quattro artisti da passare ai miei figli e dir loro “questi sono i quattro artisti che hanno fatto la differenza nel tempo” – e con ciò non voglio dire che queste persone hanno dato origine al loro genere musicale e neanche che furono innovatori originali: ma solo che hanno attratto, affascinato e sono stati i migliori in quello che hanno fatto nel loro genere e durante il loro tempo – sarebbero: Frank Sinatra, Elvis Presley, Michael Jackson e Steve Ray Vaughan. Per la esecuzione e la vocalità hai Sinatra; per il divertimento e la sensualità hai Elvis Presley; per il ballo, la scrittura, per l’esecuzione nel suo complesso e per l’internazionalità hai Michael Jackson; Stevie Ray Vaughan è puro, grezzo, è talento. Vorrei essere queste cose.

Adesso che “2 High 2 Cry” ha avuto una seconda distribuzione europea, quali sono le tue aspettative? Sei mai stato in tour in Europa prima?
Certo! Beh, ho sempre il massimo delle aspettative perché sono ottimista ma spero che questa seconda distribuzione vada meglio della prima e cosi siano i prossimi tour e viaggi europei. Sono venuto in Europa due volte in passato: una volta nel 2001, credo, e la volta dopo è stato nel 2005. E poi questa nel 2010. E spero di poter tornare molto presto qui per proseguire quello che abbiamo cominciato.

L’attore Billy Bob Thornton ha detto di te che tu sei “la miglior combinazione tra la Sun Records e il Grand Ole Opry che ho mai visto o sentito”. Io penso che questa sia una meravigliosa descrizione. Ti ci ritrovi? Come descriveresti altrimenti il tuo stile musicale?
Beh… Quando ho sentito quella citazione mi è venuto un colpo perché – hey! – Billy Bob Thornton è un tale appassionato di musica! Ama davvero le radici della musica così come adora immergersi nell’arte della recitazione, adora studiare tutti quelli che sono venuti prima di lui e quando l’ho sentito ho pensato che era fantastico perché quando dici che la Sun Records si fonde con il Grand Ole Opry vuol dire che il miglior rock si fonde con la migliore musica contry. E per me non c’è complimento migliore, perché è quello che sono: un ragazzo country venuto dal Tennessee a cui piace rendere tutto più rock sul palco e mischiare i due generi. Quindi penso che sia stata una descrizione perfetta e sono stato delice di sentirla.

Quali sono la cosa migliore e la cosa peggiore riguardo andare in tour per un artista country? Quanto è importante il lato dell’esibizione dal vivo nella tua carriera per te? Qual è il tuo rapporto con i fans?
La parte più difficile è, se hai una moglie o dei figli o qualcuno che per te è importante, essere via da casa. Specialmete quando vuoi essere con quella persona o con i tuoi bambini o chiunque sia… La parte più bella è che stai vivendo il tuo sogno, è quello che crescendo hai sempre voluto fare quindi non puoi davvero lamentarti perché sei stato tu a chiedere di fare questo e ci sei andato dietro. E i fan… quando ti apprezzano per essere venuto da così lontano per suonare la tua musica per loro e ti mostrano adorazione allora ne vale davvero la pena!

Spero che non dovremo attendere altri  4 anni per la realizzazione di un tuo nuovo album… Grazie mille per questa intervista Eric!
Beh, avete “Painkillers” già pronto da gustarvi! Quindi, il tuo desiderio è già stato esaudito!

©2010 CountryStateLine – Tutti i diritti riservati

Nella sezione RECENSIONI CD trovate la recensione di “2 High 2 Cry”.
Vorrei ringraziare Ed e Layla per la collaborazione nella realizzazione di questa intervista

Billy Ray lascia, Lorrie ci riprova…

Posted by CountryStateLine on 10th novembre 2010 in Home (News)

La famiglia Cyrus ai Kids Choice Awards 2010Secondo quanto riporta People, Billy Ray e Tish Cyrus hanno divorziato dopo 17 anni di matrimonio. «Come potete immaginare, questo è un momento molto difficile per la nostra famiglia» hanno detto i due in una dichiarazione ufficiale «Stiamo tentando di risolvere alcuni problemi personali. Apprezzeremmo se voleste dedicarci i vostri pensieri e le vostre preghiere.» La coppia ha cinque figli, tra i quali – come certamente chi legge saprà – la cantante pop Miley Cyrus (nella foto con papà e mamma). Il sito web di People dice che i documenti per il divorzio tra Billy Ray e Tish sono stati firmati due settimane fa in Tennessee citando come causa principale “differenze inconciliabili” tra i due. Lorrie Morgan (Foto AP)Meglio tardi che mai… Intanto Billy Ray ha chiesto la custodia congiunta della prole e pare che un sito universitario, Room110.com, abbia offerto 100mila dollari a Miley per intervenire con gli studenti in chat per trattare il tema del divorzio.
Se da una parte c’è chi si lascia, dall’altra c’è chi crede così tanto nel matrimonio da sposarsi per la sesta volta. Trattasi di Lorrie Morgan (nella foto AP), che lo scorso 15 settembre è convolata a nozze con Randy White. Il primo marito di Lorrie Morgan, Ron Gaddis, era un musicista della band di George Jones: si sposarono nel 1979 e divorziarono solo 2 anni dopo. Nel 1986 Morgan sposò Keith Whitley, che morì purtroppo tre anni dopo a causa di un cocktail letale di alcolici. A seguire, nel 1991, Morgan sposò Brad Thompson, all’epoca uno degli autisti del pullman di Clint Black, il divorzio dal quale arrivò nel 1993. I due successivi matrimoni furono con il cantante e autore Jon Randall (1996-1999) e col “collega” Sammy Kershaw, che Lorrie sposò nel 2001 e dal quale divorziò nel 2007.

Jimmy Dean e Don Williams nella Country Music Hall of Fame

Posted by CountryStateLine on 26th ottobre 2010 in Home (News)

Don Williams premiato con il medaglione della Hall of FameI nomi di Don Williams e del recentemente scomparso Jimmy Dean sono stati ufficialmente inseriti l’altroieri nell’elenco degli iscritti della Country Music Hall of Fame. Come dicevo nel mio post di giugno, pochi giorni dopo la sua morte (vedi), Dean ne era già stato nominato membro  e questa cerimonia era già stata da mesi programmata per il 24 ottobre. Purtroppo Mr. Dean ha deciso che questa celebrazione l’avrebbe seguita da lassù. Discorso diverso invece per l’altro grande, Don Williams (71 anni), il quale era sì assente ma perchè bloccato dai postumi Don Williamsdi una bronchite. Numerosissima la schiera degli artisti che hanno voluto esserci per rendere il doveroso tributo ai due nuovi membri della Country Music Hall of Fame: tra gli altri Bill Anderson, Jim Foglesong, The Jordanaires, Charlie McCoy, Shawn Camp, Joey+Rory, Trace Adkins e Chris Young, Dailey & Vincent e la Del McCoury Band, Alison Krauss.
Krauss, la Del McCoury Band e Chris Young si sono esibiti inoltre in onore di Williams, che in Jimmy Deancarriera ha inanellato 16 brani al primo posto in classifica tra il 1974 ed il 1985, e che deve ricevere idealmente un saluto da tutti noi che abitiamo al di qua dell’oceano perchè si è sempre battuto professionalmente per fare in modo che la country music uscisse dai confini degli Stati Uniti e in particolare cercando di favorire il suo sviluppo in Europa. Il medaglione, che rappresenta l’appartenenza alla Country Music Hall of Fame, è stato ritirato per Don Williams dal suo manager Robert Pratt e per Jimmy Dean dalla figlia Connie Dean Taylor.
I due precedenti membri riconosciuti dalla Country Music Hall of Fame sono stati, in maggio, Ferlin Husky e Billy Sherrill.

(Nella foto – The Tennessean – Jim Foglesong legge la motivazione ufficiale che rende Don Williams membro effettivo della Country Music Hall of Fame. Subito più sotto, Don William e Jimmy Dean – Foto AP)

Loretta Lynn e la musica Country celebrati al Ryman Auditorium

Posted by CountryStateLine on 18th ottobre 2010 in Home (News)
Reba McEntire, Kellie Pickler, Loretta Lynn, Lee Ann Womack, MArtina McBride e Gretchen Wilson (Foto: Frederick Breedon - Getty Images)
Reba McEntire, Kellie Pickler, Loretta Lynn, Lee Ann Womack, Martina McBride e Gretchen Wilson (Foto: Frederick Breedon – Getty Images)

Quella di martedì scorso al Ryman Auditorium di Nashville è stata una serata a cui tutti gli appassionati della musica country avrebbero voluto prendere parte. La Recording Academy – la società che si occupa dell’assegnazione dei premi Grammy – ha voluto rendere un giusto (anche se da molti ritenuto troppo breve: 45 minuti) tributo musicale alla grande Loretta Lynn, eccezionale icona, grande professionista, signora di stile e pionieristica anche in tema di femminismo, quando certe posizioni erano davvero scomode da assumere nella società. Il tributo – denominato Salute to Country Music – ha visto la partecipazione di tante star country (Garth Brooks, Martina McBride, Kid Rock, Gretchen Wilson e Lee Ann Womack) ed è stato presentato da Reba McEntire, presentatasi sul palco in un completo nero da cocktail. «Il mondo intero conosce e ama la figlia di un minatore che è venuta da Butcher Holler, nel Kentucky» ha detto Reba mentre guadagnava il centro del palco per la presentazione, immediatamente prima di omaggiare la platea con una sua elettrizzante versione del successo datato 1967 della signora Lynn  “If You’re Not Gone Too Long”. «Io l’ho amata dalla prima volta che l’ho sentita cantare in radio». Solo Vince Gill finora era stato reso protagonista di una serata simile, l’anno scorso; proprio Gill, impossibilitato ad essere presente in questa occasione, ha mandato un video-saluto: «Non conosco nessun’altro che sia più importante nella storia di questa città né di questa musica». Di nuovo Reba: «Loretta Lynn affrontò qualsiasi argomento controverso che nessun altro aveva potuto affrontare, nella musica country. Per lei, nessun tema era tabù». Ad esempio di questa sua attitudine ad osare, ha citato una registrazione della signora Lynn del 1975 dal titolo “The Pill” (la pillola), un’ode alla liberalizzazione del controllo delle nascite: benché la maggior parte delle radio rifiutarono di programmare questa canzone, questa scalò comunque le classifiche arrivando al quinto posto.  A seguire Gretchen Wilson ha cantato “Don’t Come Home A’ Drinkin’ (With Lovin’ On Your Mind)”, una paternale al marito troppo dedito all’alcool, scritta e registrata da Loretta Lynn nel 1966 e diventata la sua prima numero uno l’anno successivo.
Loretta Lynn con Kid Rock (Foto: Rick Diamond - WireImage)Dopo Wilson è salito sul palco Kid Rock (nella foto qui a sinistra con la signora Lynn – Foto Rick Diamond/WireImage), che con una specie di tamburello legato alla sua coscia è entrato sul palco ancheggiando e sbattendolo mentre intonava la rassicurante “I Know How”, datata 1970. Poi ancora, in duetto con Wilson, la poco conosciuta “You’re The Reason Our Kids Are Ugly” (un brano tra quelli di minore successo che Loretta Lynn cantò in coppia con Conway Twitty nel 1978). Reba ha poi chiamato sul palco Lee Ann Womack per cantare con lei “The Song That Started It All – I’m A Honky-Tonk Girl” (il primo disco di Loretta Lynn entrato in classifica, nel 1960) per poi introdurre Martina McBride (che pure in fatto di argomenti scottanti nelle sue canzoni sa il fatto suo, vedi gli abusi e l’omicidio di cui parla in “Independence Day”…) la quale ha reso due belle versioni di “You Ain’t Woman Enough” (1966) e “Love Is The Loretta Lynn e Garth Brooks cantano "After The Fire Is Gone" (Foto: Rick Diamond - WireImage)Foundation” (1973). Due “dichiarazioni” niente male!
Neil Portnow, presidente ed amministratore delegato dell’Academy, ha ricordato che questa celebrazione della signora Lynn è avvenuta a soli 3 giorni di distanza dalla sua primissima apparizione sul palco del Ryman Auditorium e l’ha indicata come la prima vera  “antesignana degli avvocati delle donne”. Dopodiché ha presentato l’otto volte vincitore di un premio Grammy Jack White dei White Stripes. Fu proprio White a produrre l’album della signora Lynn “Van Lear Rose” nel 2004. White ha ricordato che insieme al membro della sua band (nonché ex moglie) Meg White, quell’anno, stavano ritornando a casa in auto dopo una sessione di registrazione a Memphis e d’impulso decisero di fermarsi ad Hurricane Mills (in Tennessee) presso il ranch di Loretta. «Senza neanche che ce ne accorgessimo, Loretta stava preparando a me e a Meg pollo e gnocchi di pasta bolliti. Ed un attimo dopo ricordo che eravamo nella camara da letto di Loretta passando in rassegna canzoni che lei aveva scritto ma mai inciso. Nacque così l’idea di “Van Lear Rose”». Che – è bene ricordarlo – quell’anno vinse un Grammy come miglior disco country (e il duetto Lynn-White “Portland, Oregon” si portò a casa  anche il Grammy per la categoria  migliore collaborazione vocale country!). «Credo che Loretta sia la più grande cantante ed autrice del 20esimo secolo!».
Loretta Lynn accetta i premi a lei dedicati (Foto: Rick Diamond - WireImage)Ed eccola entrare a questo punto, l’immensa signora Loretta Lynn, vestita di un lungo abito bianco leggermente diafano a manica lunga, che ha accettato da Portnow i due premi a lei dedicati : il trofeo Salute to Country Music e il premio The Lifetime Achievement. «Non so cosa dire, tranne Grazie!» ha detto, dirigendosi subito verso le quinte (nella foto a sinistra il momento della consegna; insieme a lei, da sinistra, Jack White, Neil Portnow e Garth Brooks – Foto: Rick Diamond/WireImage). Ma Jack White l’ha dolcemente e velocemente afferrata riportandola al centro del palco per permetterle di Il saluto della signora Lynn ai suoi fan (Foto: Rick Diamond - WireImage)prendersi il lungo e commosso applauso del Ryman e permettere ai suoi fan (inclusa la sorella Crystal Gayle, emozionata più di lei) di averla vicina. La signora Lynn è rimasta poi sul palco mentre Garth Brooks, di nero vestito e recando una chitarra acustica, è uscito dal retro palco per cantare con lei “After The Fire Is Gone” (foto più sopra – Rick Diamond/WireImage). Non c’era differenza tra la sua voce in quel momento e quella che nel 1971 incise questa canzone per la prima volta con Conway Twitty (e fu un altro Grammy per la miglior interpretazione vocale…). Mentre il pubblico si alzava tutto in piedi e salutava, Garth si è tolto il cappello da cowboy, l’ha abbracciata e l’ha accompagnata via dal palco. Ancora applaudiva quando Reba è tornata fuori e ha annunciato la fine del tributo musicale: «Con un’industria discografica in così repentini e a volte traumatici cambiamenti» ha chiosato «è oggi più importante che mai celebrare la musica country – la vera musica country!». Sottoscrivo e mi tolgo idealmente anche io il cappello.

Esce in USA il seguito di “Pure Country” ma Strait è solo spalla

Posted by CountryStateLine on 16th ottobre 2010 in Home (News)

Pure CountryE’ uscito ieri nei cinema americani “Pure Country 2: The Gift”, definito come il seguito del film datato 1992 che aveva come protagonista il grande George Strait (nella foto in una immagine di quel film). In realtà Strait recita qui solo un ruolo secondario e la storia non ha alcun particolare legame con quella di 18 anni orsono, tanto che il personaggio di Strait potrebbe anche non esserci che la sostanza non cambierebbe. Il ruolo principale è quello della cantante e autrice Katrina Elam, una giovane 27enne originaria dell’Oklahoma che ha al suo attivo discografico solo un omonimo album, realizzato per la Universal South Record nel 2004 (11 brani di cui 9 scritti anche da lei). Nello stesso anno Elam apriva il tour australiano di Keith Urban (in “No End in Sight”, primo singolo di Katrina, lo stesso Urban suona banjo e chitarra elettrica) riscuotendo un buon successo, che poi è andato però scemando anche a causa del fatto che il suo secondo disco (“Turn Me Up”, pronto nel 2006, per promuovere il quale andò in tour con Rascal Flatt) non vide mai la realizzazione e causò la rottura tra Elam e la Universal South. In compenso però Elam è rimasta attiva nel “giro” anche se non è ancora riuscita a pubblicare quel secondo album, grazie ad alcuni suoi brani che sono stati ripresi da colleghe più famose come Carrie Underwood (che ha inciso “Flat On The Floor” nel suo “Carnival Ride” e ha scritto a quattro mani con lei “Change”) e Reba (la quale ha cantato “I Want a Cowboy” nel suo album “Keep On Loving You”).
La locandina di Pure Country 2 - The GiftSicuramente “Pure Country 2: The Gift” rappresenta per Katrina un’ottima possibilità per tornare a più alti livelli di visibilità mediatica. Bobby Thomas, la cantante che interpreta nel film, a differenza del personaggio di Dusty Chandler interpretato da George Strait nel 1992 (che è un artista al top della fama che capisce improvvisamente che la vita non è solo luci, ribalta, fama e denaro e che improvvisamente desidera tornare nei luoghi che lo avevano visto incominciare, circondato da persone che lo amano davvero), è una giovane cowgirl dotata di una bellissima voce che sogna di diventare una cantante country famosa, lasciare la cittadina di provincia in cui vive («sento di essere nata per qualcosa di più grande» dice Bobby nel film) e guadagnare un sacco di soldi. Quando ciò accade, però, Bobby capirà anche che il dono della sua voce – e conseguentemente tutti i vantaggi che da esso sono derivati –  potrà conservarlo solo se imparerà che non bisogna mai lasciare il cuore da parte.

Katrina ElamGli unici altri punti di collegamento tra i due film – oltre al “quasi cameo” di George Strait – sono rappresentati da Christopher Cain e Steve Dorff, regista e curatore delle musiche di entrambe le pellicole. Nel film compaiono anche Dean Cain (figliastro del regista, che i più ricorderanno nei panni di Superman in “Lois & Clark” accanto a Teri Hatcher), Bronson Pinchot (chi non ricorda il suo personaggio omosessuale di Serge ne “Un Piedipiatti a Beverly Hills”?) e William Katt, per me indimenticabile “Ralph Supermaxieroe”.
Insomma, George Strait in “Pure Country 2″ è più uno specchietto per le allodole per richiamare i suoi fan al cinema e cercare di portare acqua al mulimo di Katrina Elam, che con l’uscita della colonna sonora del film (contenente la sua bella ballata “Love Is”) spera davvero di dare la svolta decisiva alla sua carriera.

Cinquina per Lady A alle nomination per gli American Music Awards 2010

Posted by CountryStateLine on 14th ottobre 2010 in Home (News)

Lady Antebellum (Foto Ed Rode - CMT)I Lady Antebellum (nella foto a sinistra di Ed Rode per CMT) hanno acchiappato cinque candidature ai prossimi American Music Awards, che si terranno a Los Angeles il prossimo 21 novembre e saranno trasmessi dalla ABC. Gli AMA sono i più diretti concorrenti a livello televisivo, mediatico e pubblicitario dei Grammy e i premi sono assegnati esclusivamente sulla base delle preferenze dei fan. Lady A sono alla pari con Eminem (pure con 5 nomination).
American Music Awards 2010La categoria dei gruppi in questo caso include sia gruppi country che gruppo pop e rock ed in questo blocco Lady A compete con i Black Eyed Peas e i Train. Il trio country se la vedrà sempre con i Train e con il superfavorito canadese Michael Bublé nella categoria artista “adult contemporary”.
L’altra sorpresa country è che Taylor Swift è stata nominata solo per una categoria, quella della migliore artista country (in realtà favourite country artist). Entertainment Weekly è tra i numerosi media che si sono sorpresi della mancata messe di candidature da parte di Swift e di Lady gaga. Ma si sa, gli AMA sono rinomati per aver sempre sorpreso, specie i fan della musica country. Qualcuno ricorderà certamente che l’anno scorso Gloriana rovinò la festa proprio a Lady Gaga strappandole sul filo di lana il premio per miglior nuovo artista. Staremo a vedere cosa accadrà il mese prossimo.

Dailey & Vincent dominano gli IBMA Awards 2010

Posted by CountryStateLine on 12th ottobre 2010 in Home (News)

Dailey & VincentComplimenti a Dailey & Vincent (all’anagrafe Jamie Dailey e Darrin Vincent), che lo scorso 30 settembre a Nashville si sono portati a casa ben 4 riconoscimenti agli International Bluegrass Music Association (IBMA) Awards, incluso il più prestigioso: quello come Migliori Intrattenitori dell’Anno (Entertainer of the Year). E se lo sono portato via per il terzo anno consecutivo.
Dailey & Vincent (che erano candidati in dieci categorie!) hanno anche vinto il premio come Gruppo Vocale dell’Anno e Album dell’Anno per il disco “Dailey & Vincent Sing The Statler Brothers”, il loro tributo che è stato pubblicato da Cracker Barrel/Rounder.
«Questo era l’album dei miei sogni da incidere» ha detto Jamie Dailey «Ascolto gli Statler Brother da quando ero un ragazzo di 9 anni.»
Russell Moore dei IIIrd Time Out si è portato a casa il premio quale Vocalista Maschile, mentre Claire Lynch è stata consacrata Vocalista Femminile dell’Anno.
Michael Cleveland & Flamekeeper hanno vinto il riconoscimento quali Gruppo Strumentale dell’Anno. “Ring The Bell” dei Gibson Brothers, una canzone scritta da Chat O’Keefe, ha vinto i premi Canzone dell’Anno ed Esecuzione Gospel Registrata dell’Anno.
John Hartford e Louise Scruggs sono stati eletti membri della Bluegrass Hall of Fame. Il premio Evento Registrato dell’Anno è andato alla canzone “Give This Message To Your Heart” di Larry Stephenson con Dailey & Vincent (artisti), Ben Surrat & Larry Stephenson (produttori) e Whysper Dream. Il riconoscimento per la migliore Performance Strumentale Registrata è stato assegnato a “Durang’s Hompipe” di Adam Steffey (artista), Barry Bales & Gary Paczosa (produttori). Premio di artisti emergenti dell’anno a The Josh Williams Band.
I riconoscimenti per strumentisti dell’anno sono andati a Kristin Scott Benson (banjo), Marshall Wilborn (basso), Michael Cleveland (violino), Rob Ickes (dobro), Josh Williams (chitarra) e Adam Steffey (mandolino).
Ickes ha vinto il premio per la 12esima volta e ha ringraziato il suo compagno di band dei Blue Highway, Jerry Douglas, “per la grande ispirazione” e i suoi fans per averlo portato “a tutti questi festival bluegrass nel corso degli anni”. «E’ bello ricevere un premio per quello che più ti piace fare. Grazie a tutti quelli che hanno messo una ‘X’ accanto al mio nome ed hanno votato per me» ha detto Moore «Ma voglio ringraziare anche coloro i quali la crocetta accanto al mio nome non l’hanno messa: vuol dire che nei prossimi 12 mesi  farò del mio meglio per renderli orgogliosi».
Kyle Cantrell di Sirius XM Satellite Radio ha vinto il premio “Broadcaster of The Year”.
L’elenco completo dei vincitori lo potete trovare
qui.

Il Grand Ole Opry è ritornato a casa

Posted by CountryStateLine on 6th ottobre 2010 in Home (News)

Il Grand Ole OpryL’inondazione di aprile, come ricorderete, ha letteralmente devastato Nashville che ha pagato un tributo molto pesante alla furia degli elementi. Lentamente, senza mai smettere di credere, la città ha ripreso ormai tutte le sue attività, inclusa anche quella musicale che era stata fortemente menomata. Tra i vari siti resi inagibili c’era il Grand Ole Opry, la “casa” della country music, che era stato costretto a “trasferirsi” a causa dell’acqua che lo aveva letteralmente invaso ed allagato. In quei giorni l’Opry è stato costretto a trovare luoghi alternativi per dare spazio a questo strepitoso genere musicale e continuare la tradizione degli show dal vivo che al Grand Ole Opry non mancano mai e la musica country è quindi andata avanti.
Little Jimmy Dickens e Brad PaisleyMartedì della scorsa settimana, finalmente, dopo consistenti operazioni di ristrutturazione e rinnovamento, ha visto il ritorno dell’Opry alla sua casa originale all’Opry Mills in una grande serata che è stata denominata “Country Comes Home” (il country torna a casa, appunto) e che ha visto sul palco – tra gli altri! – Brad Paisley, Dierks Bentley, Martina McBride, la Charlie Daniels Band, Trace Adkins, Josh Turner, Montgomery Gentry, Keith Urban, Blake Shelton, Jason Aldean, Diamond Rio, la Del McCoury Band, Mel Tillis e Little Jimmy Dickens. Quest’ultimo ha aperto la serata in coppia con Paisley sulle significative note di “Will The Circle Be Unbroken” (nella foto a destra). Una notte indimenticabile per tante ragioni, ovviamente, ma doppiamente indimenticabile per Blake Shelton poichè durante lo show gli è stato chiesto di unirsi all’Opry, probabilmente la massima aspirazione per qualsiasi artista country.
Blake Shelton e Trace AdkinsL’invito gli è stato fatto dall’amico Trace Adkins in modo divertente, facendo recapitare a Shelton la domanda come fosse una richiesta tramite Twitter poiché Shelton è un grande utilizzatore di questo social network (nella foto a sinistra il momento in cui Adkins comunica la notizia a Shelton). Egli diventerà membro a fine mese e il suo ingresso all’Opry seguirà quello di Montgomery Gentry, avvenuto lo scorso giugno. Ultimamente l’Opry sta aumentando il numero degli inviti ufficiali al suo interno rivolti ai cantanti di ultima generazione, probabilmente per rimanere vicino ai fan della country music più giovani. Mi chiedo se ora il prossimo membro non sarà Miranda Lambert…
Ad ogni modo Shelton bazzica le scene da parecchi anni: il suo primissimo singolo, “Austin”, scalò le classifiche country finendo al primo posto nel 2001. Qualcuno potrebbe anche dire che era ora… Le congratulazioni di CountryStateLine a Blake per essere arrivato tra gli eletti sperando che rimanga fedele alle radici country come ha finora fatto.

La “bufala” di Taylor Swift a X-Factor

Posted by CountryStateLine on 1st ottobre 2010 in Home (News)

Francesco Facchinetti e Taylor Swift“Martedì 28 settembre Taylor Swift dal vivo a X-Factor!”. Era stato un tam tam sottotraccia, che aveva usato soprattutto la rete partendo dal sito ufficiale della Swift per diramarsi via via tra tutti i siti di riferimento raggiungendo i fan di quest’artista e, più in generale, gli appassionati di musica country, questi ultimi curiosi se non altro di vedere esibirsi dal vivo per la prima volta in Italia una cantante che in America sta davvero spopolando. Di sicuro la diretta del talent-show di martedì scorso condotto da Francesco Facchinetti  aveva attratto con questo annuncio davanti agli schermi un numero di spettatori maggiore del normale, ansiosi o semplicemente curiosi di vedere l’esibizione della Swift. Ma di questa non v’è stata traccia. Come mai? La ragione risiede principalmente nel fatto che la Rai ha imposto alla produzione la chiusura della diretta entro le ore 23.30. In scaletta avrebbero dovuto esserci le esibizioni di Taylor Swift e di Anna Oxa ma a questo punto lo spazio per due ospiti dal vivo non era più sufficiente ed una delle due doveva andare in registrata per essere trasmessa in una delle prossime puntate del programma. Pare che Anna Oxa abbia puntato i piedi: di certo se qualcuno doveva saltare non poteva essere lei. E così la Swift ha dovuto esibirsi prima delle 21, a pubblico già entrato e seduto ma prima dell’inizio della diretta. Una esibizione perfetta, a onor del vero, in cui la cantante americana ha eseguito “Mine”, il primo singolo tratto dal nuovo disco “Speak Now” che uscirà a fine ottobre e dopo la quale è stata brevemente intervistata dallo stesso Facchinetti (nella foto, su un monitor di servizio) per poi ripartire. Non prima di aver incontrato i fan assiepatisi anche fuori dagli studi di via Mecenate. La parte registrata martedì scorso (una decina di minuti in tutto) dovrebbe andare in onda, opportunamente assemblata, nella puntata di martedì 5 ottobre. Sempreché non torni Anna Oxa…

Swift martedì a “X-Factor” (RAI2) per promuovere il suo terzo album

Posted by CountryStateLine on 26th settembre 2010 in Home (News)

Taylor SwiftTaylor Swift, la 21enne cantante e cantautrice americana che sta battendo tutti i record in fatto di candidature a premi ufficiali (119), premi ufficiali vinti (70), vendite di dischi (il suo più recente, “Fearless”, è oggi l’album più premiato della storia della country music ed il più venduto sia nel 2008 che nel 2009) nonché di download (a pagamento) di suoi brani  da internet, sarà in Italia dopodomani, martedì28 settembre, ospite d’onore della quarta edizione del programma musicale “X-Factor”, in diretta su RAI2 alle ore 21 . Lo scopo è quello di presentare anche nel nostro paese il suo nuovo album, “Speak Now”, che sarà in vendita a partire dal 25 ottobre. La Universal, infatti, che distribuisce nel mondo l’etichetta americana indipendente BigMachine Records di cui Taylor fa parte, ha capito che questo è il momento migliore per tentare di far fare alla loro pupilla (e gallina dalle uova d’oro) il salto di qualità, passando dal genere country a quello pop, dato che il seguito della Swift è composto principalmente da un pubblico di giovani e adolescenti. E’ un pubblico che basta poco per infiammare ma che tende ad essere assiduo e fedele nel tempo (una manna di questi tempi per etichette discografiche e promoter di concerti dal vivo). Così fedeli che nel 2009 l’intero “Fearless Tour” della Swift è stato contraddistinto dal sold-out (cioé dall’esaurimento dei biglietti in vendita) per ogni singola data prevista e la cantante ha dovuto aggiungere delle date nei primi mesi del 2010.
La Swift ha già pubblicato il singolo “Mine” e presentato in anteprima agli MTV Music Awards di metà settembre il nuovo brano “Innocent”; per questo suo terzo lavoro si è affidata alla produzione della Target Corporation, società che in passato ha aiutato la produzione di dischi di artisti quali i Black Eyed Peas, Christina Aguilera e Prince. Voi avete ancora dubbi che non stiano tentando la carta del doppio sdoganamento country/pop di Swift? E quale migliore palco per la Universal di quello del talent show di punta di RAI2 “X-Factor”, quindi, per far conoscere anche al grande pubblico adolescenziale italiano questa indubbiamente talentuosa artista Usa che qui ancora riscuote una più ristretta notorietà? Staremo a vedere cosa succede e come verrà accolta. Se vorrete attendo i vostri commenti, che posterò dopo la serata di martedì. Per quanto mi riguarda, keep it country!
M.A.